ESPRIMI UN DESIDERIO

 

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Capitolo uno




Londra, Royal St. Paul School

gennaio 1913

 

È una fredda giornata di gennaio alla Royal St. Paul School di Londra, il più prestigioso college di tutta l’Inghilterra, a cui hanno accesso solo i giovani rampolli e le eleganti signorine delle famiglie più illustri.

Si sono da poco concluse le vacanze del periodo natalizio, studenti e studentesse stanno pian piano rientrando in quella che tutti definiscono “la prigione”. Severe regole infatti scandiscono quotidianamente la vita di chi è costretto a studiare nell’istituto guidato dalle sorelle dell’Ordine di St. Paul,  in cui non vengono ammesse infrazioni di nessun genere.

Tra i primi a far ritorno a scuola, dopo una breve vacanza nella residenza londinese di famiglia, ci sono i fratelli Cornwell, Alistair e Archibald.

 

- Che noia! Siamo qui solo da poche ore e già mi manca l’aria… - sbuffa Stair sdraiato sul pavimento della stanza che condivide col fratello.

- Sempre meglio delle giornate trascorse in Villa! Ho partecipato a non so quanti ricevimenti eppure non ho trovato nemmeno una ragazza carina – ribatte Archie adagiato sul divano di velluto blu.

- Possibile che non pensi ad altro?

- A cosa dovrei pensare fratellone… a studiare forse?

- Io lo so invece perché sei felice di tornare a scuola!

- …

- Tu non vedi l’ora che arrivi nostra cugina!

- Falla finita Stair! – esclama Archie tirando un cuscino al fratello.

Scoppiano entrambi a ridere, ma Archie sa che Stair ha fatto centro e per questo cambia discorso.

- Sono già rientrate anche quelle serpi dei fratelli Lagan?

- No, non mi pare… credo siano ancora a Chicago, avranno alcuni giorni in più a causa della distanza – risponde Stair distrattamente.

- E quell’odioso di un inglese si è già visto in giro?

- No… e la cosa mi preoccupa… manca da scuola da molto tempo, chissà che fine avrà fatto.

- Lo avranno raccolto ubriaco in qualche bordello, oppure lo hanno arrestato per disturbo della quiete pubblica!

- Proprio non lo sopporti eh! A me piace invece.

- Cosa trovi di “piacevole” in lui davvero non lo capisco!

- Beh non puoi negare che quando in classe c’è lui le lezioni sono sempre molto divertenti, soprattutto quando suor Kriss cerca di metterlo in difficoltà facendogli qualche assurda domanda di letteratura alla quale lui risponde correttamente e senza battere ciglio. Non so come riesco a trattenermi dal ridere davanti alla faccia verde della suora!

- È solo un buffone!

- A me invece sembra uno di cui ci si possa fidare, uno di quelli che non tradirebbe mai un amico. Non è che sei geloso perché ha più ragazze di te?

- E questo chi lo dice?

- Dai fratello è evidente, a scuola gli sbavano tutte dietro e a quel che si dice anche fuori da scuola. Fossi in te mi preoccuperei.

- Che intendi dire?

- Nessuna ragazza riesce a dirgli di no… quindi se tanto mi da tanto, anche la nostra adorabile cuginetta potrebbe essere tra le sue vittime.

- Non dire assurdità, lei non è come le altre!

- Lo so, lo so… stavo scherzando…

- E poi non ti dimenticare che non arriverà da sola!

- Vedi piuttosto di non dimenticarlo tu! Non dirmi che speri ancora di strapparla ad Anthony?!

- Perché no? Non sono fidanzati ufficialmente, per cui…

- Se fossi in te lascerei perdere e mi dedicherei piuttosto a qualcun’altra!

- Di chi stai parlando?

- Ma come… di Annie Brighton naturalmente!

- Oddio no, ti prego!

- Io la trovo perfetta: dolce, sensibile, delicata, una vera signorina… ce la vedo accanto a te!

- Stai parlando sul serio? Sai che noia…

- Archie vedi di essere obiettivo per una volta, le tue camicie di seta non andrebbero d’accordo con quel maschiaccio di Candy!

- Infatti Candy sta per arrivare in questa scuola per diciamo addolcire alcuni lati del suo carattere, sono sicuro che diventerà una perfetta lady.

- Se lo dici tu! Io invece ho l’impressione che questo ultimo anno di scuola ci riserverà molte sorprese!

 

Intanto nell’ufficio della Direttrice…

 

- Benvenuta Miss Candice, attendevamo il suo arrivo e siamo liete di averla con noi. Come saprà la Royal St. Paul School è un istituto molto prestigioso riservato a pochi, per cui credo che lei, viste le sue origini, debba ritenersi molto fortunata a potervi avere accesso.

Inutile sottolineare che il suo impegno nello studio e la sua condotta dovranno risultare ben oltre la media affinché la sua permanenza tra noi non sia di breve durata.

- La ringrazio molto per l'accoglienza suor Grey e le prometto che farò del mio meglio.

- Bene, spero sia sufficiente! Suor Kriss l'accompagnerà nella sua stanza. Cerchi di riposare, domani l'aspetta una lunga giornata.

- Grazie.

- Un’ultima cosa Candice… veda di adottare un abbigliamento e un'acconciatura più adeguati al luogo in cui si trova.

- Certo, lo farò senz'altro.

- Bene, può andare.

 

Mentre suor Kriss la guida verso il dormitorio delle ragazze, Candice si guarda intorno ammutolita. Tutto le sembra strano e anche un po’ inquietante. Il lungo colonnato che circonda il giardino centrale le incute un certo timore, sembra che la luce del sole lì non possa arrivare mai.

- Eccoci arrivate, questa è la sua stanza signorina.

La suora apre la porta che dà accesso ad un'ampia camera da letto, con un piccolo salotto in un angolo e una grande libreria davanti ad uno scrittoio.

- Accidenti quanti libri, dovrò studiarli tutti?

- Certamente e dal momento che siamo già a gennaio le consiglio di iniziare al più presto o non riuscirà a prepararsi adeguatamente per gli esami di giugno. Si ricordi di spegnere tutte le luci alle 9pm. Domani mattina alle 7am, dopo la preghiera, verrà servita la colazione e successivamente inizieranno le lezioni. La puntualità è la prima regola, non se lo dimentichi. Buonanotte.

- Buonanotte sorella.

Suor Kriss chiude la porta e Candice si trova immersa in un profondo silenzio.  Sembra che la scuola sia deserta, eppure dovrebbe esserci almeno un centinaio di studenti.

- Stare impalata come una statua davanti alla direttrice mi ha fatto addormentare i muscoli…

La ragazza si stiracchia gironzolando per la stanza. Il suo pensiero vola subito ai cugini che ancora non ha potuto salutare. Chissà cosa staranno facendo, pensa. Si affaccia al balcone, davanti a lei si stende una fitta boscaglia avvolta dall'oscurità. Dalla parte opposta, attraverso i rami, si riesce ad intravedere solo qualche flebile luce proveniente dal dormitorio maschile.

- Di sicuro Stair ed Archie avranno saputo che sono arrivata… quanto vorrei rivederli! Chissà quale sarà la loro stanza, e quella di Anthony? Mi sembra assurdo che non possiamo incontrarci neanche a lezione o a pranzo almeno… devo trovare al più presto una soluzione!... Oh mio dio…sono già le nove… devo spegnere la lampada.

Nella camera scende improvvisa la notte, così come in tutto l'istituto tranne… tranne una finestra che rimane illuminata, dall'altra parte del bosco.

- Chi può essere che osa infrangere le regole così spudoratamente? Domani avrà una bella punizione…

Candice resta ancora un po’ imbambolata davanti a quella luce sfacciata che non vuole cedere, poi si sdraia sul letto e si addormenta sognando.

 

La stanza accanto a quella di Candice è occupata da una ragazzina timida ed introversa, molto studiosa tanto che da grande vorrebbe fare l’insegnante. Sembra avere paura di tutto e la sola cosa che le da sicurezza è il rispetto delle regole! Insomma Patricia O’Brien è praticamente tutto il contrario di Miss Ardlay, eppure tra loro nasce fin da subito una forte amicizia.

Patricia infatti riconosce in Candice la schiettezza e la sincerità che finora non ha trovato in nessun’altra compagna di scuola e, anche se è un po’ spaventata dall’esuberanza della nuova arrivata, sente che di lei si può fidare.

Tra loro inizia così un bel rapporto fatto di chiacchiere e confidenze.

 

- Quindi i fratelli Cornwell sono i tuoi cugini, Candice?

- Esattamente… anche se in realtà sono stata adottata dalla famiglia Ardlay e non ho ancora conosciuto neanche lo zio William.

- Chi?

- William Ardlay è colui che mi ha adottata e che mi ha letteralmente cambiato la vita! Sai… io non ho mai conosciuto i miei genitori e ho vissuto per molti anni in un orfanotrofio, ma non mi sono mai sentita abbandonata perché ho avuto due mamme meravigliose che mi hanno ricoperto d’amore. Penso di essere stata molto fortunata nella vita e poi… ho avuto questa grande opportunità di poter studiare in una scuola  così importante, ce la metterò tutta per non deludere lo zio William!

- Io ti ammiro Candice, sei una ragazza che non si perde mai d’animo, sei molto forte e non hai paura di niente…

- Non è vero, io ho paura di tutto ma la speranza non la perdo mai, questo è sicuro. Miss Pony dice sempre che finché si è vivi si può sperare che ci accada qualcosa di bello, non possiamo sapere né dove né quando ma non dobbiamo mai smettere di crederci!

- Miss Pony deve essere una donna molto dolce e forte come te, vero Candice?

- Sì lo è, però che ne diresti di chiamarmi Candy?

- Direi che mi piace, se per te va bene chiamarmi Patty!

- Affare fatto Patty!

Le due ragazze scoppiano a ridere, rincuorate da questa nuova amicizia.

- Perdona la mia curiosità Candy, ma perché sei arrivata solo ora? 

- Per formalizzare l'adozione c'è voluto del tempo e senza i documenti necessari non potevo partire.

- Oh capisco… così hai dovuto fare questo lungo viaggio da sola?

- No no… Anthony, un altro dei miei cugini,  mi ha aspettata e abbiamo viaggiato insieme! 

- È stato molto gentile.

- Beh sì, Anthony è così, la gentilezza in persona!

Patty nota gli occhi trasognati dell'amica che sembra improvvisamente essere da un'altra parte. Candy si è ricordata infatti di quando vide Anthony per la prima volta al cancello delle rose, a Lakewood: l'espressione del suo volto era così dolce che lei ne rimase incantata, sembrava un angelo sceso dal cielo, quasi irreale. La rosa Dolce Candy che le aveva dedicato nel giorno del suo compleanno le aveva riempito il cuore di un'emozione nuova, mai provata prima, a cui ancora non era riuscita a dare un nome. Le era chiaro comunque quanto la vicinanza del ragazzo la rendesse felice, facendola sentire speciale.

- Patty chi è quello? - domanda Candy improvvisamente mentre, sporgendosi dal balcone, segue con lo sguardo un ragazzo che sta attraversando il bosco.

L'amica si avvicina e capisce subito di chi si tratta, anche perché a quell'ora della sera è vietato abbandonare la propria stanza e c'è solo una persona in tutta la scuola che non si preoccupa minimamente dei divieti.                            

- Oh Candy… quello è un ragazzaccio, ti consiglio di evitarlo. Nonostante le sue origini nobili, ne combina una dopo l'altra… è la disperazione di suor Grey!

- Veramente! Come si chiama?

- Si chiama Terence ed è il figlio del Duca di Granchester, appartiene ad una delle famiglie nobili più importanti d'Inghilterra.

Candy torna a scrutare il fitto della boscaglia e ancora per poco riesce a intravedere il ragazzo allontanarsi, di spalle, con le mani in tasca. Una strana sensazione la assale, ha infatti l'impressione di averlo già conosciuto.

- Adesso sarà meglio andare a dormire, ci vediamo domattina in chiesa, non ti dimenticare di indossare l’abito scuro.

- Grazie Patty, buonanotte.


Capitolo due




- Signor Terence Granchester! – la voce di suor Grey tuona all’interno della chiesa, facendo tremare le splendide vetrate che adornano l’abside.

Un attimo prima infatti il portone si è aperto ed un ragazzo dai lunghi capelli scuri ha fatto il suo ingresso nella navata centrale, con la testa bassa e la giacca sulla spalla. Pare non essersi accorto minimamente di ciò che sta accadendo intorno a lui e con aria dinoccolata fa qualche passo verso l’ultima panca libera.

Solo quando ode pronunciare il suo nome e cognome, si decide ad alzare lentamente il viso, piegandolo un poco di lato e rivolgendo alla suora uno sguardo di sufficienza. È lui ad avere l’aria infastidita, come se la presenza degli altri studenti lo disturbasse.

- Che cosa ci fate qui? – chiede guardandosi intorno.

È a questo punto che Candy, inginocchiata per la preghiera, si volta e lo riconosce. La sensazione che aveva avuto la sera prima vedendolo di spalle attraversare il bosco non era sbagliata: lo ha già incontrato.

- Signor Terence prenda posto ed io eviterò di ricordarmi del suo ennesimo ritardo!

- Perché urla tanto, non sono sordo! – esclama beffardo – Credevo che la chiesa fosse vuota, di solito qui è tranquillo e si può dormire… tornerò dopo.

- La prego Granchester di mettersi seduto!

- Cosa? Lei mi prega? Non crede che dovrebbe rivolgere al Signore le sue suppliche sorella? E voi ragazzi inginocchiati… cosa state chiedendo al Signore? Io lo so, ma state pure tranquilli non farò la spia. Ricordatevi però che Dio vi vede! Non è vero sorella?

- Terence…

- D’accordo ho capito, vado ad aspettarla nel suo ufficio, scommetto che desidera parlarmi. In effetti è un po’ che non ci vediamo, sono sicuro che ha sentito la mia mancanza.

Suor Gray non può far altro che alzare gli occhi al cielo in segno di resa, mentre il ragazzo torna verso l’uscita con passo sicuro, si sofferma solo un attimo e senza voltarsi dirige lo sguardo alla sua sinistra, lungo la fila delle ragazze, rigorosamente separate dai ragazzi.

Candy è ancora lì imbambolata dopo aver assistito a quello spettacolo inusuale, ma è sicura che per un istante i suoi occhi abbiano incrociato quelli straordinariamente blu di lui e che in qualche modo le abbiano sorriso.

- Che tipo! – mormora tra sé. Poi ripensa all’incontro, o piuttosto allo scontro, avuto con lui, sulla nave che dall’America la stava portando in Inghilterra.

 

Era la notte del 31 dicembre, c’era un grande ricevimento a bordo per festeggiare la fine dell’anno 1912. Candy si stava divertendo molto insieme ad Anthony, avevano ballato senza fermarsi un istante e le era venuto caldo. Così, mentre il ragazzo andava a prendere qualcosa da bere, Candy aveva deciso di uscire sul ponte per respirare un po’ d’aria fresca. C’era molta nebbia e sembrava non esserci nessuno. La musica le giungeva leggera all’orecchio. Si sentiva emozionata per la nuova vita verso cui stava andando e le sembrava di essere felice, di aver trovato finalmente la propria strada. Un colpo di vento improvviso le fece volare via la mantella che aveva sulle spalle e raccogliendola da terra si accorse che in realtà, poco lontano da lei, c’era una persona, appoggiata alla balaustra del ponte. Si spaventò, ma poi incuriosita fece qualche passo in avanti notando che si trattava di un ragazzo, più o meno dell’età di Anthony, ma più alto e con i capelli scuri. Se ne stava immobile con gli occhi fissi verso l’oceano. Candy istintivamente pensò di salutarlo, ma poi si accorse che l’espressione del suo viso era molto triste e che, sì… stava piangendo. I suoi occhi erano pieni di lacrime che sembravano traboccare da un momento all’altro.

- Chissà perché sta piangendo, qui, tutto solo? Forse non vuole essere disturbato… - pensò la ragazza e fece per tornare indietro.

- Aspetta, non te ne andare…

Candy si voltò, era stato lui a parlare.

- Scusami non volevo disturbarti, mi chiedevo come mai fossi qui da solo invece di partecipare alla festa, poi mi sono resa conto che eri triste e allora…

- Io triste! Ti sei sbagliata di brutto bambina… non ho mai sentito una scusa peggiore per attaccare bottone! – esclamò il ragazzo mettendosi a ridere forte.

- Non mi sono sbagliata e non sto cercando di attaccare bottone!

- Secondo me ti sei confusa, in effetti è difficile vedere la realtà in mezzo a tutte quelle lentiggini!

- Cosa? Cosa c’entrano le mie lentiggini?

- Non puoi certo negare di averne parecchie… signorina Tuttelentiggini!

- Ma come ti permetti! Il mio nome è Candy e sono molto orgogliosa delle mie lentiggini!

- Anche del tuo nasino? Non ci credo… non ne ho mai visto uno tanto ridicolo, sembra una piccola patata!

- Lo sai che sei proprio un gran maleducato!

- Ma molto affascinante, non puoi certo negarlo ed è per questo che ti sei avvicinata, di’ la verità!

- Neanche fossi l’unico ragazzo sulla terra!

- Oh oh oh… ne sei proprio sicura? E poi qui non siamo sulla terra, siamo in mezzo all’oceano!

- Candy tutto bene?

- Si Anthony, tutto bene, torniamo dentro, qui fa freddo.

- Ciao Tuttelentiggini.

- Addio!

 

Una volta terminata la funzione, ragazze e ragazzi possono intrattenersi nel giardino per una mezz’ora, prima del pranzo domenicale che consumeranno separati come sempre. Candy e Patty passeggiano commentando quanto è avvenuto in chiesa e l’argomento principale è naturalmente Terence Granchester.

- Te l’avevo detto che era un ragazzaccio.

- Ma io non capisco una cosa Patty: come fa a non venire mai punito?

- Te lo dico io Candy, semplicemente perché il padre elargisce sostanziose donazioni alla scuola! – esclama Archie, sopraggiunto alle loro spalle.

I ragazzi si salutano e Candy presenta loro Patty, proprio in quel momento spunta fuori Terence, da dietro un albero.

- Ciao Terence, è un po’ che non ti si vede, dov’eri finito? – gli domanda Stair, l’unico a salutarlo.

- Sono stato a New York.

- Wow… in vacanza?

- Già… in vacanza – risponde serio, espirando il fumo della sigaretta.

- Scommetto che ti sei divertito… chi te l’ha fatto fare di tornare qua dentro?

- Me lo sto chiedendo anch’io!

- Non fai le presentazioni Stair? – chiede Anthony.

- Oh certo, lui è mio cugino Anthony.

Il ragazzo allunga la mano e Terence la stringe fissandolo in silenzio. Poi dirige lo sguardo verso la nuova arrivata, Stair lo nota e presenta anche Candy. Terence alza il mento con un sorrisetto sarcastico.

Dall’altro lato del giardino un ragazzo lo sta chiamando, dice che suor Grey lo aspetta e che è su tutte le furie.

- Peggio per lei, alla sua età non dovrebbe agitarsi tanto, qualche volta le verrà un accidente! – esclama e si allontana, lasciando una scia di fumo dietro di sé.


Capitolo tre


I fratelli Lagan sono sempre in agguato da quando hanno saputo che anche la “povera orfanella” frequenta la Royal St. Paul School. Non possono tollerare che una ragazza di così bassa estrazione sociale osi anche solo calpestare il terreno dove camminano e hanno tutte le intenzioni di renderle la vita impossibile. Quando Candy venne accolta nella famiglia Lagan, inizialmente avrebbe dovuto fare compagnia ad Eliza, in realtà ben presto la posizione della bambina venne relegata a domestica, oltretutto continuamente vessata dalle angherie dei due rampolli. Una volta adottata dalla facoltosa famiglia Ardlay, la quale vantava uno status più elevato rispetto ai Lagan, Neal e Eliza non avevano più potuto far nulla contro Candy che era sempre scortata dai suoi fidi cavalieri, Archie, Stair, ma soprattutto Anthony. Eliza moriva di invidia e con il fratello era decisa a fare in modo che Candy venisse allontanata da tutti.

 

- Qui a scuola non potrà avere sempre la protezione dei ragazzi, dobbiamo trovare il modo di farle capire subito chi comanda qua dentro!

- Hai già qualcosa in mente sorella?

- Domani, dopo la celebrazione… vedi di portarla nel bosco… insieme ai tuoi amici e falle un bel servizietto!

- Non sarà troppo come prima volta?

- Neil… quella ragazza è pericolosa, la sua presenza qui infanga il buon nome della scuola e anche il nostro! Dobbiamo fare in modo che se ne vada. Sono sicura che sarà lei a chiederlo, dopo che vi sarete un po’ divertiti.

- Sei di@bolica!

 

La funzione domenicale si è conclusa da pochi minuti. Candy e Patty sono appena uscite dalla chiesa e si stanno guardando intorno cercando gli altri. Il giovane Lagan si avvicina e dopo averle salutate cordialmente chiede a Candy di seguirlo perché ha bisogno di parlarle da solo. La ragazza conosce bene Neal, sa che è un vigliacco e un codardo, non ha paura di restare da sola con lui e lo asseconda.

 

- Come stai Candy?

- Bene! Mi hai portato fin qui per chiedermi questo?

- In realtà voglio mettere subito le cose in chiaro con te.

- Vedi di sbrigarti… i miei amici mi aspettano!

- Amici? Quali amici? Tu non ne hai, mettitelo bene in testa! Non puoi avere amici in un posto come questo, non sei uguale a noi, sei un essere inferiore e non dovresti stare qui!

- Ma che cosa dici Neil! Io ho tutto il diritto di stare in questa scuola, è stato lo zio William a deciderlo, fattene una ragione!

- Tu sei semplicemente un’orfana, non te lo dimenticare! Devi andartene Candy e prima lo fai meglio è…

- Non ho nessuna intenzione di andarmene!

- Beh peggio per te! Sono sicuro che dopo aver conosciuto i miei amici cambierai idea!

Neil fa un fischio e dagli alberi spuntano fuori due ragazzi che Candy ha visto spesso insieme a Lagan.

- Sei il solito vigliacco, credi di mettermi paura?

- Faremo molto peggio che metterti paura! Avanti ragazzi.

In pochi istanti Candy si trova accerchiata dai tre ed inizia a temere di non cavarsela questa volta.

- Lasciatemi andare e non dirò niente a nessuno…

- Certo che non dirai niente, non ce la farai nemmeno a parlare dopo che ci saremo divertiti un po’ con te!

Due ragazzi la afferrano per le braccia immobilizzandola, sono molto più forti di lei, mentre Neil le si avvicina sfiorandole la guancia con un dito che poi lascia scivolare lungo il collo, fermandosi sul nastro che le chiude la camicetta. Candy vorrebbe gridare ma inspiegabilmente sente la voce morirle nella gola. Ha gli occhi sbarrati, non riesce ancora a credere che possano arrivare a tanto.

- Che ti succede orfanella, hai perso la lingua?

 

- E tu la dignità! – grida qualcuno dall’alto.

- Chi ha parlato? – chiede Neal, guardandosi intorno spaventato perché ha già intuito a chi appartiene quella voce.

- Non smetti mai di stupirmi Lagan, cadi sempre più in basso… eppure mi sembrava di essere già stato chiaro con te!

Dopo queste parole, un ragazzo in tenuta da equitazione, salta giù da un ramo e le paure di Neal si materializzano sul suo viso e su quello dei due amici che liberano immediatamente la ragazza.

- Ancora tu Granchester, perché non ti fai i fatti tuoi? – prova a fare ancora lo spavaldo.

- Quando tu e i tuoi amici imparerete a comportarvi da gentiluomini allora vi lascerò in pace, purtroppo per voi credo che non accadrà mai! – dopo queste parole, Granchester fa schioccare la frusta da cavalli sul terreno, sollevando una nuvola di polvere.

Lagan indietreggia mentre il ragazzo fa un solo passo verso di lui, colpendo con il pugno il palmo dell’altra mano.

- Siete veramente dei codardi, in tre contro una ragazza indifesa, ve la prendete con lei solo perché non ha i genitori, come se fosse colpa sua. Dovete imparare che cosa significa avere rispetto, siete pronti per la prima lezione? – chiede Granchester stringendo Neal per il colletto.

La reazione degli altri è troppo timida per poterlo impensierire e dopo un paio di pugni ben assestati battono in ritirata. Neil appena libero dalla stretta di Granchester segue i compagni, minacciando un’improbabile vendetta.

- Me la pagherai Terence! – grida ancora fuggendo.

- Certo come no… - mormora Granchestar raccogliendo la frusta abbandonata a terra, poi si volta e fa per andarsene.

- Aspetta… ehi aspetta!

- Che cosa vuoi ragazzina? – le chiede senza guardarla.

- Terence… ti chiami Terence, vero?

- E quindi?

- Volevo ringraziarti, se non fossi intervenuto non so davvero come sarebbe finita stavolta. Grazie Terence.

- Non sprecare il fiato a ringraziarmi, vedi piuttosto di stare alla larga da Lagan, altrimenti penserò che ti metti nei guai solo per essere salvata da me, Tuttelentiggini!

- Come hai detto, Tuttelentiggini?! Ma allora ti ricordi… perché fingi di non conoscermi?

- Io non fingo, la verità è che non mi interessa conoscerti, è diverso!

- Credi di essere molto simpatico?

- No, non ci tengo ad essere simpatico, l’essere irresistibile mi basta!

- Addirittura irresistibile, e cosa te lo fa pensare?

- Ad esempio il fatto che tu da circa dieci minuti mi stia riempiendo di domande al solo scopo di trattenermi! E dal momento che siamo in mezzo al bosco, in un punto decisamente isolato, ciò potrebbe indurmi a pensare che tu ci stia provando!

- Cosaaaaaa! Oltre che antipatico sei anche un grandissimo presuntuoso Terence Granchester!

Il ragazzo si mette a ridere di gusto e poi fa un fischio come per sottolineare lo scampato pericolo.

- Saresti la prima a tirarsi indietro, ma è meglio così dal momento che non rientri minimamente nei miei canoni di bellezza femminile! Con tutte quelle lentiggini poi…

- Sei veramente insopportabile, io volevo solo ringraziarti per avermi difesa, non ci penso proprio a “rientrare nei tuoi canoni di bellezza”!

- Ti saluto Tuttelentiggini!

- E vedi di finirla con questo stupido soprannome, io mi chiamo Candy, hai capito? – la ragazza gli urla dietro ma Terence si è già allontanato, fischiettando e sorridendo tra sé.

 

Mentre torna indietro Candy ripensa a quello che è accaduto. Sente ancora il dito di Neal scivolarle sulla guancia e sul collo, le manca l’aria per un attimo e deve fare un lungo respiro per poter continuare a camminare. Poi le appare il volto di Terence, le tornano in mente le parole che ha pronunciato e riflette sul fatto che spesso si è sentita in colpa, come se essere abbandonata dai propri genitori fosse dipeso da lei. Come faceva lui a saperlo? Terence appartiene ad una nobile famiglia inglese, sarà cresciuto circondato da tanto amore, non può sapere nulla di cosa provano i bambini cresciuti in un orfanotrofio. Eppure, nessuno ha mai detto quelle cose su di lei, nessuno l’ha mai difesa in quel modo come ha fatto lui.

 

- Candy ma dov’eri finita? Patty ci ha detto che Neal…

- Oh non preoccuparti Anthony, non è successo niente…

- Che vuoi dire? Cosa ti ha fatto?

- Beh conosci Neal… mi ha detto che non posso stare in questa scuola e che farà in modo che io me ne vada, poi sono sbucati fuori due suoi amici e… per fortuna Granchester passava di lì e se ne sono andati.

- Chi?

- Terence Granchester, se non fosse stato per lui…

- Oh mio dio Candy!

- Non preoccuparti Patty, è tutto a posto, sto bene.

- Candy devi stare lontana dai Lagan, lo sai che sono pericolosi!

- Lo so Archie, farò più attenzione.

 

Suona la campana, la ricreazione domenicale è terminata e i ragazzi si devono salutare. Dopo il pranzo gli studenti possono intrattenersi nel salone. C’è anche Terence seduto sul davanzale di una finestra aperta, fuma una sigaretta cercando di non farsi beccare. Anthony lo vede e gli si avvicina.

 

- Ciao Terence, Candy mi ha raccontato che sei intervenuto in suo aiuto, volevo ringraziarti.

- Te l’ha detto lei?

- Sì, mi ha detto che Neal le stava dando fastidio e che se tu non…

- Perché vieni tu a ringraziarmi?

- Perché tengo molto a Candy…

- È la tua ragazza?

- Beh… in un certo senso…

Terence abbozza un sorriso canzonatorio ripetendo a mezza voce le ultime parole di Anthony… “in un certo senso”.

- Non devi ringraziarmi… ci ha già pensato lei! – esclama in tono allusivo prima di saltare fuori dalla finestra.

Anthony resta immobile a guardarlo allontanarsi: quell’inglese non gli piace, non gli piace per niente!


Capitolo quattro




Londra, Royal St. Paul Scholl

gennaio 1913

 

Questo pomeriggio c’è un gran fermento tra gli studenti e le studentesse della Royal St. Paul School. È infatti il giorno in cui viene consegnata la posta e tutti, o quasi, aspettano con ansia di ricevere notizie da casa. Ma non è solo questo ad agitare ragazzi e ragazze: tra le varie lettere ricevute c’è una busta che contiene qualcosa di molto particolare, ovvero un invito ad una festa che si terrà fuori dalle mura scolastiche!

 

- Louise, Louise guarda che cosa ho ricevuto!

- Non ti agitare così Eliza, non sta bene e poi l’ho ricevuto anch’io.

- Come anche tu?

- Sì, guarda.

Louise mostra all’amica una busta di colore blu identica alla sua. Eliza si guarda intorno e nota che tutte le ragazze ne possiedono una, persino Candy.

- Non è possibile che l’abbia ricevuta anche tu Candy, ci deve essere un errore!

- Nessun errore Eliza, come vedi c’è scritto il mio nome sulla busta!

 

D’un tratto nel salone cala il silenzio e fa il suo ingresso suor Grey per annunciare l’evento che si terrà la domenica seguente. La madre superiora spiega che l’invito che tutti hanno ricevuto riguarda una festa di compleanno.

- Il Duca di Granchester ci tiene molto a festeggiare il sedicesimo compleanno del figlio organizzando un grande ricevimento che si terrà nella sua residenza londinese. In via del tutto eccezionale e previo il consenso delle vostre famiglie, la scuola ha deciso di concedervi la possibilità di partecipare. Naturalmente il Duca ha assicurato la massima sorveglianza, ma sono sicura che saprete comportarvi nel migliore dei modi e che tutto andrà bene. Adesso tornate nelle vostre stanze e mettetevi a studiare, gli esami di metà anno si avvicinano.

 

- Oddio Patty ci pensi… un grande ricevimento a Villa Granchester! Si potrà ballare e ci saranno tante cose buone da mangiare… sarebbe tutto perfetto, peccato che si tratta della festa di compleanno di quell’antipatico di Terence!

- Pensavo che dopo che ti aveva difeso fosse diventato tuo amico.

- Beh l’ho già ringraziato per essere intervenuto, ma resta comunque un gran maleducato e presuntuoso! In ogni caso non mi importa, non vedo l’ora di poter uscire da questa prigione! Credi che anche i ragazzi abbiano ricevuto l’invito?

- Penso di sì, Candy.

- Forse è il caso che vada ad informarmi! – esclama facendo l’occhiolino all’amica. Poi tira fuori una corda da sotto il suo letto e si lancia dal balcone, saltando di ramo in ramo, fino ad arrivare dall’altra parte occupata dalle stanze dei maschi. Non è la prima volta che Patty assiste a tali acrobazie, ma rimane sempre a bocca aperta.

 

- Stair, Archie, ci siete? – mormora Candy alla finestra dei cugini, dopo essere piombata sul loro balcone.

- Candy ciao, entra.

- Avete saputo la grande notizia?

- Di che stai parlando?

- Del ricevimento a Villa Granchester!

- Oh certo Candy, ci sarà da divertirsi! – esclama Stair pregustando la libera uscita.

In quel momento bussano alla porta. Archie va ad aprire per far entrare Anthony il quale va subito vicino a Candy per offrirle i cioccolatini che gli ha fatto arrivare la zia Elroy.

- Mmmm… che delizia! E tu verrai Anthony?

- Venire dove?

- Al compleanno di Granchester… - mormora Archie che non sembra nutrire lo stesso entusiasmo del fratello.

Anche il cugino appare piuttosto indeciso ed esita a rispondere, fino a quando incalzato da Candy, asserisce che preferirebbe evitare.

- Cosa? Perché? – domanda la ragazza delusa.

- Non vado pazzo per questo tipo di feste, ci sarà di sicuro una gran confusione e non credo proprio che la sorveglianza sarà adeguata e riuscirà a fare in modo che tutto fili liscio.

- Andiamo cugino non fare il guastafeste! Dì piuttosto che la pensi come Archie…

- E cioè?

- Siete entrambi contrariati dal fatto che si tratti del compleanno di Granchester, per questo non volete partecipare! – dichiara apertamente Stair.

- Mentirei se ti dicessi che quel tipo mi piace, anche se è tuo amico io lo trovo arrogante e pieno di sé!

Archie conferma con uno sguardo eloquente il giudizio appena espresso da Anthony.

- Questo significa che non volete venire, né tu né Archie?

- Io credo che non dovresti andarci nemmeno tu Candy! – esclama Anthony fissandola con aria di rimprovero.

- Stai scherzando! Ok anch’io non faccio i salti di gioia trattandosi di Granchester, ma cavoli è una festa fuori dalla scuola. Ragazzi, da quando sono a Londra non ho ancora visto nemmeno il Tower Bridge! E dai Anthony, Archie, non possiamo andare senza di voi… per favore, probabilmente con tutta la gente che ci sarà neanche lo vedrete Granchester.

 

 

L’ingresso di Villa Granchester è illuminato quasi come se fosse Natale! Entrando nel grande salone centrale si ha subito la netta impressione che il ricevimento sia stato curato nei minimi dettagli: luci scintillanti e addobbi di ogni genere, vasi che traboccano di fiori e lunghe tavole imbandite con speciali prelibatezze circondano l’area centrale lasciata libera e destinata alle danze. In un angolo, a sinistra della grande finestra che dà sulla terrazza, un’orchestra suona continuamente allegre melodie secondo il gusto del momento.

Quando Candy e Patty, accompagnate dai fratelli Cornwell e da Anthony, arrivano a palazzo, la festa è già iniziata ed entrambe sono elettrizzate all’idea di ballare con i loro cavalieri. Candy si è accorta che tra Stair e l’amica sta nascendo qualcosa di più di una semplice conoscenza ed è molto felice all’idea che possano trascorrere questa serata insieme, lontano dalle rigide regole della scuola. Lei pensa che dovrà dividersi tra Archie ed Anthony e le viene da sorridere ritenendosi molto fortunata. Si guarda intorno però e le sembra strano non aver ancora visto Terence.

- Essendo il festeggiato dovrebbe essere lui al entro della scena – pensa la ragazza - invece non si vede. Di sicuro farà un’entrata ad effetto, egocentrico com’è!

Anthony le chiede per primo di ballare, bruciando Archie sul tempo il quale si ritrova tra le braccia una scialba morettina che non sa fare altro che pestargli i piedi!

- Non penserai di monopolizzare Candy per tutta la sera – mormora a denti stretti riferendosi al cugino che sorride fissando Candy.

- Anthony sei il miglior ballerino del mondo!

- Non farti sentire da Archie, la scorsa estate ha preso persino lezioni per affinare i suoi movimenti!

- Sul serio? Ma dai… - Candy scoppia a ridere, si sente leggera come una farfalla e vorrebbe che questa notte non finesse mai.

 

Dopo una serie prolungata di balli, i ragazzi decidono di fare una pausa e prendere qualcosa da bere. Le ragazze ne approfittano per andare alla toilette e mentre Candy aspetta che l’amica abbia finito di incipriarsi il naso, la raggiunge una musica proveniente dal fondo del corridoio.

- Chissà chi sta suonando? – si chiede, poi una strana sensazione la spinge a seguire quella melodia dolce, ma molto malinconica. Dice a Patty di aspettarla lì e si dirige verso la stanza da dove proviene la musica. La porta è socchiusa e non resta stupita quando nota Terence al pianoforte. Come se avvertisse la sua presenza, il ragazzo si volta e di colpo smette di suonare.

- Continua pure, non volevo disturbarti.

- Cosa ci fai qui, perché non sei di sotto a divertirti?

- La stessa domanda potrei farla a te!

- Non mi piacciono le feste!

- Ma questa non è una festa qualsiasi, è il tuo compleanno, sei tu il festeggiato.

- Il festeggiato! Vorresti farmi credere che siete venuti tutti qui per festeggiare me? Ma non farmi ridere… volevate solo approfittare di questa festa per poter uscire dalla scuola!

- Beh un po’ hai ragione, però… anche tu potresti divertirti se solo…

- Ti ho già detto che non mi piacciono le feste, cosa non ti è chiaro Tuttelentiggini?

Il ragazzo si alza dal pianoforte e si avvicina ad un tavolino carico di alcolici. Si versa da bere e con un gesto della mano offre un bicchiere anche a Candy che rifiuta.

- Hai intenzione di restare qui da solo ad ubriacarti? – gli domanda dopo qualche istante di silenzio.

- A te che importa? Vattene pure.

Candy non sa cosa dire, non capisce l’atteggiamento di Terence, per quale motivo si comporti in quel modo. Eppure al piano di sotto c’è una magnifica festa che il padre ha organizzato solo per lui.

- Tuo padre sarebbe felice se tu prendessi parte al ricevimento che ha preparato per…

- Che impicciona che sei! Cosa fa il Duca non sono affari tuoi! Che c’è, il tuo cavaliere biondo ti ha dato la libera uscita, ha allentato la catena forse?

- Ma che diavolo stai dicendo!

- Mi hai stufato Tuttelentiggini, torna dai tuoi amichetti e lasciami in pace! – grida Terence chiudendole la porta in faccia.

 

Candy torna nel salone delle danze insieme a Patty senza smettere di pensare a Terence: continua a chiedersi per quale motivo si comporti in quel modo, è il suo compleanno, dovrebbe essere felice, chiunque lo sarebbe al suo posto. Balla con Archie ma, essendo distratta, anche lei finisce per pestargli un piede.

- Ma che avete stasera, vi siete tutte dimenticate come si balla!

- Perdonami Archie, non volevo, è che sono un po’ stanca.

 

Dall’ingresso intanto si odono provenire delle grida. Qualcuno sta chiedendo con insistenza di entrare mentre i domestici si rifiutano di farlo passare in quanto sprovvisto di invito.

Stair arriva di corsa informando gli altri che un tipo poco raccomandabile afferma di essere un amico di Terence e che è venuto qui per fargli gli auguri.

- Peccato che abbia tirato fuori un coltello e quindi la sorveglianza non ha alcuna intenzione di farlo passare.

- Forse sarebbe il caso di chiamare Terence, magari vedendolo si tranquillizza – suggerisce Patty.

- Io so dov’è! – esclama Candy mentre già corre lungo la scala che porta al piano superiore, senza fermarsi nonostante i richiami di Anthony.

Candy torna davanti alla stanza dove prima Terence stava suonando. La porta adesso è chiusa e sembra tutto immerso nel silenzio.

- Forse se n’è andato – pensa mentre gira la maniglia e apre. Terence invece è ancora lì ma… non è da solo: è di nuovo seduto davanti al pianoforte ma a cavalcioni sulle sue gambe tiene una ragazza dai lunghi capelli neri e in atteggiamento del tutto inequivocabile. Candy sente le guance avvampare e vorrebbe andarsene, ma il rumore della porta ha attirato l’attenzione di Terence che la sta fissando, mentre la ragazza non si è accorta di niente e continua ad esplorare il suo collo con le labbra. Solo quando lui la blocca si rende conto che non sono da soli.

- Non avevi chiuso a chiave? – domanda infastidita dall’interruzione.

- Tuttelentiggini si può sapere che cosa vuoi ancora?

Candy abbassa lo sguardo e cercando di mascherare l’imbarazzo gli riferisce che al piano di sotto un ragazzo chiede di lui.

- Sai cosa me ne importa!

- È piuttosto agitato e pare abbia un coltello…

- Come?

A quel punto Terence si alza, abbandonando la ragazza sullo sgabello, e si avvicina a Candy. Lei lo osserva, non indossa più la giacca e ha la camicia quasi del tutto aperta, a giudicare dal suo alito deve aver bevuto molto.

- Sai come si chiama? – le chiede con un tono stranamente calmo.

Candy fa cenno di no con la testa.

- Andiamo – sbuffa Terence mentre la brunetta tenta di trattenerlo.

Scendono velocemente le scale, nel frattempo Terence sistema la camicia dentro ai pantaloni e Candy si volta per non guardarlo. Lui sorride.

 

- Charlie, amico mio, avrei dovuto immaginare che eri tu!

- Terry compi gli anni e non mi inviti?

- Perdonami ma ho pensato che ti saresti solo annoiato ad una festa come questa!

- Allora anche tu ti stai annoiando!

- Direi proprio di sì, ma ora che sei arrivato forse ci divertiamo. Vieni che ti offro da bere, qui c’è roba buona non come quelle schifezze che ti scoli al Blue Moon!

 

Terence scompare di nuovo insieme all’amico, mentre la festa volge pian piano al termine e giunge l’ora di rientrare in collegio. Patty e Candy, dopo aver salutato i loro cavalieri che torneranno a scuola con carrozze separate, stanno recuperando i soprabiti, quando una voce alle loro spalle le sorprende.

- Spero vi siate divertite!

A qualche metro di distanza c’è Terence appoggiato con le spalle alla parete, da solo. Candy gli si avvicina.

- Io sì, e tu?

- Poteva andare meglio… per colpa di una certa Tuttelentiggini sono andato in bianco il giorno del mio compleanno!

- Ah davvero? Guarda che hai del rossetto sul collo!

- Dove?

- Lì… sulla destra.

- Potresti togliermelo? – le domanda piegando il collo verso di lei.

- Scordatelo! – risponde decisa Candy mentre lui scoppia a ridere e si pulisce con un fazzoletto.

- E il tuo amico con il coltello?

- Intendi Charlie? È l’unico ad essere venuto stasera solo per farmi gli auguri di compleanno!

Candy abbassa gli occhi perché sa che Terence molto probabilmente ha ragione.

- La nostra carrozza ci aspetta Candy.

- Arrivo Patty. Buonanotte e… buon compleanno.

- Buonanotte – risponde lui con un mezzo sorriso.


Capitolo cinque




Londra, Royal St. Paul School

febbraio 1913

 

Girovagando attraverso il parco della scuola, Candy ha scoperto un luogo che l’ha subito conquistata. Si tratta di una piccola collina da cui si può godere una magnifica vista di Londra, ma che soprattutto le ricorda la sua collina, quella della Casa di Pony, dove ha trascorso i giorni felici della sua infanzia. Quando desidera stare un po’ da sola, fugge di nascosto su quell’altura dove può perdersi tra i propri sogni fatti di balli con il suo principe azzurro.

- Ma che succede, c’è del fumo! – esclama correndo trafelata lungo il pendio.

Arrivata in cima capisce da dove proviene quella nuvola grigiastra.

- Terence Granchester, non lo sai che è pericoloso fumare tra gli alberi! – esclama imitando la madre superiora, tantoché il ragazzo, fino a quel momento sdraiato nell’erba, si tira su di colpo.

- Ehi perché ti agiti tanto Tuttelentiggini? Per un attimo ho creduto di veder spuntare suor Grey, la imiti davvero molto bene!

- Che cosa ci fai sulla mia collina?

- La tua collina? – domanda stupito il ragazzo.

- Sì hai capito bene, ho scoperto questo posto qualche giorno fa e l’ho ribattezzato la “seconda collina di Pony” perché mi ricorda molto dove sono cresciuta e non voglio che tu la infesti con le tue sigarette disgustose!

- Guarda che io ho trovato questo posto molto prima di te, per cui è mio e se ho voglia di fumare non sarai di certo tu ad impedirmelo! – ribatte Terence avvicinandosi al viso della ragazza e inondandolo di fumo.

- Dovresti smettere invece… anche il tuo alito ne trarrebbe beneficio! – esclama Candy tossendo.

- Ti assicuro che nessuna si è mai lamentata del mio sapore!

- Sei veramente impossibile! – grida Candy rossa in volto mentre il ragazzo osserva cosa tiene in mano.

- Devi studiare? – le chiede serio stavolta.

- Sì, sono venuta qui proprio per questo, per vedere se un po’ d’aria fresca mi apre la mente!

- Che cosa devi fare?

- La lingua più odiosa del mondo… francese!

Terence sorride affettuosamente poi…

- Je parle très bien français, mademoiselle.

- Veramente?

- Fa’ vedere.

Candy apre il libro alla pagina dove si trova la poesia che deve imparare e la mostra a Terence il quale inizia a leggere con un perfetto accento parigino.

 

- Depuis qu’Amour cruel empoisonna premierement de son feu ma poitrine, tousiours brulay de sa fureur diuine, qui un seul iour mon cœur n’abandonna…[1]

 

Candy resta incantata ad ascoltarlo, la voce del ragazzo è così diversa dal solito e non solo perché parla in francese… i versi della poesia sembrano provenire direttamente dal suo cuore, passare attraverso le sue labbra e infine vibrare nell’aria, disperdendosi come iridescenti bolle di sapone.

Una volta terminato di leggere, porge di nuovo il libro a Candy.

- Prova tu adesso.

- Oh no io…

- Avanti, ripeti con me.

Terence legge un verso per volta e Candy cerca di stargli dietro sforzandosi di pronunciare ogni parola come fa lui.

- Ce n’est pas difficile, avec un peu d’exercice.

- Come fai a parlare così bene, non mi sembri un tipo molto studioso dal momento che sei sempre in giro.

- Infatti non lo sono! – ribatte Terence ridendo - Sono a stato a Parigi più di una volta e così… ho imparato.

- In vacanza?

- Più o meno.

- New York, Parigi, Londra… sei fortunato, la tua famiglia ti permette di girare il mondo.

- Già – sbotta il ragazzo cambiando improvvisamente umore, poi si alza in piedi e con passo deciso si allontana.

- Dove vai? – gli grida dietro Candy.

Lui non risponde.

- Ma cosa gli è preso? – mormora Candy fra sé.

 

Il giorno successivo, nel pomeriggio, Candy si reca di nuovo sulla “sua collina”, ha fretta di arrivare. Non si spiega bene il motivo di quella agitazione che la spinge a correre e soprattutto quella fitta di delusione quando arriva ai piedi dell’albero e, guardandosi intorno, nota che non c’è nessuno. Si appoggia al tronco e aspetta, col fiatone.

- Ma che mi prende? – mormora tra sé.

- Già cosa ti prende Tuttelentiggini, ti stai allenando per una gara di corsa? – le fa eco una voce dall’alto.

Candy alza la testa e proprio sopra di lei, adagiato su un ramo, con una gamba penzoloni, Terence le lancia un sorriso beffardo.

- Terence, cosa ci fai lassù? Devo dirti una cosa… potresti scendere?

- Ai suoi ordini! – esclama atterrando molto vicino a lei con un balzo, tanto che Candy è costretta ad indietreggiare per non ritrovarsi tra le sue braccia.

- Volevo ringraziarti perché la prova di francese è andata bene, suor Kriss è rimasta molto stupita per i miei progressi nella pronuncia.

- Te l’ho detto che conosco tutto del francese… se vuoi posso darti ripetizioni anche su altri argomenti, non solo sulle poesie.

- Ad esempio?

- Sui baci naturalmente! Credo che anche lì tu abbia bisogno di migliorare…

- Ah sì… e cosa te lo fa pensare?

- Non ti vedo mai insieme al tuo ragazzo…

- Questi non sono affari tuoi!

- Dai non ti scaldare Tuttelentiggini… con te non si può mai scherzare!

- Sei tu che sei sempre così indisponente… io sono venuta per ringraziarti e ti ho portato questa…

Candy allunga la mano verso il ragazzo che intanto si è sdraiato nell’erba. Lui si volta e prende ciò che lei gli ha offerto.

- Un’armonica… che cosa dovrei farci?

- Che domande, suonarla!

- Ah… adesso è tutto chiaro!

- Come sarebbe?

- Il tuo è un modo indiretto per chiedermi un bacio! Lo vedi che ho ragione…

- Oh Terence ma quanto sei stupido!

Terence scoppia a ridere osservando la faccia infuriata di Candy, poi si mette seduto ed inizia a suonare, una melodia dolce e malinconica che la colpisce in pieno stomaco. Non può fare a meno di sedersi accanto a lui, ascoltando in silenzio quelle note e accorgendosi che è la stessa canzone che il ragazzo suonava al pianoforte la sera del suo compleanno a Villa Granchester.

 

- Un attimo prima stava ridendo e mi prendeva in giro, ora sembra così lontano e immerso in un altro mondo che nessuno conosce… ho l’impressione che il vero Terence non sia quello che mostra sempre, ma che ci sia un altro ragazzo dentro di lui che tiene ben nascosto anche se non ne capisco il motivo… - Candy è assorta in questi pensieri mentre d’un tratto suona la campana, deve tornare a scuola.

Terence interrompe la canzone e lei lo saluta.

- Ciao Terence, ricordati di suonare invece di fumare – gli grida mentre si allontana.

- Ciao Tuttelentiggini – sussurra lui infilando l’armonica nella tasca della giacca.



[1] Labé, Louise, Sonetto IV, (trad.: “Da quando il crudele amore avvelenò per la prima volta del suo fuoco il mio petto, ho bruciato senza tregua del suo furore divino che mai un giorno ha abbandonato il mio cuore…”).


Capitolo sei





Londra, Royal St. Paul School

febbraio 1913

 

È una notte senza luna. Candy, dopo un'intensa giornata trascorsa in biblioteca a studiare, dorme profondamente nella sua stanza. È passata da poco la mezzanotte e nel collegio regna un silenzio assoluto, ma nel corridoio del dormitorio femminile si avverte uno strano fruscio di passi pesanti. Sembra come se qualcuno si stia trascinando a fatica lungo le scale che conducono alle camere. Nessuno tuttavia si accorge di niente fino a quando una figura crolla a terra, con un tonfo sordo.

Candy si sveglia di soprassalto, è sul punto di gridare spaventata perché la porta della propria camera è aperta, ma nel buio totale non riesce a vedere nulla. Eppure è sicura di aver sentito dei rumori. Terrorizzata trova il coraggio di accendere la lampada sul comodino e subito capisce cosa è stato a provocare quel trambusto.

Un ragazzo giace disteso, con il viso sul pavimento, ai piedi del suo letto. Non si muove. Candy si alza e sente le gambe tremare, non può essere lui eppure…

- Terence sei tu? – domanda sottovoce.

Il ragazzo tenta di tirarsi su ma ricade inevitabilmente sulla schiena cosicché Candy non ha più dubbi. È proprio lui! 

Istintivamente va verso la porta e la chiude, temendo che qualcun altro possa essersi svegliato. Poi torna da Terence che respira a fatica e…

- Santo cielo ma tu sei ferito! Che cosa ti è successo?

Mentre cerca di capire, lo aiuta ad appoggiarsi alla parete, con un cuscino dietro la testa, per poter respirare meglio.

Il ragazzo è molto sofferente, ha il volto tumefatto e un taglio profondo sul labbro inferiore, come se fosse stato preso a pugni. Molti a scuola dicono che Terence è un attaccabrighe e che è spesso coinvolto in qualche rissa. 

Candy prende dell'acqua e con un asciugamano gli pulisce la faccia dal sangue. Finalmente apre gli occhi, poi con una smorfia di dolore, si porta le mani alla gamba destra. I pantaloni bianchi sono strappati e insanguinati appena sotto al ginocchio.

- Stai perdendo sangue… bisogna tamponare la ferita, fa’ vedere.

- Lascia stare… adesso me ne vado. La persona che mi ha accompagnato ha sbagliato, pensava fosse la mia stanza…

- Non parlare… questo è un taglio profondo, te lo hanno fatto con un coltello vero?

- Erano in troppi questa volta…

- Perché ti piace metterti nei guai? – gli chiede mentre cerca di fasciargli la gamba per fermare l’emorragia.

- Sono i guai che cercano me… - risponde Terence mentre soffoca un grido – Lentiggini ti stai vendicando!

- Sto cercando di non farti morire dissanguato idiota! Hai anche bevuto se non sbaglio…

- Hai detto che l’odore di sigaretta non ti piace, magari preferisci quello dell’alcool! – esclama alitandole sul viso.

- Terence!!! Non devi stare troppo male se ti escono ancora queste stupidaggini dalla bocca.

Candy si alza in piedi e si ferma a riflettere qualche istante sul da farsi: avrebbe bisogno almeno di un disinfettante e di qualcosa che possa far cicatrizzare il taglio, ma non può di certo andare in infermeria, probabilmente finirebbero in punizione tutti e due.

- Ascoltami adesso esco e vado a cercare una farmacia.

- Cosa?! - Terence la guarda stralunato, non crede di aver capito bene.

- È pericoloso trascurare una ferita del genere, potrebbe infettarsi e sarebbe un guaio serio – continua Candy indossando il cappotto.

- Candy stai scherzando, non puoi uscire a quest’ora, è pericoloso!

- Non preoccuparti, so quel che faccio, non credo di rischiare qualche coltellata, io! – gli risponde sorridendo.

- Non scherzare… dico sul serio… mi riposo ancora qualche minuto e poi me ne vado.

- Non muoverti da qui! – esclama, coprendolo con una coperta.

Terence prova di nuovo a trattenerla, ma la ragazza è già sul balcone e in un attimo salta giù.

 

 

Lentiggini sei davvero una ficcanaso! Anche un po’ incosciente… mi ricordi qualcuno… Se ti succedesse qualcosa però… accidenti che testa dura che hai! Non sai nemmeno perché mi sono ridotto così… già… cosa mi è saltato in mente! Conosco Dickie, so che cerca sempre il modo di fare casino e so anche che porta con sé un coltello, eppure quando ha cominciato a dire quelle cose, non so cosa mi sia preso…

 

- Guarda guarda chi abbiamo stasera, il piccolo lord… non dovresti frequentare i bassifondi, non sono roba per te ragazzino!

- Lasciami perdere…

- Cosa c’è, non sono alla tua altezza e per questo non ti degni di parlare con me?

Non rispondo ma quello insiste, avvicinandosi mentre sono seduto al bancone del bar sorseggiando il mio whisky.

- Ho saputo alcune cose su di te molto interessanti.

Mi volto e lo guardo, si è seduto vicino a me, troppo vicino, non lo sopporto, ma cerco di stare calmo. Sono da solo stasera e nel locale ci sono almeno due amici di Dickie.

- Ehi ragazzi, sapete la novità? Granchester ha una verginella per le mani e non ci ha detto niente! Non si fa così, no no, siamo amici e dovresti condividerle certe fortune.

Non posso credere che si riferisca a Candy, l’unico a sapere qualcosa di lei è Charlie, l’ha vista alla festa. Mi guardo intorno ma non lo vedo e poi è impossibile che sia stato lui a parlarne a Dickie… ci sarà stato qualcuno dei suoi infiltrato alla villa e mi avrà visto parlare con lei. Sentirla nominare in quel modo dalla sudicia bocca di Dickie mi fa salire immediatamente il sangue alla testa e l’impulso di farlo tacere a suon di pugni è molto forte.

- Mi hanno detto che è davvero carina, una bellezza rara, lunghi capelli biondi e limpidi occhi verdi, ingenua e tutta da scoprire!

Dickie mi provoca parlandomi all’orecchio mentre io continuo a bere, gli chiedo di nuovo di lasciarmi stare.

- Non so di cosa stai parlando.

- Ma dai… ti hanno visto amoreggiare con una graziosa biondina, da dove è uscita? Perché non me la presenti, sono sicuro che potrei insegnarle molte cose e credo che le farebbe “piacere” conoscermi, molto piacere!

- Adesso basta… ti ho detto di finirla, non voglio ripeterlo! – grido e mi alzo in piedi quasi senza rendermene conto.

- Ehi piccolo lord… come siamo suscettibili! Pensi di farmi paura?

- No, penso di farti chiudere quella boccaccia!

Non resisto e parte il primo pugno. Subito mi bloccano in due e questo è il risultato. Se non fosse intervenuto un uomo che si trovava nel locale, forse non sarei qui.

- Ca@@o Lentiggini, ho rischiato di prendermi una coltellata nella pancia a causa tua… ma cosa mi prende, devo essermi rincoglionito!

 

Terence si alza in piedi a fatica, si sente un po’ meglio, riesce a camminare. La rabbia che prova verso se stesso e verso quella ragazzina gli dà la forza per tornare nella sua stanza.

 

 

******

 

Sono trascorse due settimane da quella notte. Dopo essere uscita in cerca di una farmacia, quando ha fatto ritorno nella sua stanza, Terence non c’era più. In quel momento Candy si è arrabbiata moltissimo: lei aveva rischiato grosso uscendo da scuola e lui non l’aveva neanche aspettata! Poco dopo però ha iniziato a preoccuparsi, pensando che sia stato scoperto o peggio ancora che si sia sentito male.

In ogni caso Terence non si è più visto a scuola, ma a questo tutti sono ormai abituati perché fa spesso lunghe assenze. Candy è l’unica ad essere preoccupata. Non ha raccontato a nessuno quanto successo quella sera, nemmeno ad Anthony, ma vorrebbe tanto chiedere ai ragazzi se sanno qualcosa, se lo hanno visto quand’era ferito o nei giorni successivi.

Come ogni domenica, dopo la funzione religiosa, maschi e femmine hanno la possibilità di incontrarsi nel parco che circonda la scuola.

- Ehi Candy oggi dove andrai? – le chiede Patty che sembra stranamente euforica.

- Perché?

- Come non lo sai? È la terza domenica del mese e agli studenti è concesso uscire, possiamo andare dove vogliamo.

- Cosa? Veramente? Mi piacerebbe moltissimo visitare Londra, non ho ancora visto niente!

In quel momento si avvicinano anche Stair, Archie ed Anthony, seguiti dai fratelli Lagan.

- La zia ha organizzato per noi un tour della città, non è vero Anthony? – domanda Eliza con la solita aria perfida.

Il ragazzo alquanto imbarazzato annuisce e Candy esulta perché finalmente potrà ammirare le bellezze della città.

- Tu non puoi venire Candy – asserisce Neal.

- E chi lo dice?

- La zia ha detto che non puoi partecipare, devi restare a scuola a studiare perché sei molto indietro!

- Ma cosa stai dicendo Eliza? – domanda Candy incredula, poi rivolge lo sguardo ad Anthony che stringendo le labbra le conferma che è così.

- Mi dispiace molto Candy, ma la zia non ha voluto sentire ragioni – aggiunge Stair.

Archie cerca di consolarla dicendole che anche loro avrebbero voluto restare a scuola perché non volevano andare senza di lei, ma la zia non lo ha permesso.

Candy vedendoli così tristi cerca di rincuorarli.

- Non preoccupatevi ragazzi, la zia ha ragione, sono molto indietro e se non mi metto sotto non sarò pronta per gli esami. Sarà per la prossima volta, prima devo cercare di migliorare i miei voti. Dopodiché si allontana salutandoli e augurando loro buon divertimento, mentre nelle sue orecchie risuona la risata di Eliza.

Anthony le corre dietro.

- Candy aspetta, sono sicuro che prima o poi la zia cambierà atteggiamento e saprà apprezzarti.

- Non ha ancora accettato la mia adozione vero?

- Temo di no…

- Non preoccuparti Anthony, starò bene, va’ pure con gli altri.

Candy torna nella sua stanza, si siede alla scrivania e apre il libro di geografia. C’è una parte che riguarda l’Inghilterra, ne ammira a lungo le immagini che raffigurano il Tamigi, il Tower Bridge, Buckingham Palace…

Non riesce a concentrarsi. Si affaccia al balcone, la scuola appare deserta. Nonostante l’aria piuttosto fredda, splende un bel sole oggi ed è piacevole stare all’aria aperta.

- Accidenti Candy sei proprio una pappamolla! Non vorrai startene davvero qui a studiare in una giornata come questa! Non potrò visitare Londra, ma almeno una passeggiata mi sarà concessa!

Attraversando il parco arriva al muro che circonda la scuola. Non è difficile per lei scavalcarlo e in un attimo è libera!

- Solo un giretto, non se ne accorgerà nessuno – mormora tra sé con aria birichina.

Essendo un giorno di festa c’è molta gente in giro e Candy da sola si sente un po’ triste. D’un tratto si accorge di trovarsi davanti all’ingresso del Blue River Zoo.

- Ma questo è il posto dove lavora Albert, potrei andarlo a trovare!

Il guardiano all’ingresso le indica una casetta in legno in fondo al viale dove si trovano le gabbie delle giraffe e degli elefanti. Candy si incammina ammirando quegli splendidi animali che non ha mai visto da vicino, poi si ferma davanti alla porta udendo ridere di gusto. Riconosce la risata sincera di Albert…

- Albert sono Candy, posso entrare? – domanda mentre spinge la piccola porta di tavole già socchiusa.

- Candy… - una voce stupita mormora il suo nome, ma non si tratta di Albert.

- Terence…

L’uomo guarda entrambi i ragazzi con aria meravigliata.

- Ma voi due vi conoscete?

- Candy ed io frequentiamo la stessa scuola – risponde Terence.

Candy invece non riesce a parlare, non si aspettava di trovarlo lì e sente il viso caldo.

- Quale onore avere qui i due ragazzi più turbolenti del Royal – scherza di nuovo Albert.

- Senti chi parla! – gli fa eco Terence – Ho visto con i miei occhi che te la cavi molto bene con i pugni! - esclama ed entrambi tornano a ridere.

Candy li osserva e capisce che deve essere stato il suo amico ad aiutare Terence la sera che è stato ferito. Ora sembra stare bene, lei si sente sollevata e si rende conto in quel momento di quanto sia stata in pensiero per lui. È rimasto solo un piccolo segno sul viso, nonostante questo le appare… non ha il coraggio di confessarlo a se stessa. Sorride come non lo ha mai visto fare e il sole gli illumina gli occhi riempiendoli di mille scintille, i capelli color cioccolato gli incorniciano il volto, sereno.

 

- Mi dispiace lasciarvi ragazzi ma il lavoro mi chiama… tornate a trovarmi! 

 

Albert esce dalla capanna e si ritrovano soli. Entrambi silenziosi. Candy prova una strana agitazione, vorrebbe chiedergli il motivo per cui non è più venuto a scuola ma esita. Non si aspettava di incontrarlo e ora si sente estremamente imbarazzata. Forse perché non sono a scuola, pensa, vederlo fuori dalla St. Paul School le fa perdere la sua naturale sicurezza.

È assorta in questi pensieri quando Terence d'un tratto le propone di uscire.

- Ho la macchina qui fuori, ti andrebbe di fare un giro?

- Come? Un giro? - balbetta sorpresa. 

- Scommetto che non hai ancora visto Londra da quando sei arrivata!

- Hai ragione…

- Allora, vieni?

- Ok - risponde sorridendo mentre Terence è già sulla porta.

 

Attraversano il giardino zoologico e sono fuori. L'auto di Terence non è lontana. Salgono a bordo e lui mette in moto.

- Dove vorresti andare?

- Non saprei… tu sei nato qui, conosci di sicuro tutto ciò che c'è da vedere.

- Ok allora scelgo io!

 

Terence fa un giro della città, mostrando a Candy i palazzi e i monumenti più importanti, poi si dirige verso il luogo che definisce il suo posto preferito. 

Parcheggiata l'auto, dopo essersi divertiti a passare davanti alle guardia reale senza riuscire a farle battere ciglio, arrivano a St. James's Park.

- È davvero bellissimo, ti piace molto perché ci venivi spesso da bambino?

- Sì è così… mi ricorda i pochi momenti felici della mia infanzia - risponde Terence ed è come se fosse improvvisamente da un'altra parte. 

Candy se ne accorge e nota anche che Terence ha detto “pochi momenti felici”, perché pochi? Vorrebbe chiederglielo ma per qualche motivo che non capisce ha quasi paura di farlo. Le sembra che lui potrebbe arrabbiarsi, non parla mai di sé,  della sua vita fuori dalla scuola. Candy pensa che spetta a lui decidere quando e come raccontarsi, così cambia discorso.

- Mi ha fatto piacere vedere che stai bene… sai… ero preoccupata quando ho visto che non eri a scuola… anche se mi sono arrabbiata molto quando quella notte sono tornata e tu non c'eri più.

- Dovresti ringraziarmi invece, sono sicuro che è per merito mio che farai l’infermiera da grande!

- Che vuoi dire?

- Ti è piaciuto così tanto prenderti cura di me! – esclama con fare allusivo.

- Quanto sei presuntuoso! Ci fosse stato un altro al tuo posto mi sarei comportata nelle stesso modo!

- Comunque puoi fare a meno di preoccuparti per me, te l'avevo detto di non uscire e che avrei risolto da solo!

Lo sguardo di Terence è di nuovo cupo, molto diverso da com'era mentre rideva con Albert. Già Albert!

- E così è stato Albert ad aiutarti quella notte?

- Sì... picchia forte! - esclama ora ridendo - Tu come l'hai conosciuto?

- Non ci crederai ma se non fosse per lui non sarei qui, stavo quasi per annegare a causa dei Lagan! Quando mi hanno presa dall’orfanotrofio per far compagnia ad Eliza ho creduto di iniziare una nuova vita, invece lei e il fratello si divertivano solo a farmi i peggiori scherzi e così un giorno ho deciso di prendere una barca e scappare. La corrente del fiume però era molto forte e se Albert non mi avesse salvata… da quel giorno ogni volta che sono in difficoltà lui magicamente arriva, è incredibile, non ho ancora capito come faccia!

- Ma il tuo cognome è Ardlay non Lagan.

- Sì e di questo devo ringraziare Anthony, Stair ed Archie, sono stati loro a chiedere allo zio William di adottarmi. Se mi trovo qui e posso frequentare una scuola così prestigiosa è solo grazie a loro ed io farò di tutto per non sprecare questa occasione e soprattutto per non deludere lo zio William!

- E come mai non sei con loro oggi? Li ho visti uscire tutti insieme su un'enorme carrozza, Eliza mi è sembrata la più felice di tutti appiccicata al tuo biondino.

- Beh lo so che ad Eliza piace Anthony… ma io mi fido di lui.

- Perché a lui piaci tu, vero?

- Forse ma… non voglio parlare con te di questo.

- Che problema c'è… lui mi ha detto che sei la sua ragazza... anche se…

- Anche se?

- Sono pronto a scommettere che non ti ha mai baciata.

- Non sono affari tuoi, te l’ho già detto mi sembra!

- Questo significa che ho ragione!

- Smettila Terence, quando fai così sei insopportabile!

- Neanche lì?

- Lì dove?

- Lì sotto l'orecchio, dove quel ciuffetto biondo ti sfiora appena la pelle…

Candy resta in silenzio e le sembra di sentire il tocco lieve di Terence proprio dove lui ha indicato con la punta del dito.

- Non l'ha fatto vero? Bello scemo!

- Non parlare così di Anthony, lui sa come comportarsi con una ragazza e rispettarla!

- Perché secondo te baciare una ragazza significa non avere rispetto di lei?

- Non ho detto questo… ma tu di solito…

- Io cosa? Di solito cosa? Che ne sai di me? Che ca@@o ne sai di me?

- Lo sanno tutti come ti comporti con le ragazze, è inutile che ti scaldi tanto… e poi l'ho visto con i miei occhi, la sera del tuo compleanno…

- Non ho mai obbligato nessuna! Ma che vuoi saperne tu… torna pure dai tuoi amici perfetti!

 

Terence si allontana velocemente, sale in macchina e se ne va, lasciando Candy da sola in mezzo a St. James's Park. 


Capitolo sette




Londra, Royal St. Paul School

marzo 1913

 

Oh Annie sono così felice che tu sia qui! Non preoccuparti manterrò il tuo segreto, anche se penso che non bisogna vergognarsi delle proprie origini. Probabilmente sono i tuoi genitori a volere che non si sappia che provieni da un orfanotrofio e posso capirli… ma sono sicura che tu ricordi con molto affetto e nostalgia gli anni trascorsi insieme alla Casa di Pony…

 

Candy riflette nella sua stanza. Da qualche giorno la sua amica Annie, la bambina con cui è cresciuta, con cui ha condiviso ogni cosa tanto da considerarla come una sorella, è arrivata alla Royal St. Paul School. Suor Kriss l’ha presentata in classe e anche se lei ha scelto di sedersi vicino ad Eliza, Candy sente nel proprio cuore che Annie non l’ha dimenticata.

È ormai tarda sera, tra poco si dovranno spengere tutte le luci. D’un tratto sente bussare alla porta.

- Chi può essere a quest’ora?

Candy va ad aprire. Davanti a lei c’è Patty e alle sue spalle…

- Annie!

- Shhh Candy… o ci scopriranno!

- Entrate!

Candy e Annie si abbracciano commosse.

- Sei bellissima Annie, una vera signorina, ho quasi paura di sgualcirti!

- Oh Candy non essere sciocca, anche tu sei cresciuta molto.

- Beh insomma…

- Annie occupa la stanza vicino alla mia – interviene Patty – così non sarà difficile incontrarci!

Le ragazze sono elettrizzate all’idea di potersi ritagliare un po’ di tempo insieme, lontano da tutti e soprattutto dai Lagan.

Mentre si raccontano le ultime novità, dalla finestra filtra una luce improvvisa.

- Che cos’è? – chiede Annie.

- Sono i ragazzi, ci stanno chiamando!

- Cosa? I ragazzi?

Patty spiega ad Annie che quello è il segnale che utilizzano per comunicare, quando vogliono dirci qualcosa usano le candele per avvisarci.

- Chissà cosa vorranno stavolta? Devo andare, venite con me? – domanda Candy tirando fuori da sotto il letto la sua corda.

- Candy ma dove vai? – domanda Annie scioccata.

- Dai ragazzi! È semplice, basta attraversare il bosco con questa corda e saltando di ramo in ramo arrivo dritta al loro balcone. Allora, andiamo?

Patty ed Annie si guardano intimorite, facendo subito dopo cenno di no con la testa.

- Ok, per questa volta vado io, ma la prossima venite con me! A domani ragazze.

Candy lancia la corda al ramo più vicino e poi si lancia nel buio. Quando arriva davanti al dormitorio dei ragazzi però non vede più la candela accesa, il vento deve averla spenta.

- Accidenti adesso come faccio a riconoscere la camera giusta? Beh quella ha la tenda aperta mi sembra… Archie e Stair devono essere lì, spero tanto che ci sia anche Anthony.

Con un balzo atterra sul balcone e prova a chiamarli sottovoce, ma nessuno risponde.

- Scommetto che Stair vuole farmi uno scherzo, sarà attaccato al soffitto come l’ultima volta! La vetrata è aperta. Ragazzi ci siete?

Nessuno risponde e la stanza è immersa nel buio.

- Oh mio dio, forse ho sbagliato, qui c’è un solo letto. Chissà dove sono capitata, è meglio andarsene.

Candy si orienta a fatica, non riesce a vedere quasi niente e tenta di tornare verso il balcone. Per fortuna le nuvole che avevano parzialmente coperto la luna si stanno diradando e un fascio di luce illumina improvvisamente il pavimento. C’è qualcosa per terra che cattura l’attenzione della ragazza. Si china per raccoglierla, è una fotografia, ritrae la famosa attrice americana Eleanor Baker, Candy la riconosce.

- Tutti i ragazzi impazziscono per lei – mormora sorridendo – e anche il proprietario di questa stanza non fa eccezione evidentemente, in effetti è davvero molto bella!

Candy si avvicina verso la finestra per vederla meglio, le sembra che ci sia scritto qualcosa.

- C’è addirittura il suo autografo: Al mio adorato figlio Terence, con tutto il mio amore, Eleanor... cosa? Figlio? C’è scritto figlio! Non è possibile, Terence è un Granchester…

- Che cosa ci fai qui! – tuona una voce alle sue spalle.

Candy si volta. Terence è lì davanti a lei, è la sua stanza e la foto che tiene in mano è di sua madre. Lui con un passo si avvicina, si avventa sulla foto e gliela strappa dalle mani, distruggendola in mille pazzi che lascia cadere sul pavimento.

- Scusami io… credo di aver sbagliato stanza… volevo andare dai miei cugini ma mi sono confusa…

Terence non la guarda.

- Se dici a qualcuno quello che hai visto… ti amma@@o!

Candy trema, ha paura, quando lui si volta i suoi occhi sono quelli di un animale ferito che reagisce istintivamente per difendersi ed è pronto a tutto. La prende per le spalle e la stringe così forte fino a farle male. Le ripete più volte di non azzardarsi a rivelare il suo segreto, insiste chiedendole se ha capito bene cosa intende.

- Sì ho capito… ti giuro che non lo dirò a nessuno, te lo giuro Terence, te lo giuro!

Solo quando vede gli occhi di Candy riempirsi di lacrime il ragazzo sembra tornare in sé e le ordina di andarsene immediatamente!

Con difficoltà Candy torna nella sua stanza, ancora trema. Le ci vogliono alcuni minuti per mettere a fuoco quello che è successo e calmarsi. Dopo la paura ora avverte un profondo dispiacere, si sente in colpa verso Terence e vorrebbe in ogni modo poterlo tranquillizzare, vorrebbe che fosse sicuro che lei non dirà niente a nessuno di ciò che ha scoperto.

 

Eleanor Baker… Eleanor Baker è la madre di Terence. Com’è possibile? Il Duca di Granchester e la duchessa non sono i suoi veri genitori? Possibile che sia stato adottato anche lui? No, non può essere… i bambini che vengono adottati non conoscono i veri genitori, invece Terence sa chi è la sua vera madre… sarà stato concepito fuori dal matrimonio e il Duca sicuramente non vuole che si sappia. Oh Terence… io non dirò niente, puoi starne certo… ma ora sarai così arrabbiato con me che non vorrai più parlarmi…

 

Candy si addormenta ma i suoi sogni sono molto agitati. Rivede gli occhi di Terence, feriti e spaventati, come quelli di una tigre in gabbia.

 

 

******

 

 

- Accidenti la lezione di geografia di suor Margareth oggi non finiva più! – sbotta Stair.

- Tutta colpa di Granchester, è riuscito a far andare su tutte le furie persino la suora più buona della scuola!

- Hai ragione Archie… oggi ha davvero esagerato, chissà per quale motivo non sopporta gli Stati Uniti!

- Semplice, perché è uno sbruffone! Crede che la nobiltà esista solo in Inghilterra e che in America ci siano solo dei miseri arricchiti… se i nobili sono tutti come lui non c’è di che vantarsi! – insiste Anthony, anche a lui come ad Archie Terence non sta troppo simpatico.

- Quindi è tornato a scuola?

- Sì Candy… è tornato, ne facevamo volentieri a meno – ribadisce Archie alzando gli occhi al cielo.

- E come sta?

- Anche troppo bene direi!

- Archie non esagerare adesso, pare che il padre lo abbia tenuto un po’ a casa, sotto controllo, dopo l’ennesima rissa in cui è stato coinvolto.

- Si dice che gli abbiano rifilato una coltellata…

- O mio dio, veramente? – chiede Patty spaventata solo all’idea che qualcuno possa andare in giro con un coltello.

- Eccolo là, come vedi Patty non ti devi preoccupare, è in ottima forma! Sta andando verso le scuderie, pare che abbia addirittura un cavallo personale.

- Voi lo avete mai visto il padre?

- Certo Candy, è venuto a scuola ogni tanto. È uno dei principali benefattori della St. Paul School, per questo  il figlio può fare tutto ciò che vuole.

- E la madre è mai venuta?

- La duchessa? Non mi sembra…

- Oh no, la campana… dobbiamo andare… a domani ragazze.

- Ciao Candy, stasera vieni da noi?

- Certo Anthony, aspettatemi e lasciatemi qualche cioccolatino!

I ragazzi si allontanano per il pranzo, anche Patty invita Candy a rientrare ma lei le risponde di andare avanti, si è ricordata di dover prendere un libro in biblioteca.

 

Nessuno sembra sospettare che tu sia il figlio di un’attrice americana. Scommetto che è per questo motivo che hai detto di non sopportare l’America. Devo trovarti, adesso!

 

Cercando di non farsi notare, Candy corre verso le scuderie. Deve sbrigarsi o farà tardi a pranzo e prenderà una nota disciplinare.

- Terence ci sei? – prova a chiamarlo davanti all’ingresso senza ottenere risposta.

Entra. Il profumo del fieno le ricorda quando era dai Lagan e l’avevano costretta a dormire con i cavalli. Nonostante questo ciò che prova non è una sensazione sgradevole, le vengono in mente Cesare e Cleopatra, i cavalli dei Lagan a cui si era molto affezionata, chissà come stanno! Sul fondo della scuderia c’è un magnifico esemplare, un purosangue inglese, con un manto color argento. Un raggio di sole gli illumina il muso e gli occhi scintillano limpidi. Sembra molto calmo.

- Non puoi fare a meno di me, vero Tarzan Tuttelentiggini?

- Terence…

Il ragazzo è appena entrato, porta una sella in braccio. Si avvicina al cavallo che sembra salutarlo scalpitando.

- Come mi hai chiamato?

- Tarzan Tuttelentiggini, non ti piace? A me sembra perfetto per una scimmietta che saltella di ramo in ramo!

- Ti diverti molto?

Il ragazzo alza le spalle mentre inizia a sellare il cavallo.

- Ed io che ero venuta qui per scusarmi per l’altra notte… volevo dirti che puoi stare tranquillo, io non lo dirò a nessuno. Giuro!

- Ehi Tarzan… non ci avrai creduto davvero?

- Come?

- Non pensavo fosse così semplice prendersi gioco di te! Quella frase sulla foto dell’attrice l’avevo scritta io per fare colpo su una ragazza… io sono il figlio del Duca e della Duchessa di Granchester, te lo sei dimenticato?

- Ma l’altra sera, eri così arrabbiato che io…

Terence esplode in una fragorosa risata.

- Avanti Tarzan di’ la verità, ogni scusa è buona per venirmi a cercare! Non dovresti essere a pranzo a quest’ora? Ti beccherai una nota!

- Infatti sono proprio una stupida… sono venuta fin qui perché temevo che tu ce l’avessi con me e invece…

- Finirai per metterti nei guai sul serio se continui a seguirmi!

- Che vuoi dire?

- I tuoi amici non ti hanno raccontato ciò che è accaduto in queste scuderie?

- Non so di cosa tu stia parlando…

- Faresti meglio ad informarti allora! Addio Tarzan.

Terence salta in groppa al cavallo ed esce a tutta velocità dalla scuderia. Candy torna verso la scuola, è in ritardo, per fortuna la sorvegliante non se n’è accorta.

La sera stessa, come promesso ad Anthony, attraversa il bosco per andare dai ragazzi. Ripensa a quello che le ha detto Terence e non crede che la storia della madre sia falsa. È anche curiosa di sapere cosa è successo nelle scuderie, magari Stair e Archie che sono da più tempo nella scuola ne sanno qualcosa.

- Ehi Candy ci hai messo tanto stasera, temevamo che non venissi più!

- Hai ragione Anthony, dovevo finire di studiare una cosa.

- Ti abbiamo lasciato i cioccolatini….

- Oh grazie, questi sono i miei preferiti!

Da fuori giunge improvvisamente il nitrito di un cavallo. Archie si affaccia al balcone e borbotta qualcosa.

- Possibile che a Granchester sia sempre concesso tutto, anche cavalcare a quest’ora!

- Archie lascialo perdere è meglio…

- Stair non posso farci niente, lo sai che non lo sopporto!

- Ha un cavallo personale vero? – chiede Candy.

- Già… pare che le scuderie siano state costruite apposta per lui!

- Da quello che si dice avrebbero fatto meglio a buttarle giù!

- Archie smettila! – gli intima Anthony.

- Perché? – chiede ancora Candy.

- Lascia stare Candy… è solo una storia che circola tra i ragazzi…

- E tu Anthony sai di cosa si tratta?

- Beh sì… - risponde il ragazzo esitando, è evidente che preferisca non parlarne.

- Te lo dico io Candy di cosa si tratta!

- Archie… non è il caso! – gli intima Stair.

- Invece sì! Si dice che in quella scuderia sia accaduto un fatto molto grave…

- Archie non siamo sicuri che sia vero!

- Io invece credo di sì… Granchester è sparito per un po’ dopo, se ti ricordi.

- Dopo cosa? E che c’entra Terence?

- Vedi Candy, lo avrai sentito dire anche tu che… si insomma… Granchester non ha limiti con le ragazze. All’inizio si mostra gentile ma poi, appena ne ha la possibilità, si approfitta di loro. L’anno scorso pare che frequentasse una ragazza della scuola, da qualche settimana, lei evidentemente si fidava e quando lui l’ha invitata di notte nelle scuderie lei c’è andata, ma poi… Granchester ha fatto i suoi comodi e dopo l’ha mollata!

- Non è possibile, non ci credo!

- Fai male Candy e dovresti stare attenta e non frequentarlo, non c’è da fidarsi.

Tra i ragazzi cala il silenzio, si scambiano sguardi nervosi. Candy decide di tornare nella sua stanza, ma non riesce a prendere sonno. Ciò che Archie le ha raccontato l’ha molto turbata. Terence faceva riferimento a quella storia quando l’ha incontrato nelle scuderie. Non sa più cosa pensare. Eppure lui l’ha difesa da Neal…


Capitolo otto






Londra, Royal St. Paul School

aprile 1913

 

- È vero, Archie mi piace molto e quando ho saputo che studiava in questa scuola ho chiesto ai miei di poter venire a Londra. Non vi dico la faccia che hanno fatto! Io sono sempre stata molto timorosa persino ad uscire di casa da sola… ma sapere che avrei potuto vederlo più spesso mi ha fatto abbandonare qualsiasi paura…

- Sei stata davvero molto coraggiosa Annie, il tuo è un amore vero!

- Oh Patty non prendermi in giro!

- Niente affatto, dico sul serio! E poi è così romantico…non sei d'accordo Candy?

- Come?

- Candy ci stai ascoltando? Ultimamente sembri avere sempre la testa fra le nuvole!

- Hai ragione Annie… ero distratta… di cosa stavate parlando?

- Del vero amore… ma tu sai già cosa significa, tu hai Anthony!

- Già… Anthony è unico…

- Però?

- Come però?

- Da come lo hai detto mi è sembrato di intuire che ci fosse un seguito alle tue parole…

- No… che dici Annie! È solo che… mi chiedo se ciò che sento per Anthony sia davvero amore, in realtà forse non so neanche cosa significhi essere innamorati di qualcuno… voi cosa ne pensate?

Le ragazze ci pensano un po’ su e ognuna di loro cerca di dare una definizione che rispecchi ciò che provano. 

Per Annie essere innamorati significa voler stare sempre con una persona, non averne mai abbastanza, voler sapere ogni cosa della sua vita e fare dei progetti per il futuro. Patty conferma e aggiunge che quando ci piacciono anche i suoi difetti allora significa che è quello giusto. 

- Non dirmi che Stair ha dei difetti?

- Oh sí Annie, molti ma io li adoro e non cambierei niente di lui!

- Anche Archie ne ha qualcuno a dir la verità, ma ha un profumo che me li fa dimenticare tutti.

Le ragazze scoppiano a ridere mentre Candy continua ad essere pensierosa.

- Candy si può sapere che cos’hai?

- Beh i vostri discorsi mi hanno mandato ancora di più in confusione….

- Io credo che non sia nostra la colpa. 

- Che vuoi dire Patty?

- Quando sei arrivata a Londra e ci siamo conosciute non facevi altro che parlarmi di Anthony ma ora ho l'impressione che nei tuoi pensieri ci sia qualcun altro. 

- Di chi parli?

- Di Terence!

Annie annuisce confermando l'ipotesi dell’amica.

- Ma che dici? Sei stata proprio tu la prima a mettermi in guardia su di lui dicendomi che è un ragazzaccio. 

- Questo è vero… so per certo che Terence fuma, beve, fa a pugni e non rispetta le regole… ma in realtà io non lo conosco per niente, non c’ho mai parlato mentre tu ultimamente passi molto tempo con lui e magari lo hai conosciuto un pochino e…

- Oh Patty non dire sciocchezze! È vero che ogni tanto ci incontriamo per caso e parliamo un po’ ma poi finiamo sempre per litigare! Ti posso assolutamente confermare che è un ragazzaccio, impertinente e pieno di sé!

- Se lo dici tu!

- Adesso andiamo che i ragazzi ci aspettano! È un vero miracolo che la zia abbia acconsentito a farmi uscire e che tu possa venire con noi Patty… ci divertiremo un sacco all'ippodromo. 

 

Ascot, situato nel Berkshire a circa 25 miglia da Londra, è uno dei più antichi ippodromi d’Inghilterra. Vi si disputano corse di cavalli purosangue fin dal 1711.

Quella domenica pomeriggio gli studenti e le studentesse della Royal St. Paul School possono uscire, così i fratelli Cornwell insieme ad Anthony hanno invitato le ragazze a trascorrere qualche ora all’aria aperta. Annie in particolare ha accolto con grande entusiasmo questo invito sperando di poter restare un po’ da sola con Archie, Patty è un po’ agitata perché è la prima volta che assiste ad una gara di ippica, Candy invece non vede l’ora di fare il tifo per poter urlare a squarciagola.

- A scuola dobbiamo sempre stare in silenzio o al massimo ci è concesso parlare sottovoce… oggi mi voglio proprio sfogare… ahhhhhhhhh…

- Candy così spaventerai i cavalli! - esclama Stair facendo ridere tutti.

Il gruppo prende posto nella tribuna centrale. C’è molta gente. I ragazzi hanno comprato delle bibite da offrire alle ragazze. Anthony si siede vicino a Candy, lei gli ha tenuto il posto libero. Si sorridono  sorseggiando del tè freddo. Ammirano i cavalli che fanno il loro ingresso per un giro di prova della pista. L’aria è limpida e un tiepido sole riscalda questi primi giorni di primavera.

- Pensavo che desiderassi visitare Londra, perché hai preferito l’ippodromo?

- Non volevo fare la guastafeste, mi sembrava che aveste già deciso… e poi te l’ho detto, ho voglia di urlare! Iu-uhhhh… forza Pony Flash!!!

Candy non ha raccontato a nessuno del giro della città fatto insieme a Terence. Non le piace mentire ad Anthony, ma teme che lui non approverebbe. Le ha fatto capire chiaramente che non deve frequentare Granchester, è un poco di buono… se sapesse che l’ha mollata lasciandola a piedi!

 

A proposito… chissà dove è andato oggi? A scuola non c’era, deve essere uscito… magari è venuto a prenderlo il padre…

 

- Ecco Pony Flash, è il numero 4, lo vedi Candy?

- S-ì… lo vedo…

La ragazza guarda verso la pista, poi osserva incuriosita le signore con gli ombrellini aperti e i signori elegantissimi che si aggirano lungo la gradinata. Ad un certo punto i suoi occhi si soffermano su una persona, seduta qualche gradino più su di dove si trovano loro. Non riesce a vedere bene perché ha il sole negli occhi, alza la mano per ripararsi e... si volta di scatto come se qualcosa l’avesse punta, mentre avverte uno strano calore al viso.

- Siamo sicuri che quel cavallo appartenga alla scuderia di Tom? Non mi sembra sia in ottima forma… ehi Candy mi ascolti?

- Come dici Anthony?

- Il cavallo su cui abbiamo puntato… Pony Flash… non te la prendere Candy ma non mi sembra un granché…

- È un cavallo di Tom, sono sicura che vincerà! – esclama decisa.

- Io dico che non si piazzerà nemmeno fra i primi tre… - asserisce una voce insolente alle loro spalle.

- Granchester che ci fai qui!

- Che c’è Archie… è forse tuo l’ippodromo?

- No, ma questi posti sono riservati, sei pregato di andartene.

- Tranquillo… volevo solo consigliarvi di non puntare su cavalli americani, si sa che gli inglesi sono i migliori!

- Ancora con questa storia, quando la finirai?

- Dico solo la verità e voi americani avete solo da imparare…

- Guarda che qui non siamo a scuola!

- E quindi?

- Niente mi impedisce di spaccarti la faccia!

- Quando vuoi Cornwell, anche adesso!

Archie salta fuori e fa un cenno con la testa a Terence invitandolo ad uscire. I due si allontanano mentre Stair li segue cercando di farli desistere.

- Non vorranno picchiarsi! – grida Annie.

- Temo di sì… aspettate qui – intima loro Anthony correndo dietro a Stair.

- Io vado…

- Candy sei matta… quelli fanno sul serio – mormora Patty preoccupata.

- Ma non possiamo starcene qui con le mani in mano…

- Ok allora andiamo tutte!

Quando trovano i ragazzi, Archie e Terence si sono già tolti la giacca e si scrutano pronti a tutto. In pochi istanti volano i primi pugni. Archie finisce spalle a terra e Terence gli si avventa addosso immobilizzandolo. Annie si tappa gli occhi gridando di nuovo. Stair ed Anthony vorrebbero intervenire ma Archie gli ha ordinato di farlo, è una cosa fra loro due. L’inglese tiene l’americano a terra con una mano sul collo e con l’altra chiusa a pugno è pronto a ridurre in poltiglia il suo naso…

- Terence ti prego no! – urla Candy e lui per un istante sembra scuotersi. Guarda Archie fisso.

- Lo sai perché odio tanto l’America e gli americani? – gli chiede continuando a minacciarlo con il pugno alzato.

Cornwell non può rispondere perché gli manca il respiro.

- Perché siete tutti degli ipocriti! Non avete il coraggio di dire la verità! – Terence gli urla in faccia, sudato con i capelli sul viso, poi si alza e lo tira su, tenendolo per il colletto della camicia, strappata in più parti. Va verso Anthony.

- Avanti diglielo! Dimostrami che ho torto e che non sei un vigliacco!

Anthony lo guarda sconcertato, non capisce.

- Perché non glielo dici o preferisci che lo faccia io! – grida ancora l’inglese strattonando l’americano.

- Di che cosa stai parlando Granchester?

Terence non gli risponde e lancia uno sguardo verso Annie, poi avvicina le labbra all’orecchio di Cornwell che ancora non riesce a liberarsi dalla sua morsa.

- Se non vuoi dirlo al tuo caro cugino, perché non lo dici direttamente a lei… è così dolce e carina che sono sicuro ti perdonerà! Ma devi essere sincero Cornwell oppure devo continuare a pensare che tutti gli americani siano degli ipocriti… te compreso?

- Adesso basta Terence, hai fatto il tuo show… non credi sia abbastanza! – lo rimprovera Candy osservando i suoi occhi feroci come la sera che l’ha sorpresa nella sua stanza.

- Ma senti senti… proprio tu che dovresti essere la prima a parlar chiaro! Forse lo zio William non sarebbe tanto fiero di te sapendo…

- Candy ha ragione, adesso finiscila… se devi dirmi qualcosa fallo pure e chiudiamola qui!

- Eccolo, mi mancava, il cavaliere senza macchia e senza paura! Caro Anthony faresti meglio a non giudicare le persone dall’apparenza perché spesso proprio coloro che dovrebbero volerci bene in realtà sono pronti a pugnalarci alle spalle.

Terence conclude il suo discorso lasciando andare Archie che barcollando sarebbe caduto di nuovo a terra se il fratello non l’avesse sorretto, poi va dritto davanti al viso di Anthony che resta immobile a pochi centimetri da lui.

- Lo sai che il tuo caro cugino Archibald Cornwell sperava tanto che tu non venissi a studiare a Londra, desiderava che Candy arrivasse da sola così… avrebbe avuto campo libero. Invece sei arrivato tu e lui si dovrà probabilmente accontentare delle piccola Brighton! Questo naturalmente non te lo dirà mai perché è un ipocrita codardo, ma se fossi in te farei molta attenzione.

Sotto lo sguardo attonito di tutti, Terence raccoglie con calma la giacca da terra scuotendola per liberarla dalla polvere poi va verso l’uscita.

Anthony lo segue.

- Pensi di cavartela così!

Terence si ferma e lo guarda dall’alto in basso.

- Prendi a pugni mio cugino che non ti ha fatto niente, lanci accuse senza senso e soprattutto senza avere alcuna prova e poi pretendi che tutti ti credano e pendano dalle tue labbra! Tu sei pazzo!

L’inglese abbozza un sorriso scuotendo la testa.

- Dilla tu la verità piuttosto! A te piace Candy non è così? – lo sfida Anthony.

- A me piacciono tutte lo sai! – risponde Terence beffardo – Dovresti dire alla tua ragazza di starmi lontano perché sono pericoloso o magari l’hai già fatto, ma non mi sembra che ti stia dando ascolto.

- Anthony lascialo perdere… - mormora Candy sopraggiunta alle loro spalle, mentre Terence si allontana.

- Ci vediamo Brown.

 

Capitolo nove




Londra, Royal St. Paul School

aprile 1913

 

Non doveva dire quelle cose… che diritto ha di rivelare a tutti i sentimenti degli altri, cosa ne sa lui!

 

Candy è furiosa mentre attraversa il parco per raggiungere la sua collina. Ripercorre con la mente quanto accaduto pochi giorni prima all’ippodromo e soprattutto ciò che ne è conseguito. Annie si è chiusa nel più assoluto mutismo e non le parla più, come se fosse colpa sua il fatto che Archie… è difficile ammetterlo e non riesce a capire come Terence se ne sia potuto accorgere, ma ciò che ha detto è vero. Appena arrivata a Londra, Archie le ha rivelato di voler essere molto di più di un semplice amico per lei. Candy è rimasta molto sorpresa, non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Archie è indubbiamente un bel ragazzo, molto elegante e raffinato, ma lei lo ha sempre visto come un caro amico, come Stair del resto, niente di più. Per questo non ha detto niente ad Annie, a cosa sarebbe servito? Candy è sicura che l’amica sia la ragazza perfetta per lui, Archie imparerà a volerle bene e a prendersene cura.

E poi c’è Anthony. Candy non può dimenticare i suo dolcissimi occhi azzurri mentre le chiedeva se lei non ne sapesse niente. In quel momento stava dubitando di lei forse per la prima volta da quando si erano conosciuti a Lakewood, davanti al cancello delle rose, due anni prima. C’era stato subito qualcosa di speciale tra loro. In un primo momento Candy aveva pensato che Anthony somigliasse molto al suo “Principe della Collina”, un ragazzo che… o forse un’apparizione (non era sicura che esistesse davvero!), aveva incontrato una sola volta quando ancora si trovava alla Casa di Pony. Quel giorno era disperata perché Annie era stata adottata e non si sarebbero più riviste, stava piangendo sulla collina quando uno strano ragazzo in abito tradizionale scozzese spuntò fuori dal nulla, accompagnato da una dolce melodia. A Candy sembrò di sognare e quando conobbe Anthony ebbe davvero l’impressione che fosse lui, tale era la loro somiglianza. Poi capì che non era possibile perché sarebbe dovuto essere più grande d’età e pian piano cominciò a provare verso di lui un sentimento diverso: Anthony era il primo ragazzo che la faceva sentire speciale, a lui non importava che fosse un’orfana, era sempre gentile e pieno di attenzioni. Era arrivato al punto di scrivere allo zio William per chiedergli di adottarla pur di non perderla, pur di proteggerla dai Lagan.

Candy sente di dovergli tutto e non vuole deluderlo. Si sono parlati, gli ha spiegato che non gli ha detto niente di Archie perché era già stata chiara con lui, Anthony sembra aver capito.

 

Il problema resta Annie, non voglio che soffra a causa mia e Terence non doveva immischiarsi! Chissà poi perché lo ha fatto…

 

C’è una frase che le torna in mente e che Terence ha pronunciato guardando fisso Anthony.

 

Proprio coloro che dovrebbero volerci bene in realtà sono pronti a pugnalarci alle spalle”. Queste parole sembravano uscirgli dal cuore, come se fosse lui la vittima di qualcuno che lo ha ferito profondamente, qualcuno che avrebbe dovuto volergli bene e che non lo ha fatto. Forse hanno a che fare con quella sera sul piroscafo, quando piangeva… io sono sicura che piangeva.

 

Candy corre a perdifiato immersa nei suoi pensieri risalendo il pendio, è quasi arrivata in cima alla collina. Rallenta e si guarda intorno ammirando lo splendore della primavera che ha ricoperto di fiori dorati il paesaggio circostante. Piccole corolle lucenti spuntano fuori qua e là fra l’erba alta.

 

- Che meraviglia! - esclama facendo mille giravolte. D’improvviso qualcosa le blocca il piede e cade rovinosamente a terra, no… non proprio a terra!

- Accidenti… ma che stai facendo?

- Questo dovrei chiedertelo io!

- Terry toglimi le mani di dosso!

- Sto solo cercando di aiutarti a rialzarti… ma se me lo chiedi…

Terence la lascia andare e Candy cade di nuovo sopra di lui, sdraiato per terra. I loro volti sono a pochi centimetri di distanza, i loro respiri si mescolano. Candy è accaldata per la corsa ma un brivido inaspettato le percorre la schiena. Le sembra che lui la guardi in un modo strano, fino ad un attimo prima sorrideva mentre ora i suoi occhi sono fissi nei suoi…

- Tuttelentiggini se continui a starmi addosso sarò costretto a baciarti… – le sussurra sfrontato.

- Cosa! Ti assicuro che non ce n’è bisogno – esclama rialzandosi velocemente, sistemandosi il vestito – Non dovresti stare così nascosto nell’erba come un sasso!

- I sassi non sentono il profumo dei narcisi e soprattutto non fanno diventare rosse le ragazze.

Candy si porta le mani al viso, le sue guance sono calde.

- È per la corsa che ho fatto!

Terence annuisce con un sorrisetto sulle labbra che la manda in bestia.

- Ascoltami bene “Mr. So tutto io”, la devi smettere hai capito?

- Di fare cosa?

- Di credere di capire sempre tutto e di avere il diritto di giocare con i sentimenti delle persone!

- Ti riferisci a Cornwell?

- Certo e soprattutto ad Annie!

- Sta ancora a piangere nella sua stanzetta?

- Oh Terence sei…

- Insopportabile lo so, me lo hai già detto, ma non sono un ipocrita… le passerà.

- Annie è una ragazza molto sensibile e tu le hai spezzato il cuore!

- Io le ho spezzato il cuore? Ti sbagli di grosso bambina, è stato il tuo Archie a spezzarle il cuore.

- Ma che ne sai tu, che ne sai?

- Non è forse vero che è innamorato di te?

- Lui sa come la penso in proposito e quindi non c’era alcuno motivo di tirare in ballo questa storia davanti a tutti. Ha ragione Anthony, tu sei fuori di testa!

- Adesso la tua amica sa ed Archie deve decidere, le carte sono scoperte, non può continuare a fare il doppiogioco fingendo di interessarsi a lei solo per stare vicino a te.

- Potrebbe anche scegliere di non voler stare con Annie…

- Meglio così, almeno lei saprà di non aver perso niente invece di illudersi per un amore che non esiste. Se Cornwell al contrario sceglierà di starle accanto sarà certa che lo fa solo per lei, senza un secondo fine.

Candy deve ammettere che Terence ha ragione. Lei si preoccupa così tanto per Annie, desidera solo che sia felice, ma in questo modo non ha pensato al fatto che solo se Archie l’ama davvero lei potrà essere felice. Vorrebbe continuare a parlare e chiedere a Terence il senso di quello frase, se fosse riferita a qualcuno in particolare, ma lui si è sdraiato di nuovo tra i narcisi e ha chiuso gli occhi. Un raggio di sole gli illumina parte del viso e del collo, sembra accarezzarlo. Tiene un filo d’erba fra le lebbra leggermente socchiuse. Candy ne osserva il respiro regolare che fa sollevare il suo petto sotto la camicia. Si distende anche lei e restano così in silenzio, vicini, fino al suono della campana.

 

 

******

 

 

Come piove! Avrei voluto tanto andare dai ragazzi stasera, hanno ancora le luci accese, chissà se staranno ancora rimuginando su quello che è successo. Spero che Archie stia bene, ho avuto paura per lui… Terry avrebbe potuto fargli molto male… Terry… perché ho iniziato a chiamarlo così? Ricordo che una volta mi ha detto che solo le persone inutili lo chiamano Terence. Terence G. Granchester… cosa vorrà dire quella “G”?

 

Candy si avvicina alla finestra della sua stanza, il vetro si è leggermente appannato, evidentemente la temperatura esterna è scesa per la pioggia. Senza accorgersene, passando il dito sul vetro, traccia due lettere: T G. È così assorta nei propri pensieri che non sente bussare alla porta.

- Candy ci sei?

Si volta sorpresa, affrettandosi  a cancellare la scritta.

- Pa-patty… - balbetta.

- C’è anche Annie con me.

Candy le va incontro per abbracciarla. È così felice che Annie abbia deciso di parlarle di nuovo.

- Mi dispiace tanto Candy, sono stata una sciocca a prendermela con te, ma ero così sconvolta dalle parole di Terence…

- Quanto lo odio… non avrebbe mai dovuto intromettersi!

- Io credo che abbia fatto bene invece.

- Patty che dici?

- Vedi Candy, di sicuro ha sbagliato i modi, del resto sappiamo bene che l’educazione non è il suo punto di forza, però… insomma, Annie doveva sapere come stavano le cose e credo che dopo il turbamento iniziale adesso si senta molto meglio. Non è vero Annie?

- Proprio così Patty. Se Terence non si fosse intromesso Archie probabilmente non si sarebbe mai fatto avanti con me, invece…

- Come sarebbe… Archie si è fatto avanti?

- Sì Candy, questa mattina ha trovato il modo di farmi recapitare una lettera e… sono così felice. Mi ha scritto che al May Festival ballerà solo con me, sarà il mio cavaliere personale.

- Annie è meraviglioso, ormai manca davvero poco!

- E tu hai chiarito con Anthony? Mi sembrava piuttosto arrabbiato all’ippodromo…

- Certo, abbiamo parlato, è tutto a posto!

- Allora anche tu avrai il tuo cavaliere personale…

- Patty non fare la furba, sappiamo bene che tu e Stair siete una coppia ormai!

- Candy smettila…

Le tre amiche scoppiano a ridere, felici per la loro ritrovata armonia.

Più tardi, rimasta da sola, Candy sogna ad occhi aperti, sotto le coperte.

 

Deve essere una festa magnifica! E nonostante le proteste di Eliza, Annie ed io, essendo nate a maggio,  saremo le reginette dei fiori e sfileremo su un carro scortato dai ragazzi. Si potrà ballare fino a notte inoltrata ed invitare chi vogliamo. Manderò di sicuro un invito allo zio William e voglio chiedere anche ad Albert se può venire. Chissà se anche TG parteciperà…


Capitolo dieci




Londra, Royal St. Paul School

maggio 1913

 

Domani sarà il grande giorno. In tutta la scuola fervono i preparativi per il tanto atteso May Festival. Tra gli studenti non si parla d'altro e per qualche ora alle preoccupazioni per gli esami di giugno si sostituiranno quelle per la scelta del costume da indossare o per chi invitare a ballare. Anche se negli ultimi minuti si sta diffondendo la notizia che una ragazza è stata punita e addirittura le sarà impedito di prendere parte alla festa.

Neil e i suoi amici stanno sghignazzando in un angolo del salone.

- È proprio una stupida orfanella… perdersi la festa più importante dell'anno per difendere una tartaruga… ah ah ah…

- Davvero l'hanno rinchiusa nella prigione?

- Certo… e dovrà restarci per una settimana! Suor Gray è stata inflessibile questa volta…

- Di che cosa stai parlando Neil? - lo interrompe una voce che conosce bene e che subito lo fa smettere di ridere.

- Sto parlando di Candy… è stata punita… - balbetta.

- E perché? Avanti parla!

- Perché ha offeso suor Gray.. le ha detto che ha una pietra al posto del cuore… io non c'entro niente Granchester… - Neil e i suo amici si allontanano temendo una seconda lezione di galateo.

Terence non trattiene un sorriso pensando al coraggio di quella ragazzina.

 

Una pietra al posto del cuore… nemmeno io sono mai arrivato a tanto! Però ti è costato caro mia piccola Tarzan… non potrai partecipare alla festa, proprio quest'anno che avevo deciso di essere presente… 

 

Esce nel giardino e guarda in alto. La prigione si trova nella torre centrale. Sorride di nuovo, è sicuro che Tuttelentiggini troverà il modo di uscire da lì!

 

Il ragazzo ha indovinato, infatti Candy ha già abbandonato la prigione e passando lungo i tetti è addirittura uscita dalla scuola. È andata dal suo amico Albert per chiedergli di prendersi cura della piccola tartaruga di Patty. Nella scuola è vietato tenere animali e quando suor Gray le ha ordinato di sbarazzarsene, Candy non ha esitato a difendere l'amica beccandosi una bella punizione!

Adesso che so che Albert si prenderà cura di Evelyn mi sento meglio, sono sicura di aver fatto la cosa giusta e non mi pento affatto di aver risposto a suor Gray… è stata molto severa con Patty… come poteva pretendere che lei abbandonasse la sua piccola amica… è davvero senza cuore! Certo mi dispiace molto non partecipare alla festa…

- Ehi Candy ci sei?

- Anthony… che cosa ci fai qui?

- Volevo sapere come stavi…

- Bene non preoccuparti!

- Ti ho portato un pacco… te lo manda lo zio William… ho pensato che ti facesse piacere averlo.

- Lo zio William… cosa può essere?

Anthony le porge una grande scatola facendola passare a fatica attraverso la stretta finestra sbarrata. I due ragazzi non si possono vedere perché l'apertura è troppo in alto, si appoggiano entrambi con le spalle alla porta che li separa e restano ancora un po’ a parlare.

- Mi dispiace molto che non potrai partecipare alla festa.

- Dispiace anche a me…

- Era proprio necessario?

- Che cosa?

- Offendere Suor Gray in quel modo!

- Ma Anthony… Patty era disperata e suor Gray non ha avuto un briciolo di pietà cristiana… cosa avrei dovuto fare?

- Patty sa che non si possono tenere animali a scuola…

- Anche questa mi sembra una regola assurda… prendersi cura di un animale non può che fare bene all'educazione di una signorina, dovrebbe essere materia di studio. Sono sicura che se Eliza Lagan avesse un cucciolo da accudire sarebbe meno superba e molto più amorevole anche con le persone!

- Intanto in punizione ci sei tu e non Patty!

- Beh… pazienza… anzi fammi un favore, cerca di farle sapere che la sua tartaruga è al sicuro e che l'ho portata dove le avevo detto.

- Sei uscita?

- Certamente!

- Ma… Candy!

- Non preoccuparti… so quel che faccio. Ora vai prima che ti scoprano.

- Ok… torno domani.

Dopo che Anthony se n’è andato, Candy apre il regalo dello zio e ciò che vi trova le fa venire subito una fantastica idea!

 

******

 

Il salone centrale della St. Paul School è meravigliosamente addobbato per la festa, ovunque splendono decorazioni scintillanti, candele e fiori. Da un lato un ricco banchetto delizierà il palato di tutti gli invitati, mentre dal lato opposto un'orchestra con ben 15 elementi suonerà fino a tarda notte per farli ballare.

Non passa decisamente inosservato quando, stretto in uno splendido completo bianco e oro, Terence Granchester fa il suo ingresso dalla scala principale, accolto da un delizioso giro di valzer oltre che dai mille mormorii delle fanciulle presenti. Eliza Lagan in particolare sembra esserne rimasta stregata tanto da non riuscire a togliergli gli occhi di dosso. 

- Ciao Terence… che sorpresa vederti qui oggi, stai cercando una ragazza con cui ballare per caso?

- Perdonami Eliza ma sono un pessimo ballerino… sono solo venuto per bere qualcosa. Di sicuro troverai un altro cavaliere. Excusez-moi, mademoiselle!

Eliza lo guarda allontanarsi con occhi sognanti, sentirlo rivolgersi a lei in francese le ha provocato un'onda di brividi dalla testa ai piedi e se non avesse ricevuto una rigida educazione non esisterebbe a seguirlo per gettarsi letteralmente tra le sue braccia!

 

Chissà dove si è cacciata Tuttelentiggini…. la prigione era vuota! Deve essere qui da qualche parte, si sarà messa un costume per non essere riconosciuta ma io sono sicuro che mi accorgerei subito della sua presenza...accidenti ma perché non arriva!

Là ci sono tutti i suoi amici, anche loro la stanno cercando… Anthony sembra il più impaziente… ecco, mi sto comportando esattamente come lui! Ma cosa mi succede! Prendo parte per la prima volta a questa festa e non faccio altro che cercarti… piccola scimmietta che cosa mi hai fatto? Devi avere di sicuro qualche potere nascosto sotto a tutte quelle lentiggini o in mezzo ai tuoi riccioli d'oro, o forse sono i tuoi occhi di smeraldo che incantano chi li vede come gli occhi di Medusa, o la tua risata che ammalia più del canto di una sirena… no, niente di tutto questo! È semplicemente Cupido che bendato si diverte a lanciare le sue frecce cosicché una di queste ha scelto come bersaglio il mio cuore. Devo assolutamente andarmene prima che tu te ne accorga …

 

Terence lascia la festa proprio nel momento in cui un giovane Romeo Montecchi fa il suo ingresso nel salone. È un ragazzino minuto che apparentemente nessuno conosce…

- Ciao Anthony.

- Ma… Candy!

- Shhhh… 

- Vuoi ballare? 

- Certo!

Un moschettiere che danza con Romeo…. davvero una strana coppia e qualcuno se ne accorge.

- Anthony… che noia deve essere ballare con un ragazzo!

Mentre pronuncia queste parole Eliza si appropria del bel moschettiere mentre Romeo rimasto da solo si dirige verso una dolce dama.

- Mi concede questo ballo signorina?

La dama ha gli occhi fuori dalle orbite.

- Sono io, Annie

- Candy ma come…

 

Le due amiche scoppiano a ridere e si mettono a ballare, passando più volte vicino ad Eliza che inizia ad avere qualche sospetto.

- Annie cara, Archie non sarà geloso?

- Ma veramente io…

- Va pure da lui e se questo Romeo gradisce ballare ancora…

- Mi dispiace signorina ma devo cercare un amico…

Candy si allontana velocemente temendo che Eliza la possa riconoscere. Per fortuna lo zio William le ha mandato due costumi. Indossando il secondo di sicuro nessuno potrà immaginarsi che si tratta della stessa persona vestita da Romeo. Corre nel bosco per cambiarsi e certa di non essere vista, toglie l'abito di Romeo ed indossa quello della bella Giulietta.

- Ora posso tornare alla festa e ballare fino a domattina!! Iuuhhhh!!

 

Il suono improvviso di una risata la fa sobbalzare, si guarda intorno ma non vede nessuno. Solo quando una ghianda la colpisce sulla testa alza il viso e...

- Non eri niente male vestita da Romeo!

- Terence!!!! Da quanto tempo sei lì? Mi hai guardata mentre mi cambiavo?

- Tranquilla Lentiggini… avrei potuto ma in questo momento non ne avevo voglia!

- Sei un villano e un maleducato lo sai?

- Certamente! - esclama il ragazzo mentre con un balzo salta giù dall'albero ritrovandosi faccia a faccia con Giulietta.

- In realtà dovresti preoccuparti se non lo avessi fatto!

- Allora mi hai vista!

- Solo una sbirciatina… Eliza invece ti ha squadrata per bene!

- Cosa… Eliza?

- E di sicuro starà per tornare qui per smascherarti, ci conviene andarcene… sulla collina?

Terence le lancia uno sguardo d'intesa e lei risponde nello stesso modo poi, prendendosi per mano, si mettono a correre. 

 

Il sole tiepido di maggio riscalda l'aria ed una leggera brezza diffonde intorno il profumo dei fiori. La  collina è come un luogo sospeso fuori dalla realtà, isolato dagli altri e lontano dalla città. Quando i due ragazzi raggiungono la cima, Terence si sdraia nell'erba mentre Candy rimane estasiata ad ammirare il paesaggio. Ai loro piedi Londra sembra salutarli promettendo un futuro radioso, come se ogni desiderio potesse realizzarsi in quell'istante. 

- È davvero una giornata splendida! - esclama Candy respirando a pieni polmoni l'aria dolce di maggio.

- Si lo è… mi ricorda un picnic di tanti anni fa con i miei genitori. Io ero molto piccolo ma credo di non aver mai più visto mio padre e mia madre così felici…

La voce di Terence è così tenera in quel momento, Candy lo sente molto vicino come se avessero molte più cose in comune di quanto possa sembrare. Anche lui non deve aver avuto un’infanzia semplice nonostante provenga da una famiglia nobile e molto ricca. Candy ripensa ai giorni trascorsi alla Casa di Pony e sente una grande nostalgia.

- Anche all’orfanotrofio dove sono cresciuta facevamo spesso dei picnic, non avevamo granché però ci divertivamo… potremmo farne uno qui a scuola, che ne dici Terence?

- Noi due?

- Sì.

I due ragazzi si guardano per un istante quando una musica li raggiunge. Terence si alza in piedi e con un galante inchino la invita a ballare.

- Mi concede l’onore di ballare con lei, graziosa Giulietta?

Candy sorride raccogliendo l’invito. Le loro mani si uniscono, Terence le cinge la vita stringendola a sé, facendola volteggiare tra i fiori. Il sole che filtra tra i rami degli alberi dipinge giochi di luce sui loro volti sorridenti.

Terence avverte di nuovo quella strana sensazione che non ha mai provato prima, qualcosa che lo lega a quella ragazzina, come se lei fosse parte di lui. Non riesce a spiegarselo, il suo cuore ha iniziato a battere più forte e il desiderio di stringerla è quasi incontrollabile. Si ferma d’improvviso, spaventato da ciò che gli sta succedendo. Candy lo guarda stupita.

- Cosa c’è, perché ti sei fermato? – gli chiede e la sua voce è così tenera… non ha paura di lui.

Come può lui rispondere a quella domanda, non sa perché si è fermato, non sa perché vorrebbe che tutto si fermasse. Il suo viso si avvicina a quello di Candy, i loro respiri si mescolano, le loro labbra quasi si sfiorano…

- Candy! - una voce la chiama e rompe l’incantesimo.

- Anthony…

Tra gli occhi dei due ragazzi come un lampo, entrambi si chiedono la stessa cosa:

… Cosa stai facendo Granchester?... Che cosa vuoi Brown?

Candy vorrebbe parlare, spiegare ad Anthony … ma non sa bene che cosa dire e poi non c’è tempo perché Eliza sta andando alla prigione, ha capito che lei è uscita e vuole smascherarla. Anthony la stava cercando per dirle questo, non si aspettava di trovarla con lui.

- Cosa? Eliza sta andando alla prigione? Così capirà tutto… - Candy è sconvolta, se lo zio William dovesse saperlo cosa penserebbe? Si volta a cercare Terence ma lui è scomparso, dov’è andato?

- Andiamo Candy devi far presto! – le grida Anthony.

Candy inizia a correre più veloce che può, ma con quell’abito non è semplice, soprattutto arrampicarsi sul tetto per raggiungere la cella. Cade più volte e teme di non farcela, infatti quando senza fiato arriva alla torre scorge attraverso la finestra Eliza insieme a Louise. Sono appena entrate nella stanza…

- Sono arrivata troppo tardi… ora si accorgeranno che non ci sono!

Ma accade qualcosa di inaspettato, Candy non capisce subito perché non può sporgersi per guardare altrimenti la scoprirebbero: le due ragazze se ne vanno, sembrano molto arrabbiate.

Adesso che la stanza è libera Candy può entrare, solleva la finestra e sorpresa capisce che nel letto c’è qualcuno. Una risata inconfondibile fa sorridere anche lei.

- Terry! Avrei dovuto immaginarlo…

- La prossima volta sta’ più attenta Tarzan!

- Spero che non ci sarà una prossima volta, non ci tengo a passare le mie giornate dietro le sbarre! – esclama ridendo di nuovo – Comunque grazie.

- Di niente.

Terence esce dalla finestra. Candy lo guarda mentre si allontana lungo il tetto e ripensa ai momenti trascorsi con lui sulla collina, alle loro labbra che stavano per… no non è possibile, forse ha sognato. Perché mai Terence che ha tutte le ragazze ai suoi piedi, dovrebbe… non sa neanche come definire ciò che ha fatto.

 

È stato solo un attimo probabilmente, lui sarà abituato a fare così con tutte però… se non fosse arrivato Anthony cosa sarebbe successo? Oh mio dio, Anthony ci ha visti! Che cosa starà pensando di me? Lui non ha mai provato a… ma se lo avesse fatto io come avrei reagito? Accidenti perché è tutto così complicato!

 

Tolto l’abito di Giulietta, Candy si sdraia nel letto. Prova a chiudere gli occhi per placare i suoi pensieri agitati, ma la prima immagine che le appare è il viso di Terence illuminato dal sole che le chiede di ballare. E poi il suo sguardo così intenso da farla tremare, ma non per la paura, per un’altra sensazione che non riesce a descrivere ma che l’ha travolta nell’istante in cui le loro labbra si sono sfiorate. Le sembra di avvertire ancora il suo respiro caldo sul viso, quel tocco leggero che ha fatto scoppiare in lei un uragano di emozioni. Le gira la testa. Si alza e guarda fuori dalla finestra. Le stelle riempiono il cielo, i fuochi d’artificio annunciano che la festa sta per concludersi.


Capitolo undici



- Per fortuna che Candy ha fatto in tempo a tornare nella cella di punizione, sarebbe stato un grosso guaio se suor Gray lo avesse saputo.

- Hai ragione Archie anche se… in realtà non ha fatto in tempo…

- Che vuoi dire Anthony? È stata scoperta forse?

- No no, nessuno si è accorto che fosse uscita di prigione, ma quando Eliza è arrivata pare ci fosse qualcun altro al posto di Candy!

- Ma di chi parli?

- Di Granchester!

- Cosa? Che ci faceva?

 

Dopo una settimana Candy è uscita dalla prigione e la prima cosa che ha fatto è stata parlare con Anthony. L’ha ringraziato per averla avvisata e gli ha raccontato come sono andate le cose, volendo essere con lui totalmente sincera. Ma lui non ha voluto ascoltare spiegazioni riguardo a ciò che ha visto sulla collina perché ha paura di quello che ha visto: sa che Terence è un poco di buono, che si approfitta delle ragazze, ma non può negare che abbia con Candy un atteggiamento diverso e il fatto che si sia precipitato alla prigione per salvarla lo dimostra. Non vuole ammetterlo davanti a Candy però, per questo non vuole parlare di lui.

 

- Quando sono andato a cercarla e le ho detto che Eliza stava andando alla prigione, Granchester era con lei… sulla collina, quindi ha sentito anche lui ed è arrivato alla torre prima di Candy, si è nascosto nel letto ed Eliza ci è cascata, per fortuna…

- Aspetta un attimo, hai detto che Candy e Terence erano insieme sulla collina? E che cosa stavano facendo?

- Stavano ballando, credo.

- E tu lo hai lasciato andare!  Sei impazzito o cosa… lo sai cosa si dice su di lui, non deve permettersi di avvicinarsi a Candy.

- Perdonami Anthony ma… Candy non è il tipo di ragazza che si lascia abbindolare, se era con lui ci sarà un motivo, non credo che Terence l’abbia trascinata sulla collina – interviene Stair rimasto in silenzio fino a quel momento.

- Ma non sei stato proprio tu a dirmi che tutte le ragazze cadono ai suoi piedi! Lui sa come raggirarle evidentemente, dobbiamo fare in modo che le stia lontano e dobbiamo farlo subito! Eccolo là. Venite con me o no?

I tre ragazzi scendono in giardino, Terence sta andando verso l’aula della musica, lo seguono.

 

- Ehi Granchester! – grida Archie.

Terence si volta – Guarda chi si vede, i tre moschettieri! Che c’è, avete bisogno di qualche consiglio su come si conquista una ragazza?

- Non è il caso che tu faccia lo spiritoso, non abbiamo di certo bisogno dei tuoi consigli, l’unica cosa che vogliamo da te è che tu stia lontano da Candy!

- Ma senti senti, hai ancora il coraggio di parlare Archie! Ehi Brown tuo cugino non ha ancora smesso di “prendersi cura” di Candy? Credevo fossi tu il suo cavalier servente!

- Ascoltami bene Granchester, ti ringrazio per aver fatto in modo che Eliza non la scoprisse, ma ti conviene fermarti qui!

- Questa è una minaccia bella e buona! Allora hai intenzioni serie con Tuttelentiggini…

- Le mie intenzioni con Candy non sono affar tuo, devi solo lasciarla in pace perché non è la ragazza per te!

- E questo chi lo dice?

- Io!

- Dovrebbe essere lei a dirlo, o no?

- Se dici che è lei a dover scegliere vuol dire che anche tu…

- Io cosa? Io mi sto solo divertendo… dillo pure alla tua Candy! Così non le sarà difficile scegliere. Ora vi saluto, ho da fare.

Terence si allontana. Archie sembra soddisfatto di quanto ammesso dal giovane inglese.

- Avevo ragione, lo ha detto chiaramente che sta solo giocando con Candy, come fa con tutte del resto!

Stair osserva l’atteggiamento di Anthony, non sembra affatto convinto di ciò che dice Archie. Lui lo ha visto, ha visto lo sguardo di Terence mentre stringeva Candy tra le braccia, sulla collina. Era lo sguardo quasi spaventato dalla bellezza che aveva davanti, ero uno sguardo pieno d’amore. Candy era di spalle, chissà se anche lei stava guardando Terence nello stesso modo.

 

*******

 

 

- Ma dove sono finiti tutti oggi! Saranno a studiare per gli esami di giugno… dovrei farlo anch’io ma dopo una settimana trascorsa in punizione ho proprio bisogno di sgranchirmi un po’ e visto che a quest’ora non c’è nessuno in giro, ne approfitto…

Candy finalmente può assaporare il piacere della libertà, anche se ogni tanto qualche uscita dalla prigione l’ha fatta ugualmente! Mentre saltella di ramo in ramo ripensa al fatto che se Terence non fosse stato nella cella al suo posto sarebbero stati guai seri.

 

È già la seconda volta che mi toglie dai guai, prima difendendomi da Neal ed ora da Eliza… quei due sono sempre pronti ad approfittare di ogni mio errore, devo fare più attenzione!

Ehi Candy stai attenta, sono fuori allenamento… stavo per cadere!

 

- Qualcuno sta suonando nell’aula di musica, che strano, a quest’ora non c’è lezione. Che melodia incantevole, sembra portata dal vento…

Candy si avvicina senza accorgersene come se quelle note la stessero chiamando. L’aula degli strumenti è al secondo piano e per capire chi stia suonando si arrampica su una quercia che si trova lì davanti. Facendosi largo tra le foglie ecco che appare il misterioso musicista. Candy non è sorpresa perché appena ha udito quella musica qualcosa dentro di lei le ha suggerito chi la stesse suonando.

- Terry… sapevo che eri tu…

Candy osserva il ragazzo, è chinato sul pianoforte quasi ad abbracciarlo, mentre con una mano sfiora i tasti e ciò che esce è qualcosa che arriva al cuore. La sua espressione è così intensa, come quando hanno ballato sulla collina. D’un tratto le sembra di cadere e vorrebbe andarsene, ma non riesce a staccare gli occhi da lui. Poi teme che si arrabbi con lei, non gli piace essere spiato e così decide di scendere. Troppo tardi.

- Ciao Tuttelentiggini!

- Ciao Terence, scusami non volevo disturbarti, è che ho sentito la musica ed ero curiosa di sapere chi stesse suonando.

- Stavo suonando pensando a te ed eccoti qui.

- ….

- Perché non entri? Potrei insegnarti qualcosa… so che non sei proprio Chopin.

- A dir la verità rischio di essere bocciata se non imparo almeno un paio di scale!

Terence si mette a ridere mentre l’aiuta ad entrare dalla finestra.

- C’è poco da ridere! Che cosa stavi suonando?

- Mozart… ma credo che non sia alla tua portata, meglio iniziare con qualcosa di più semplice, siediti vicino a me.

Candy si siede mentre Terence le mostra alcune note e poi la invita a provare.

- Sai qual è il segreto?

- Studiare molto suppongo.

- Ti sembro il tipo che studia molto?

- No – risponde sorridendo.

- Il segreto è lasciare che la musica passi dal cuore prima di arrivare alle mani.

Terence prende la mano di Candy e la mette sul suo petto dove batte il cuore.

- Prova adesso – le dice.

Il risultato è decisamente peggiore del primo tentativo.

- Sei una frana Tuttelentiggini! – esclama Terence ridendo di gusto.

- Lo sapevo che mi avresti solo preso in giro! – sbotta Candy alzandosi.

- E dai non si può scherzare con te!

- Ridi ridi, se non passo l’esame di musica dovrò studiare tutta l’estate e non potrò tornare in America!

- Ti spediranno alla scuola estiva vero?

- Sì, in Scozia.

- Non è poi così male la Scozia.

- Non ne dubito però ci sarà la zia Elroy, i Lagan… non credo che riuscirò a divertirmi!

- Ci sarò anch’io.

- Davvero?

- La mia famiglia possiede una villa dove passo le vacanze estive… non è lontana dalla scuola, potresti venire a trovarmi.

- Beh… se posso… adesso però devo andare, devo… studiare…

Candy si avvicina alla finestra ma prima di saltare sull’albero davanti, si sofferma sul davanzale, deve dire qualcosa a Terence ma l’emozione della mano sul suo cuore le ha bloccato la gola. Ora è di spalle, sa che lui è lì dietro di lei e senza guardarlo trova il coraggio di parlare.

- Volevo ringraziarti, se non fosse stato per te Eliza mi avrebbe scoperto e non so perché ma… da quando sono in questa scuola, mi hai già aiutato molte volte…

- Forse perché mi piacciono le lentiggini!



FINE PRIMA PARTE




Capitolo dodici





Per un soffio Candy è riuscita a superare gli esami, anche quello di musica, ma non tornerà ugualmente in America per le vacanze. Lo zio William ha predisposto che sia lei che i ragazzi frequentino la scuola estiva. Così sono partiti tutti per la Scozia, Lagan compresi.  

Candy dovrà frequentare alcune lezioni di francese e musica, si recherà a scuola ogni mattina, per fortuna ci saranno anche Patty ed Annie. Al pomeriggio tornerà a villa Andrew dove la zia Elroy vigilerà sulla buona condotta dei ragazzi, i quali potranno godere comunque di un po’ di tempo libero.

I primi giorni li trascorrono facendo lunghe passeggiate esplorative dei boschi circostanti. Candy è sempre la più allegra ed anche se ci sono Neal ed Eliza, non ha intenzione di farsi rovinare le vacanze.

- Ragazzi facciamo una corsa, chi arriva ultimo paga pegno….

- Aspetta Candy… così non vale sei partita prima!

- Andiamo Anthony, prova a prendermi!

I due ragazzi si allontanano dal resto del gruppo. Candy sembra in vantaggio ma dopo poco Anthony che è più alto di lei, la raggiunge e la supera.

- Vittoria! Adesso tocca a te la penitenza… - le sussurra afferrandola per la vita e facendola volare.

- Mettimi giù… e poi non sono io l'ultima!

Gli altri infatti li hanno raggiunti e l'ultimo ad arrivare è… Archie!

- Con questo caldo come vi viene in mente di fare una gara di corsa - si lamenta il ragazzo.

- Fratello sei davvero un disastro… devi pagare pegno ora!

- E cosa dovrei fare sentiamo.

- Dare un bacio ad Annie naturalmente!

- Stair - lo riprende Patty - che razza di penitenza è mai questa!

- Ehi Patty.. non ti arrabbiare, stavo solo scherzando!

L'aria si riempie delle loro risate. Le vacanze sono iniziate alla grande e Candy ha l'impressione che quella sarà un’estate indimenticabile. Continuando a girovagare nei dintorni, giungono fino ad un grande lago le cui acque scintillanti le ricordano quelle del lago Michigan. 

- Che meraviglia! - esclama sopraffatta da tanta bellezza.

- Chissà se ci sono delle barche per fare una gita.

- Se scendiamo fino alla riva magari le troviamo…aspettateci qui ragazze.

Candy e le amiche si siedono sull'erba in attesa del loro ritorno. 

- Che cos'è quella? - domanda.

- Non saprei… - risponde Annie. 

- A me sembra una villa enorme, quasi un castello direi. Ce ne sono molti nei dintorni di Edimburgo.

- Davvero Patty, addirittura un castello? Mi piacerebbe sapere a chi appartiene. 

- Di sicuro a una famiglia molto antica Candy.

- Una famiglia molto antica come quella dei Granchester vuoi dire?

- Certamente, i Granchester hanno un albero genealogico importante e anche un meraviglioso stemma con un cavallo rampante e una tigre se non sbaglio.

- Come fai a sapere tutte queste cose?

Beh… ho studiato un po’ di araldica inglese, c’è uno splendido volume nella nostra biblioteca, se vuoi te lo presto Candy. 

- Sei incredibile… e comunque quella potrebbe essere davvero la villa di Terence, a scuola mi ha detto che la sua famiglia ne possiede una qui in Scozia.

- Non mi dirai che anche lui passerà qui le vacanze! - esclama Annie preoccupata.

- Per ora non si è visto, magari avrà cambiato idea.

- Hai ragione Patty, di solito viaggia molto… - commenta Candy  e la sua aria delusa non sfugge alle amiche.

 

 

*******

 

Il lago scintilla sotto la luce del sole. I raggi ne accarezzano la superficie e sembrano giocare con le morbide increspature dell'acqua. Osservandolo si avverte una intensa sensazione di pace e serenità, tutto appare limpido e calmo. Ogni tanto un piccolo pesce guizza fuori dall'acqua, sollevando scintille di luce e mi fa sorridere di meraviglia. Una brezza leggera fa ondeggiare le corolle dei fiori che adornano la riva e porta il loro profumo fino a me, sdraiata nell'erba. 

Chiudo gli occhi e i miei pensieri se ne vanno in giro, come le libellule che sfiorano l'acqua con le loro zampe minute e forti. Il lago mi fa pensare ad Anthony, limpido e trasparente allo stesso modo, la sua presenza mi fa sentire serena e allegra. Quando sono con lui ho l'impressione di non aver bisogno d'altro, di aver trovato tutto ciò che cerco e che sono sicura non perderò, perché lui non cambierà mai. 

Mi metto seduta e mi guardo intorno. Percorro con lo sguardo la distesa azzurra davanti a me: dalla parte destra dove, attraverso un sentiero, si scende al paese, fino alla riva sinistra dove tra antiche conifere si scorge, adagiata su un piccolo promontorio, Villa Granchester. La costruzione risale al secolo scorso e sembra quasi un castello, avendo ai lati della facciata principale due piccole torri appuntite ben visibili anche da lontano. Qualche giorno fa passeggiando da sola sono arrivata fino laggiù e ho visto la targa posta di lato al grande cancello in ferro: GRANCHESTeR MANOR.

Da quando siamo arrivati in Scozia Terence non si è ancora visto in giro e, anche se mi costa ammetterlo, non posso negare che un po’ mi manchi. Tutti lo definiscono un poco di buono e in effetti si comporta spesso come tale… insomma decisamente non fa niente per smentire le voci negative che circolano su di lui. Però… credo che per capirlo veramente sia necessario andare oltre la superficie e scendere in profondità. Le sue acque non sono chiare e non si riesce a vedere il fondo, bisogna andare sotto per conoscere cosa nasconde e non è possibile sapere in anticipo se troveremo tesori oppure solo fango. Ogni tanto qualcosa di bello affiora in superficie e scintilla così tanto da restarne abbagliati e storditi, poi le acque si richiudono, tornano scure e non si vede più niente. Ma negli occhi resta quel bagliore accecante appena intravisto e non si può fare a meno di pensarci e di desiderarlo ancora.

Guardo verso la villa, le alte finestre sono chiuse, sembra disabitata.

 

Candy è immersa nei propri pensieri. Non ha lezione quella mattina ed è uscita da sola molto presto. Le piace godere il mormorio della natura prima che gli altri si sveglino. Le sembra di tornare bambina quando alla Casa di Pony correva libera nei prati. Anche se adesso non è più una bambina e soprattutto da quando ha lasciato l’America le sembra di essere cresciuta molto. La sua mente è occupata sempre più spesso da pensieri che ruotano attorno ad un argomento nuovo per lei: l'amore. Non è sicura di conoscere il vero significato di questa parola né tantomeno di sapere cosa voglia dire amare qualcuno ed essere amati. Si chiede se possa esistere un solo tipo d'amore. Lei ha conosciuto l'amore di Miss Pony e suor Lane per i bambini, quello di Albert per gli animali, quello di Anthony per le sue rose e forse… forse anche per lei? È amore ciò che li lega? E magari che lega anche Archie ad Annie e Stair a Patty?

Candy si sente sempre più confusa ogni volta che ci pensa e non riesce proprio ad immaginare quale sia il vero significato della parola “amore”.

Un gioco che la divertiva molto fare quand'era piccola era soffiare sui fiori di tarassaco ormai maturi e spargere i semi nel vento. Si ricorda che prima si deve esprimere un desiderio e poi soffiare via i batuffoli in un colpo solo affinché venga esaudito. Ce ne sono molti disseminati tra l'erba, così ne afferra uno e se lo porta davanti alla bocca, esprime un desiderio e poi soffia più forte che può. I semi volano via verso l'acqua tutti insieme e in quell'istante qualcuno si siede vicino a lei.

- Scommetto che mi stavi pensando!

- Terence… mi hai spaventata!

- Non fingere di essere sorpresa, sono sicuro che mi aspettavi.

- Non è vero!

- Invece si!

- Ti dico che non è vero! – grida, alzando la mano per colpire il ragazzo.

- Ehi va bene, ho capito… stavi leggendo?

- Beh in realtà questo libro non è mio… l'ho trovato qui fra l'erba. 

- Infatti è mio… credevo di averlo perso. 

- Ti piace Shakespeare?

- No.

- Ma se i margini sono pieni di note… non mentire!

- Ok mi hai scoperto… adoro Shakespeare. 

- E questo libro di cosa parla?

- Di tante cose, ma soprattutto… d'amore. 

Il modo in cui Terence ha pronunciato quella parola la fa tremare e ha l'impressione che in quell'istante l'acqua diventi più limpida e si possa vedere il fondo. 

- Che cosa dice? - domanda al ragazzo fissando le sue mani sul libro.

Lui lo apre ad una pagina precisa, come se si aspettasse quella domanda e inizia a leggere.

- “Ho superate quelle mura con l’ali leggere dell’amore, poiché non vi è ostacolo di pietra che possa arrestare il passo dell’amore, e tutto quel che amore può fare, subito trova il coraggio di tentarlo…” Ecco… questo è l’amore per Shakespeare, audace e folle perché non si ferma davanti a niente!

- E tu… sei d’accordo con lui? – domanda Candy e si stupisce di non vergognarsi di quello che ha appena chiesto a Terence.

- “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente”!

La voce del ragazzo profonda e sensuale, il suo viso dolce e deciso allo stesso tempo, così vicino a Candy da poter sentire la carezza del suo respiro sulla pelle, forse troppo vicino…

- Che stai facendo! – esclama d’un tratto la ragazza, tirandosi indietro.

Terence scoppia a ridere, prendendola in giro perché sembra aver creduto che le sue parole fossero rivolte a lei.

- Secondo te per quale motivo leggo Shakespeare? Per conquistare le ragazze, mi sembra chiaro… di solito funziona!

- Con me no!

- Non è certo mia intenzione conquistarti, non ti agitare… non mi piacciono le scimmie lentigginose mi sembra di avertelo già detto!

- Sei sempre il solito! – gli grida di nuovo, arrabbiata.

 

- Candyyyy… Candyyyy… dove sei finita?

Candy si alza in piedi per vedere chi la sta chiamando, sono Patty ed Annie. Hanno programmato una gita in barca tutti insieme, quella mattina.

- Sono qui, arrivo!

- Ciao Tuttelentiggini…

- Addio Terence!!!

Mentre si incammina a passo spedito verso le amiche, ripensa alle parole di quell’odioso ragazzo: “non mi piacciono le scimmie lentigginose”… allora ha forse sognato quando nell’aula di musica le ha detto che gli piacevano le lentiggini? E quando l’ha quasi baciata sulla collina, alla festa di Maggio?

 

Possibile che mi sia immaginata ogni cosa?

 

 

Capitolo tredici




Il Loch Lomond è il lago più grande della Gran Bretagna, si trova nelle Lowlands, nella Scozia meridionale, ad ovest della città di Sterling. La superficie appare costellata da molte piccole isole e le sponde sono ricoperte da una folta vegetazione alternata ad ampie praterie dove di frequente pascolano le Scottish Blackface, pecore dal caratteristico musetto nero o le Cheviot dal manto bianco.

Il lago è molto caro agli scozzesi tanto che gli è stata addirittura dedicata una canzone, composta nel 1745 da un soldato che morente stava facendo ritorno a casa.

Nell’estate del 1913 invece, il lago divenne spettatore di ben altre musiche e soprattutto della rivelazione di un amore.

 

- Aiuto… aiuto… qualcuno mi aiuti… non so nuotare…

 

Terence se ne sta disteso nell’erba a leggere quando sente gridare. Una voce femminile, stridula e talmente acuta da perforare i timpani, sembra emergere letteralmente dalle profondità del lago.

- Non sapevo ci fosse un mostro in queste acque! – esclama ridendo tra sé. Ma le grida continuano, così si alza in piedi e scorge sotto di lui quattro piccole barche di cui una rovesciata, nei pressi della quale si agita quella che sembrerebbe una ragazza se non fosse per la voce raccapricciante che esce dai suoi polmoni!

Poco distanti si avvicinano molto lentamente altre tre barche.

 

- Anthony non credi che dovremmo aiutarla?

- Mi risulta che Eliza sappia nuotare benissimo, chissà perché sta facendo tutta questa scena!

Candy resta perplessa di fronte a quella risposta, Eliza le sembra davvero in difficoltà. Anche Stair ed Archie però restano fermi ai remi, mentre Neal si è aggrappato alla barca rovesciata e non si cura minimamente della sorella.

D’un tratto un tonfo sordo, come se qualcuno si fosse appena tuffato dalla scogliera, attira l’attenzione di tutti. Infatti in pochi istanti Eliza viene raggiunta e afferrata da qualcuno che la porta in salvo sulla terraferma. A quel punto le imbarcazioni fanno rotta verso la riva e tutti i ragazzi non credono ai propri occhi davanti ad Eliza che, tra le braccia del suo salvatore, lo ringrazia di essere così prontamente intervenuto.

 

- Oh Terence se non ci fossi stato tu a quest’ora riposerei senza vita sul fondo del lago!

- Ma chi annega di solito galleggia… - mormora Stair guadagnandosi una gomitata da parte di Patty.

- Sta’ zitto Stair, fosse stato per voi non sarei qui ora! – grida Eliza.

- A giudicare da come gridi mi sembra che tu stia benissimo però! – esclama Archie ricevendo un’occhiataccia da Annie.

- Eliza forse è meglio che torni a casa a cambiarti o rischierai di prenderti un malanno.

- Zitta tu! Come osi parlare Candy? Adesso credo che sia chiaro a tutti quanto sia negativa la tua influenza su Anthony… se non ci fossi stata tu lui sarebbe di sicuro intervenuto!

- Ma che dici Eliza?

- La semplice verità e quando racconterò ciò che è accaduto alla zia Elroy sono sicura che anche lei non accetterà più la tua presenza nella famiglia Ardlay, tu non sei una Ardlay! Faresti meglio a stare lontana da tutti noi, anche da Terence… lui è un Granchester, nelle sue vene scorre sangue blu…

- Adesso devo andare! – la interrompe Terence bruscamente, sciogliendola dal suo abbraccio, lanciando uno sguardo a Candy. Lei osserva quegli occhi, gli sembrano carichi di rabbia e di dolore nello stesso tempo.

- Aspetta Terence, vorrei presentarti alla zia, lei vorrà di sicuro ringraziarti personalmente.

- Mi dispiace Eliza ma… ho bisogno di cambiarmi, un’altra volta magari.

Il ragazzo si allontana, ha i capelli bagnati che ricadono lungo le spalle. La camicia zuppa che aderisce alla schiena ne definisce la muscolatura. Anthony osserva l’alta scogliera da dove Terence si è tuffato, poi guarda Candy che sembra incantata ad osservare Villa Granchester.

Neal accompagna la sorella a casa.

- Forze è meglio che anche noi torniamo a casa, chissà quella vipera cosa racconterà alla zia! – propone Stair e gli altri sono d’accordo, tranne Candy.

- Candy tu non vieni? – le domanda Anthony preoccupato.

- No… preferisco restare ancora un po’ qui, voi andate.

Il ragazzo esita ma conosce Candy e sa che quello che ha detto Eliza l’ha ferita molto. Vorrebbe parlarle ma in quel momento avverte una grande distanza tra loro, così anche lui si incammina verso Villa Ardlay.

 

Candy resta da sola davanti al lago…

 

Io ci sto provando, ci sto provando zio William, ma sembra che tutti i miei sforzi cadano nel vuoto. Ci sarà sempre qualcuno che la penserà come Eliza e che mi guarderà dall’alto in basso…

 

I suoi occhi si fanno caldi e lucidi e si sente molto sola, come se nessuno al mondo potesse capirla. Si sdraia nell’erba, vorrebbe sparire. Mentre accarezza i fiori con il palmo della mano, chiude gli occhi e le sembra di essere sulla collina di Pony, le grida festose dei bambini la raggiungono insieme al profumo delizioso dei marshmallow di Miss Pony. Quei pensieri hanno sempre il potere di rasserenarla perché l’amore che ha conosciuto in quella casa non l’abbandona mai e le sembra di non trovarlo da nessuna’altra parte.

D’un tratto la sua mano che vaga nell’erba si imbatte in quello che sembra un pezzo di carta.

- Che cos’è questo? Sembra strappato da una pagina… c’è scritto qualcosa…

 

Nessuno sa nuotare nel lago dell’amore

si può solo sperare che la corrente

ci trasporti in acque chiare.

Nessuno sa nuotare nel lago dell’amore

forse è meglio annegare

risucchiati da vortici infiniti

in acque di smeraldo imprigionati.

                                                

- Sembrano dei versi, chissà chi li ha scritti…

 

 

*******

 

- A me sembra un’esagerazione!

- Non mi importa niente di quello che pensi tu Archie, forse non hai capito: è stata la zia Elroy a suggerire di dare una festa per ringraziare il Duca di avermi salvata e poi ci tiene molto a conoscerlo personalmente! Per cui ormai è deciso, questo pomeriggio siete tutti invitati a partecipare e mi raccomando dovete assolutamente indossare abiti di colore bianco, anzi non solo gli abiti ma anche le scarpe e gli accessori per le ragazze, tutto deve essere di colore bianco. Sarà una festa divina!

- Secondo me Terence non verrà – ipotizza Stair.

- Ti sbagli cugino! Il Duca ha già confermato la sua presenza.

Anthony resta in silenzio, anche se non sopporta l’idea di avere Terence a Villa Ardlay o forse ciò che più lo fa innervosire è che sia stato quell’inglese a salvare Eliza… e poi perché continua a chiamarlo Duca!

 

Alle 5pm in punto tutti si radunano nel giardino antistante la villa intorno ad una grande tavola finemente decorata con fiori e con ogni sorta di prelibatezza. L’arrivo del “Duca” è atteso non prima di mezzora, ma Eliza ha obbligato gli invitati a prendere posizione in largo anticipo per dare una degna accoglienza all’ospite d’onore. Solo quella sciocca di Candy ancora non si è vista.

- Lo sapevo che avrei dovuto impedirle di partecipare, sono sicura che farà di tutto per rovinarmi la festa! Quanto la odio! – borbotta Eliza torcendo tra le mani un tovagliolo. Annie e Patty la guardano un po’ preoccupate e per stemperare la tensione Miss Brighton decide di mettersi al pianoforte, portato all’aperto per l’occasione, e mettersi a suonare.

Candy si sente stranamente agitata. Non sa bene perché ma spera che Terence non venga e nel caso vi partecipi ha deciso che si presenterà alla festa solo dopo il suo arrivo. Così è uscita sul retro della villa, per passeggiare un po’ lontano dagli altri. La melodia del pianoforte magicamente la raggiunge e proprio in quell’istante il nitrito di un cavallo alle sue spalle la fa sussultare.

Candy si volta e ciò che vede la lascia senza fiato: un cavaliere in piena regola, un principe forse, avvolto in un bianco mantello, si è fermato davanti a lei, a cavallo di un candido destriero che sembra voler rivaleggiare con lui in quanto ad eleganza. La ragazza resta a bocca aperta senza riuscire a proferire parola.

- Ciao Tuttelentiggini… sembra tu abbia appena visto un fantasma!

Quella voce, ma soprattutto quel soprannome, la fanno tornare in sé.

- Ah… sei tu Terence.

- Beh… chi ti aspettavi? Non sono forse io l’ospite tanto atteso?

- Sì certo – risponde Candy alzando gli occhi al cielo.

- Che strano, non mi sembri felice… e io che pensavo fossi tu a suonare questa splendida musica per accogliermi.

- Figurati, deve essere Annie, lo sai bene che io anche volendo non potrei! Ho passato l’esame finale di musica per miracolo, sono proprio negata, neanche con il migliore dei maestri riuscirei a produrre una tale bellezza. – risponde Candy sconsolata stavolta.

Terence scende da cavallo e le si avvicina.

- Io non sarò il migliore, ma se ti accontenti potrei provare ad insegnarti durante l’estate. Villa Granchester possiede una sala della musica con molti strumenti e anche se da anni, forse secoli, nessuno li ha più usati… dopo una spolverata credo siano ancora utilizzabili.

- Davvero mi daresti lezioni?

- Perché no! Non ho niente di meglio da fare.

- Ma la zia non mi darà mai il permesso!

- Sei sicura?

- Temo proprio di sì…

- Scommettiamo che le faccio cambiare idea? – le propone Terence strizzandole l’occhio.

- È impossibile!

- Vedrai… sono sicuro che Eliza mi darà una mano!

 

L’ingresso di Terence Granchester nel giardino della festa viene accolto con tutti gli onori e, mentre il suo prezioso cavallo è accompagnato nella scuderia per essere rifocillato, il Duca viene presentato alla severa matriarca della famiglia Ardlay che appena è stata informata dell’arrivo del nobile inglese si è seduta nella sua grande poltrona sotto il colonnato.

- Carissima prozia, ho l’onore di presentarle il mio salvatore, Terence Granchester, figlio primogenito del Duca di Granchester, nonché unico erede del titolo e dell’intero patrimonio di famiglia.

La prozia come da protocollo porge la mano al giovane il quale la raccoglie inchinandosi.

- L’onore è mio signora, vostra nipote sta esagerando.

- Non essere troppo modesto Terence, sappiamo tutti quanto la tua famiglia sia importante, persino la prestigiosa Royal St. Paul School vi fa molto affidamento.

- Questo è vero… Sua Grazia il Duca è molto generoso con la nostra scuola e suor Gray lo apprezza indiscutibilmente. Mio padre del resto ci tiene che io riceva la migliore istruzione possibile.

- Terence ha studiato in eccellenti scuole anche all’estero, conosce molto bene il francese ed è il più bravo sia in letteratura che in musica.

- Me la cavo.

- Mi fa molto piacere che i miei cari ragazzi abbiano la possibilità di annoverarla tra le loro amicizie. Ma accomodiamoci pure a tavola, è tutto pronto Stanley? – chiede la zia rivolgendosi al maggiordomo che la rassicura immediatamente.

Quando tutti hanno preso posto inizia ad essere servito il tè accompagnato da pasticcini e torte prelibate.

- Spero che sia di suo gradimento Terence, lei è inglese e per questo sarà esperto in fatto di tè.

- Direi che è tutto perfetto, non ho mai gustato un tè migliore di questo.

- Troppo buono! – esclama la zia lusingata da tanta galanteria.

Gli altri ragazzi intorno al tavolo sembrano invece aver perso la lingua e nemmeno quando Terence si diverte a raccontare alcuni simpatici aneddoti di corte, ambiente che frequenta spesso a suo dire, sembrano gradire la sua compagnia. Soltanto Candy che ha compreso bene il gioco di Terence, visto quello che le ha detto prima sul retro della villa, sghignazza sotto sotto cercando invano di non farsi notare.

Anthony invece se n’è accorto e si è accorto anche degli sguardi divertiti che ogni tanto Terence lancia verso di lei la quale risponde allo stesso modo, rischiando di strozzarsi con il tè ogni volta che il Duca accenna a quanto sia importante per un nobile come lui avere un comportamento adeguato che sia d’esempio agli altri.

- Lo sa zia che Terence è anche un abile pianista?

- Caro ragazzo lei sembra possedere tutte le virtù! Perché non ci fa ascoltare qualcosa?

- Non vorrei tediarvi…

- Su non si faccia pregare…

- D’accordo, con il vostro permesso.

Terence si alza e si dirige verso il pianoforte, non prima di essersi inchinato di nuovo verso l’anziana matriarca. In maniera assai scenografica poi prende posizione, lascia prima scivolare le lunghe dita affusolate su qualche tasto qua e là e poi inizia il suo piccolo concerto.

Non c’è che dire, la visione del ragazzo completamente vestito di bianco, con i lunghi capelli scuri e lucenti che gli ricadono ordinatamente sul collo, appare quasi eterea, avvolta dalla straordinaria melodia che il pianoforte produce sotto il magico tocco delle sue mani. Tutti, o quasi, sono estasiati.

- Non sapevo fosse così bravo! – mormora Annie vicino ad Archie il quale fa una smorfia in segno di disgusto.

Anthony ne approfitta e chiede a Candy di ballare, Stair lo segue a ruota insieme a Patty cosicché alla fine anche Archie smette di tenere il broncio e insieme ad Annie si unisce alle altre coppie. Eliza si rifiuta di ballare col fratello, ha altro a cui pensare. La sua attenzione è totalmente catturata dall’abile pianista, così si mette vicino a lui, appoggiata allo strumento, in totale adorazione.

Terminata l’esecuzione, Terence si volta accolto da un applauso e solo in quel momento si rende conto che gli altri stavano ballando il suo valzer, compresa Candy col biondino.

- Ammirevole, davvero ammirevole. La sua capacità interpretativa è senza dubbio sopraffina! Dove ha imparato a suonare in questo modo?

- Vede signora ho avuto molti precettori privati fin da piccolo, come le ho detto Sua Grazia ha sempre dedicato la massima cura alla mia istruzione.

- Candice avvicinati per favore.

- Si zia eccomi.

- Perché non mi hai mai detto di avere un compagno di studi così bravo?

- Beh io veramente…

- Avanti rispondi, senza balbettare!

- In realtà non sapevo che Terence fossi così bravo, come sa abbiamo classi separate e…

- Va bene va bene, ho capito. Torna pure dagli altri.

- Con il suo permesso zia.

Candy li lascia soli, mentre la zia chiede gentilmente a Terence di offrirle il braccio per fare due passi. La strana coppia si allontana sotto lo sguardo stupito dei presenti.

- Sono sicura che la zia gli starà proponendo un fidanzamento – mormora Eliza sognando già un anello al dito con titolo di duchessa annesso.

 

 

*******

 

- Mi dici come hai fatto?

- A fare cosa?

- A convincere la zia a farmi prendere lezioni private di musica dal figlio del Duca di Granchester!

- Ti sei già data la risposta da sola! Diciamo che tua zia è molto sensibile al sangue blu – risponde Terence sghignazzando.

- Le hai addirittura fatto credere che non saremo da soli!

- Non sono forse un grande attore?!

- Sei un impostore, ecco cosa sei!

- Insomma le vuoi queste lezioni di musica oppure no?

- Certo, ormai sono obbligata!

- Perfetto, ci vediamo domani pomeriggio.


Capitolo quattordici




Villa Granchester è avvolta nel silenzio quando Candy si avvicina al cancello. È un po’ agitata.

- Terence ci sei?

- Sei in ritardo Tuttelentiggini – le grida il ragazzo dal balcone del secondo piano.

Dopo pochi istanti il grande portone si apre cigolando e Terence la invita ad entrare. L’ambiente è piuttosto angusto e c’è poca luce.

- Seguimi.

Dopo aver percorso un lungo corridoio ai cui lati si susseguono molte porte chiuse, arrivano ad una grande stanza piena di libri e strumenti musicali. Terence apre le tende per far entrare il sole. Candy rimane sorpresa osservando tutti quei volumi rilegati in pelle.

- Sono le opere complete di Shakespeare! E tu le hai lette tutte?

- Più o meno… - le risponde Terence distrattamente mentre si siede al pianoforte e inizia a suonare.

Candy gli mostra gli esercizi che deve fare e lui molto diligentemente le suggerisce le note e i movimenti da fare con le dita. In pochi giorni fa notevoli progressi: le lezioni di Terence sono divertenti anche se spesso la prende in giro. Le ore che trascorrono insieme a Villa Granchester, davanti al pianoforte, sembrano volare e Candy si rende conto che non vorrebbe finissero.

Un pomeriggio la zia Elroy le chiede di suonarle qualcosa e con notevole stupore non può che apprezzare gli evidenti miglioramenti della pianista provetta, rendendo merito al suo maestro. Anche Stair ed Archie che hanno assistito all’esibizione della cugina sono alquanto sorpresi, solo Anthony non riesce a gioire pienamente degli ottimi risultati di Candy.

 

- Sembra che tu stia facendo davvero molti progressi… dunque ti trovi molto bene con Granchester.

- Per lui gli esercizi che devo fare sono molto semplici e riesce a farmeli capire…

- Per quanto ancora pensi di prendere lezioni da lui?

È innegabile che Anthony sia infastidito da quella situazione, Candy vorrebbe tranquillizzarlo ma anche la sua testa è piena di domande a cui da un po’ di tempo non sa rispondere.

- Non saprei…

- Si sta comportando bene? – le chiede serio, guardandola negli occhi.

- Sì.

Restano in silenzio per alcuni istanti, fissandosi l’un l’altro.

- Ti va di fare una passeggiata? – le propone Anthony

- Certo.

Si dirigono verso il lago e lungo la riva si siedono vicini all’ombra di un pino.

- A volte penso che avremmo fatto meglio a restare a Lakewood.

- Perché dici questo Anthony?

- Beh… perché qui mi sembra tutto diverso, soprattutto tu Candy mi sembri cambiata.

Candy non sa cosa rispondere… anche lei si sente diversa.

- Forse stiamo crescendo…

- Io voglio crescere insieme a te! - esclama d’un tratto Anthony risoluto.

- Non lo stiamo facendo?

- Non ne sono più così sicuro.

Il nitrito lontano di un cavallo interrompe le loro confidenze. Entrambi rivolgono lo sguardo verso l’interno del bosco dove Terence sfreccia lanciando l’animale al galoppo. Candy lo segue con gli occhi fino a quando non scompare.

 

*******

 

La lezione di musica è terminata. Candy e Terence si incamminano verso il corridoio che porta all’uscita della villa. Improvvisamente i vetri delle alte finestre vengono scossi da una serie di tuoni che sembra non avere fine.

- Ecco che inizia a piovere!

- Accidenti… adesso come faccio a tornare a casa…

- Conviene aspettare che smetta, se tu uscissi ora arriveresti completamente fradicia.

- Lo so però… la zia ha detto che devo rientrare prima delle 5pm.

- Tua zia sa che sei con me, il marchese di Granchester, è tranquilla… o forse sei tu ad avere paura!

- Non ho paura!

- Neanche di quella tigre laggiù?

Candy grida spaventata. In un angolo buio del salone un grande felino sdraiato sul pavimento sembra fissarla. Terence ride divertito e soddisfatto dell’ottima riuscita del suo scherzo, anche perché Candy senza accorgersene si è aggrappata al suo braccio.

- Lentiggini… è solo un animale impagliato, credo si trovi qui da prima che io nascessi, mi aiuta sempre quando voglio farmi abbracciare da una ragazza!

- Sei incorreggibile! – lo apostrofa Candy dandogli un colpo sulla spalla.

- E tu la solita manesca!

Terence accende qualche candela per illuminare la stanza  e si accorge che la ragazza sta tremando.

- Ancora spaventata per la tigre? – le chiede, avvicinandosi pericolosamente al suo viso.

- Sento freddo – risponde decisa senza indietreggiare.

Il ragazzo sorride, poi con una voce che improvvisamente si fa dolce le dice – Accendo il fuoco, così non avrai più freddo.

Candy lo osserva mentre si dà da fare attorno al camino e in pochi minuti la fiamma prende vigore.

- Avvicinati – le dice mentre lui si siede sul tappeto ai piedi del divano, invitandola a fare lo stesso. Candy abbandona sul tavolo gli spartiti che ancora tiene stretti tra le mani e poi si accomoda accanto a lui.

- Puoi mettere questa se vuoi.

- Di chi è questa vestaglia?

- Dell’ultima ragazza che è stata qui!

- Cosa?

Terence scoppia a ridere osservando l’espressione sconcertata di Candy.

- Appartiene a mia madre, credo l’abbia lasciata per te – le risponde fissandola, tornando improvvisamente serio.

Candy distoglie gli occhi, avverte di nuovo quella strana sensazione di imbarazzo, ma si rende conto che le piace.

- Non devi preoccuparti, io non lo dirò a nessuno.

- Lo so.

- È già partita?

- Sì… l’ultima sera insieme l’abbiamo trascorsa così, seduti vicini davanti al camino.

- Avrete avuto molte cose da raccontarvi.

- In realtà no, siamo rimasti in silenzio per la maggior parte del tempo, non c’è stato bisogno di parole… l’amore che nutriamo l’uno verso l’altra ha parlato per noi.

La voce di Terence mentre racconta della madre giunge alle orecchie di Candy placida e tenera come una carezza. In quei rari momenti in cui il ragazzo sembra abbandonare la maschera che di solito indossa per proteggersi dal mondo, Candy crede di poter accedere alla sua anima che inconsapevolmente la attrae sempre di più.

- Ti ha chiesto di andare con lei?

- E tu come fai a saperlo? – le domanda Terence sorridendo stupito.

- Non lo so, me lo immagino… ti vuole così bene ed è stata per tanti anni lontana da te che…

- Sì me lo ha chiesto. Mi ha proposto di andare a New York con lei e di studiare recitazione.

A quelle parole Candy avverte una stretta allo stomaco che cerca subito di nascondere.

- È fantastico… il teatro è il tuo sogno e finalmente potrai…

- Le ho detto di no!

- Cosa! Sei impazzito? Perché?

Terence la guarda, i suoi occhi hanno il colore dell’oceano più profondo, a Candy sembra di perdercisi dentro.

- Tu non lo sai il perché?

Ecco, ora è sicura di essere sul punto di annegare.

Un raggio di sole d’un tratto filtra dalla finestra, illuminando il viso di Terence.

- Ha smesso di piovere, puoi tornare a casa! – esclama, guardando fuori, poi si alza.

 

*****



- Che ne dici se oggi facciamo qualcosa di diverso al posto dei soliti esercizi?

- Che intendi fare? - chiede Candy perplessa.

- Ehi calmati Tarzan… non montarti la testa! Intendevo dire che potremmo provare con qualcosa di un po’ più complicato… magari a quattro mani. Siediti vicino a me.

Terence sullo sgabello davanti al pianoforte aspetta che Candy si accomodi accanto a lui. Lei esita un momento, lo spazio da condividere è poco e si ritroverebbero praticamente appiccicati. 

Durante le tre settimane in cui ha seguito le sue lezioni il ragazzo è sempre stato molto educato, limitando al minimo le solite battute irriverenti e sfacciate. Ha sempre mantenuto la debita distanza e non ha mai fatto niente che potesse metterla in imbarazzo. Candy si fida di lui, allora perché la richiesta di sedersi vicini le mette una tale agitazione?

In ogni caso non ha intenzione di mostrare a Terence il suo imbarazzo, così senza guardarlo prende posto sullo sgabello cercando comunque di non sfiorarlo nemmeno. Sembra riuscirci fino a quando lui le mostra come poggiare le mani sui tasti in modo che la sua destra va a mettersi in mezzo a quelle di Candy. Inevitabilmente le loro spalle si toccano, ma lui sembra non farci troppo caso e Candy cerca di esibire la stessa indifferenza.

Le note escono soavi dalla dita di Terence che intanto la guida indicandole cosa fare. Quando anche Candy inizia a suonare però ciò che ne deriva è una melodia talmente sgraziata da farla vergognare. 

- Sono una battaglia persa credimi - mormora afflitta. 

- E dai Tarzan ce la puoi fare… riproviamo! Chiudi gli occhi.

- Se non ci riesco ad occhi aperti come posso farlo…

- Sono io il maestro per cui fa’ come ti dico… chiudi gli occhi!

Candy obbedisce. Le sue mani sono ancora sui tasti quando quelle di Terence le sollevano delicatamente e le mettono sopra le sue. Per fare questo il ragazzo ha passato un braccio dietro la schiena di Candy che ne avverte il calore ed è tentata di aprire gli occhi, ma proprio in quel momento una dolce melodia si diffonde nella stanza. Le sue mani sopra quelle di Terence danzano sui tasti e Candy avverte sempre più chiaramente il desiderio di abbandonarsi a quell'abbraccio.

- Ora prova tu - le sussurra interrompendo la musica.

Terence continua a guidarle le mani e Candy ancora con gli occhi chiusi riesce a riprodurre gran parte delle note in maniera corretta. Al termine stupita gli chiede come sia possibile.

- Te l'ho già detto che la musica deve passare prima dal cuore.

Candy ricorda perfettamente quel momento a scuola, quando lui le mise la mano sul petto per farle trovare il giusto ritmo. L’emozione di allora si somma a quella di adesso e lei si sente persa, le sembra che in quegli istanti potrebbe accadere qualsiasi cosa tra loro.

- Adesso è meglio che vado o farò tardi.

- Ti accompagno. 

I due ragazzi escono dalla villa e si soffermano un attimo nel giardino. Il sole è caldo, colorate farfalle danzano silenziose tra i fiori. Candy cerca di ritrovare la calma, ma l’elettricità che si è stabilita tra loro non la abbandona.

- Non lo avrei mai detto ma devo confessare che sei un ottimo maestro… grazie.

- Perché invece di ringraziarmi non mi dai un bacio? - le chiede Terence spudorato avvicinando il viso a quello di Candy.

- D'accordo!

Terence resta un attimo stupito, non si aspettava quella risposta.

- Però chiudi gli occhi tu stavolta!

Lui obbedisce mentre Candy,  raccolta una foglia, gliela passa sulle labbra e scappa via ridendo. 

- Brutta furfante… lascia che ti prenda e vedrai…

I due iniziano a rincorrersi tra pini e querce. Le loro risate accarezzano il lago e si disperdono lungo la superficie dell'acqua. 

- Presa! Adesso tocca a me…

Candy è in trappola, con la schiena addossata al tronco di un albero,  gli spartiti in mano, e Terence davanti che la circonda con le braccia. Si guardano entrambi senza fiato per la corsa, poi lui si piega leggermente e Candy quasi non respira più quando avverte le sue labbra poggiarsi delicate sulla sua fronte.

È un attimo, gli spartiti le cadono per terra, Terence la guarda, vorrebbe tanto andare oltre… poi si china a raccoglierli offrendoli a Candy.

Un imbarazzante silenzio è caduto improvvisamente tra loro, un silenzio attraversato da brividi caldi e parole soffocate. Terence fa un passo indietro per lasciarla andare. Si salutano, dandosi appuntamento al giorno dopo.


Capitolo quindici



L’aria è irrespirabile quella notte, fa molto caldo e Candy non riesce a prendere sonno. Decide così di uscire e fare due passi. Non pensa che incontrerà qualcuno a quell’ora, per cui non indossa altro sopra alla sua camicia da notte. A piedi nudi percorre il corridoio, lentamente per non fare rumore e finalmente è fuori. Fa qualche passo nel giardino, le piace la sensazione dell’erba che le solletica i piedi, poi pensa che vicino al lago l’aria potrebbe essere un po’ più fresca. Infatti man mano che si avvicina all’acqua sente salire una leggera brezza ristoratrice che la fa tornare a respirare. Si siede ai piedi di un albero e chiude gli occhi, lasciandosi cullare dal leggero sciabordio dell’acqua e dal canto dei grilli. Il profumo di quei boschi le ricorda i luoghi dove è cresciuta. Quanto le manca la Casa di Pony! Le piacerebbe tanto tornarci per poter assaporare di nuovo quel senso di famiglia e di sicurezza che non ha più trovato.

I suoi pensieri vengono interrotti da un rumore improvviso, come se qualcosa fosse appena caduto in acqua o qualcuno si fosse tuffato. Candy si alza in piedi spaventata e guarda verso il lago buio che in un punto, non molto lontano dalla riva, si è increspato. Nel mezzo ad una serie di cerchi concentrici appare una persona. La luna la illumina e lei lo riconosce.

- Ma quello è Terence!

Il ragazzo nuota indisturbato per qualche minuto, credendo di essere solo, mentre Candy lo osserva e, non sa perché, le viene da sorridere.

Quando esce dall’acqua si accorge della ragazza e resta immobile per qualche istante a fissarla. Indossa solo un paio di pantaloni leggeri ormai completamente bagnati. Candy fa per andarsene, ma lui la chiama, con il suo nome, per la prima volta.

- Aspetta, Candy.

- Credevo che non ci fosse nessuno a quest’ora…

- Lo credevo anch’io. Che cosa ci fai qui? – le chiede Terence che intanto si è avvicinato, mentre si strofina i capelli.

- Beh fa molto caldo… cercavo un po’ d’aria fresca… - risponde Candy imbarazzata.

- In acqua si sta da dio! – esclama il ragazzo, poi allunga lentamente una mano verso di lei.

- Oh no… io non posso…

- Vieni dai… - insiste con la mano tesa.

Candy esita ancora. Lui le sorride dolcemente.

La riva è piuttosto bassa in quel punto, è possibile entrare in acqua camminando. Candy avanza lentamente mentre lui continua a tenerla per mano.

- Sei pazzo, è gelida! – esclama quando l’acqua le sfiora le ginocchia.

- Soltanto un po’ all’inizio, poi ci si abitua… attenta che qui scende di colpo!

Candy grida trovandosi immersa all’improvviso fino alle spalle.

- Credo che adesso tu non abbia più caldo! – ride Terence canzonandola.

Lei gli risponde con una linguaccia poi – Devo ammettere che avevi ragione, è fantastico! È la prima volta che faccio il bagno a quest’ora.

- La prima volta è sempre la più bella.

- Perché?

- Perché suscita emozioni sconosciute fino a quel momento e per questo non si dimenticheranno mai – mormora Terence mentre le si avvicina e lei lo schizza sul viso con l’acqua, ridendo, ma lui continua ad avvicinarsi. Più lui avanza, più il cuore di Candy le balla nel petto.

- Lo sai che da sotto si riesce lo stesso a vedere la luna? Andiamo giù.

Entrambi prendono un bel respiro e, stringendosi le mani, si immergono insieme. Una volta sotto aprono gli occhi e si guardano nell’acqua che sembra latte, attraversata dal bagliore lunare.

- È vero! – esclama una volta tornata in superficie, cercando di riprendere fiato dopo l’apnea. Poi si strofina la faccia, liberandola dai capelli, apre gli occhi e lui è lì davanti a lei, molto vicino. L’acqua gli lascia libere le spalle, ha i capelli scompigliati sulla fronte, il suo viso risplende nel buio.

- Che succede? – gli chiede.

Lui non risponde, poi come un’onda leggera l’attira a sé e la bacia.

Candy rimane paralizzata, non se l’aspetta quel bacio e il primo impulso è quello di respingerlo. Un attimo dopo però, avverte la sensazione delle labbra di Terence sulle sue, fresche come il lago e leggere come la luce della luna. Mentre la bacia, con le braccia intorno alla sua piccola vita, la solleva e la stringe su di sé. Un fuoco divampa in un istante nella sua bocca, se lui non la sorreggesse Candy potrebbe annegare in quel turbine di acqua e fiamme che la trasporta lontano. Dalla bocca di lui è come se una colata di lava incandescente le inondasse il corpo in pochi istanti. Le sembra di precipitare in quel cratere infuocato, ma non tocca mai il fondo, è una caduta senza fine, o forse sta volando. Sì, stanno volando insieme. Tutto gira vorticosamente intorno a lei e ad un tratto la sensazione di essere trascinata via e di perdersi è troppo forte, ha paura. Poggia le mani sulle spalle di Terence per allontanarlo, quel tocco interrompe l’incantesimo, le loro bocche si separano.

- Terry fermati… fermati ti prego!

Il ragazzo avverte il corpo di Candy tremare e la mette giù.

- Voglio uscire – gli dice.

Lui semplicemente annuisce, serio.

La camicia da notte ormai zuppa d’acqua non le permette di muoversi facilmente, così Terence l’aiuta portandola in braccio fino alla riva. Poi afferra la coperta che ha con sé e la avvolge attorno a lei per scaldarla.

- Adesso devo andare, prima che qualcuno venga a cercarmi.

- D’accordo. Tieni pure la coperta.

- Domani te la riporto.

- Come vuoi.

Candy si allontana, lui la osserva per un po’, fino a quando non scompare nel buio. Ha il suo sapore in bocca, il suo profumo che gli invade le narici. Chiude gli occhi sperando di godere di nuovo della sensazione di averla tra le braccia. Non ha mai provato niente di simile con nessun’altra: dolcezza mista a dolore, paura e desiderio, vita. Si decide a tornare verso la villa, fatica a camminare come se fosse attraversato da scariche elettriche e d’un tratto sorride come forse non ha mai sorriso. Sorride alla vita che non gli è mai apparsa così bella. Sarà una lunga notte, pensa.

 

*******

 

- Che cosa ti è successo?

- Anthony… mi hai spaventata…

- Dove sei stata?

- Sono uscita per cercare un po’ d’aria fresca…

- Hai i capelli bagnati… sei completamente fradicia.

- Beh sì… sono… sono scivolata nel lago…

- Oh mio dio, stai bene?

Anthony le si avvicina preoccupato.

- Sì sto bene… è meglio che vada ad asciugarmi.

- E questa? – le chiede notando la coperta che Candy ha sulle spalle.

- Questa…

- C’è scritto TG… che vuol dire?

- Me l’ha data Terence… era fuori e mi ha vista, così…

- Terence! Che cosa stai dicendo… che ci faceva qui fuori?

- Non era qui… era al lago, vicino alla sua villa…

- Per questo sei andata fin laggiù a quest’ora?

- Insomma Anthony ma che ti prende?

- Cosa prende a te Candy! Avevate un appuntamento?

- No!

- Allora che cosa ci facevate là fuori insieme, a quest’ora della notte?

- Ti ho già spiegato come sono andate le cose e non ho intenzione di ripeterlo! Ora vado ad asciugarmi, buonanotte.

Candy si dirige velocemente verso la propria stanza, un’ultima frase le raggiunge alle spalle.

- Lui sta solo giocando!

 

Lui sta solo giocando… sta solo giocando… queste parole le risuonano nelle orecchie. Candy si fida di Anthony e se lui è convinto che Terence si stia prendendo gioco di lei probabilmente ha ragione, cerca di convincersi che è così ma… la sensazione delle sue labbra e poi quando ha catturato la sua bocca facendone ciò che voleva… lei lo ha lasciato fare, perché?! Candy ripensa a quell’istante in cui lui l’ha avvicinata a sé, al suo corpo, i suoi occhi che scintillavano illuminati dal bagliore lunare l’hanno come ipnotizzata. Ricorda chiaramente come non riuscisse più a muoversi, paralizzata davanti a tanta… bellezza! Sì deve ammetterlo… Terence le piace, le piace molto, non può continuare a fingere, lui è diverso da tutti i ragazzi che ha conosciuto finora… diverso anche da Anthony. Non sa se sia migliore, ma quando è vicino a lui vorrebbe che il tempo si fermasse. Quando lui le sorride tutto intorno cambia e assume colori diversi. Anche lei sta cambiando, Terence la sta cambiando e questo la spaventa, ma non può fare a meno di cercarlo e di sentirsi felice ogni volta che lo vede.


Capitolo sedici




I ragazzi hanno avuto il permesso di fare un picnic nel pomeriggio, così sono usciti a cavallo per la campagna circostante, portando con sé cestini carichi di provviste. La giornata è piuttosto calda ma piacevole. Dopo circa una mezzora di passeggiata, decidono di fermarsi in un’area ombrosa del bosco e fresca, sulla riva destra del lago, poco lontano dalla strada che porta al centro di Edimburgo.

Dopo aver consumato dolci e tè, Stair si dà da fare per installare un’altalena che ha costruito con le proprie mani e fiero del suo lavoro chiama a gran voce un volontario per il collaudo. Tutti sanno che la più spericolata è Candy per cui la spingono a farsi avanti.

- Stair sei sicuro che mi regga?

- Tranquilla Candy, sali che ti spingo!

La ragazza si posiziona sulla seduta e… dopo la prima spinta resta appesa ad una corda perché un nodo dall’altra parte si è slacciato improvvisamente.

- Aiuto Stair!

- Tieniti Candy… non capisco come sia potuto accadere! – il ragazzo si precipita mentre il resto della combriccola ride a crepapelle.

Candy non può far a meno di pensare che se ci fosse Terence le troverebbe subito un altro soprannome, tipo Tarzan o qualcosa del genere! Decide così di abbandonare le acrobazie per il momento, mentre Anthony le si avvicina proponendole una passeggiata lungo il lago. I due ragazzi si allontanano dal gruppo.

- Vorrei che queste vacanze non finissero mai!

- Non ti piace proprio la scuola, vero Candy?

- Ci sono troppe regole assurde secondo me… non capisco ad esempio perché ragazzi e ragazze debbano stare separati, si sta così bene tutti insieme!

- Se ti sentisse suor Grey parlare così! – sorride Anthony.

- Tu non sei d’accordo con me?

- Sicuramente ogni regola è stata stabilita per un motivo.

- Sarà come dici tu… ma io proprio non capisco.

Tra loro scende il silenzio. Anthony sente un pensiero insinuarsi sempre di più nella sua mente. È da quando ha sorpreso Candy rientrare alla villa completamente bagnata e con indosso quella coperta, che avverte una strano timore che non gli era mai capito di provare: ha paura di perderla. Gli sembra di avvertirla ogni giorno più distante, non perché lei abbia fatto qualcosa di particolare, ma è una sensazione molto chiara che percepisce anche ora che sono da soli e passeggiano mano nella mano. Vorrebbe parlarle ma non sa da dove cominciare. Di una cosa è sicuro però: c’entra Granchester in questa storia.

- Candy io volevo dirti che… riguardo all’altra sera, mi dispiace… non era mia intenzione arrabbiarmi con te, ma quando ti ho vista rientrare in quello stato ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa di brutto.

- Ma no che dici? Te l’ho già spiegato come sono andate le cose… non è successo niente…

- Perdonami… è che mi sento responsabile per te e…

- Anthony non devi preoccuparti sempre per me… so cavarmela da sola!

- Vedi il fatto che qui ci siano anche Neal e Eliza non mi fa stare tranquillo, non perdono mai occasione per darti fastidio o metterti in cattiva luce agli occhi della zia Elroy.

Anthony si rende conto di aver appena detto una bugia, non sono di certo i Lagan a preoccuparlo.

- Ho imparato a tenerli a bada – sorride Candy sicura di sé.

Ma il ragazzo sente come un rospo nella gola che vuole saltar fuori e se non lo fa adesso che sono da soli…

- C’è anche un’altra cosa che mi preoccupa a dir la verità.

Candy si ferma vicino a lui e lo guarda seria. Il ragazzo abbassa lo sguardo un attimo, vergognandosi un po’ di ciò che sta per dire, non vuole passare per geloso ma è inevitabile.

- Non mi piace che tu passi molto tempo con Granchester, non è un tipo molto raccomandabile, lo sai.

- Conosco quello che si dice sul suo conto e probabilmente molte cose rispecchiano la realtà, ma ti assicuro che con me…

- Candy! Anche se con te si comportasse bene, cosa che faccio non poca fatica a credere, non pensi che frequentarlo possa danneggiare la tua reputazione, adesso sei una Ardlay?

- Da quando ti preoccupi della “reputazione”? Non ti è mai importato che fossi un’orfana, che cosa è cambiato ora? Tu mi conosci, sai come sono fatta e frequentare Terence non mi cambierà.

Anthony non è per nulla sicuro che Candy non cambierà, anche perché gli sembra già molto diversa.

- Non mi va più di passeggiare, torniamo indietro.

- Aspetta, scusami – le sussurra Anthony abbracciandola.

A Candy piace stare tra le sue braccia rassicuranti e ripensa a ciò che lui ha detto: sa che Terence ha una pessima reputazione, beve, fuma, fa spesso a pugni e poi… con le ragazze si dice che non abbia limiti e che ne frequenti molte, senza legarsi a nessuna in particolare. Per lui un bacio è di sicuro una cosa da nulla e Candy decide di non pensarci più.

 

Prima di rientrare alla villa, i ragazzi pensano di fare una passeggiata a cavallo fino al paese. D’un tratto un’auto si avvicina a gran velocità spaventando i cavalli, fermandosi di colpo poco distante dal gruppo. L’autista si volta e…

- Ma che elegante compagnia, sembrate usciti da un dipinto… devo averne uno alla villa, si chiama “Dame e cavalieri”! – esclama a gran voce scoppiando a ridere.

- Che cosa vuoi Granchester? – gli chiede Anthony.

- Che onore, il cavaliere biondo mi rivolge la parola! Visto che me lo chiedi, volevo solo essere sicuro che Tuttelentiggini stesse bene, temevo avesse preso freddo… al lago!

Anthony sa perfettamente a cosa si riferisca Terence e sente salire la rabbia, condita da una furibonda gelosia.

- Ti ricordo che si chiama Candy e non devi preoccuparti per lei.

- Già dimenticavo, ci sei tu a proteggerla dai ragazzacci, con te vicino non corre alcun rischio… chissà che noia!

- Stai esagerando Granchester… vedi di smetterla!

- Oh oh, siamo alquanto suscettibili… mi sembra!

- Anthony lascialo perdere, ti sta solo provocando – sussurra Stair. Ma lui non lo ascolta, con un salto scende da cavallo e va incontro a Terence che è già uscito dall’auto.

In pochi istanti volano calci e pugni, sotto lo sguardo attonito delle ragazze, mentre Archie e Stair tentano di fermarli. A frenare la loro furia intervengono due agenti che si trovano a passare di lì per caso e non  esitano a condurre i due ragazzi al comando. Il commissario di turno li interroga sull’accaduto ma entrambi i contendenti restano in silenzio.

- Ragazzi non mi fate perdere la pazienza perché giuro che vi rovino le vacanze! Ditemi come vi chiamate.

- Anthony Brown, sono americano e studio alla Royal St. Paul School di Londra, sono qui in vacanza con la mia famiglia.

- Terence Granchester.

- Ma bene, non c’è bisogno che aggiunga altro Granchester. Noi ci conosciamo già, non è vero? Questa è l’ultima volta che la passa liscia l’avviso, se la becco di nuovo a fare a pugni, la sbatto dentro fino alla fine dell’estate, anche se è il figlio del Duca! Ci siamo capiti? Falli firmare e poi accompagnali fuori.

Il commissario esce e i due ragazzi restano per qualche istante da soli.

- Non illuderti che finisca qui Granchester!

- Dovresti ringraziarmi invece, se non fosse per il cognome che porto avresti trascorso la notte al fresco!

- Anche tu, senza quel cognome!

- Questo significa che non siamo poi così diversi come credi! – esclama infine Terence con la voce piena di risentimento, fissando il biondo.

Anthony tace, colpito da quelle parole. Ha sempre pensato che Granchester fosse anni luce lontano da lui, l’opposto, invece oggi hanno fatto a pugni e lui non si è tirato indietro, si è comportato allo stesso modo.

 

Dopo aver firmato i documenti escono. Il primo è Anthony, accolto dal sorriso degli amici. Poi esce Terence, non guarda in faccia nessuno, neanche Candy che resta muta vedendoselo sfilare davanti. Solo Stair gli si avvicina per consegnargli le chiavi dell’auto che ha guidato fin lì. Terence lo ringrazia e se ne va.

 

*******

 

- Si può sapere chi ti credi di essere?

- Ehi Tuttelentiggini guarda che ci sento benissimo, non importa che urli tanto!

Terence come al solito è sdraiato nell’erba, lungo la sponda del lago. Candy sa di trovarlo lì.

- Non avevi alcun diritto di parlare ad Anthony in quel modo, lo hai fatto solo per provocarlo, perché ti diverti a fare a pugni! E poi non spetta a te decidere con chi devo stare o cosa posso fare… Anthony non è affatto un ragazzo noioso, tu non lo conosci e se io voglio stare con lui posso farlo quanto mi pare e piace!

- Hai finito?

- No! Voglio dirti anche un’altra cosa: se pensi di poterti prendere gioco di me, come fai di solito con le ragazze, beh ti sbagli di grosso Terence Granchester!

- Pensi davvero tutto quello che hai appena detto?

- Certo che lo penso! Sei un attaccabrighe, uno sbruffone e non hai rispetto per niente e per nessuno. Ha ragione Anthony…

- E poi sarei io quello che decide per te! Chissà cosa ti hanno raccontato lui e il damerino!

- Proprio un bel niente…

- Scommetto che non gliel’hai detto però che ti ho baciata, vero?

- Che cosa c’entra?

- Beh il tuo caro Anthony potrebbe anche pensare che ti sia piaciuto!

- Invece no… non mi è piaciuto per niente, se ci tieni tanto a saperlo!

- Perfetto! Allora diglielo, digli che sono proprio un bastardo e che con la scusa di rinfrescarsi in acqua ti ho preso con la forza, al buio, e ti ho baciata! Un bacio vero, con la lingua… anzi più di uno mi pare, sai non c’ho fatto troppo caso. In fondo non è stato niente di che, avevo voglia in quel momento e me la sono levata!

Candy sente le lacrime inondarle gli occhi, ma non vuole piangere davanti a lui.

- Sei… sei veramente… uno…

- Uno sbruffone attaccabrighe, che non ha rispetto per nessuno, neanche per te!

Terence torna a sdraiarsi nell’erba, come se non fosse successo niente. Candy lo guarda e un fuoco incandescente le percorre le vene.


Capitolo diciassette




Terence sta rientrando alla villa dopo una breve passeggiata a cavallo, quando non lontano dal cancello scorge un’esile figura bionda.

- Ciao.

- Ciao.

- Mi stavi cercando?

- Sì… ma non illuderti, non ti ho perdonato!

- Io non te l’ho chiesto!

- Ti ho solo riportato questa – replica la biondina sbuffando, porgendogli la coperta che Terence le aveva prestato la notte in cui si sono incontrati al lago.

Il ragazzo scende lentamente da cavallo e le si avvicina. Afferra la coperta. Il cavallo lo segue e sfiora con il muso i capelli di Candy.

- Deve averli scambiati per qualcosa di buono da mangiare, in fondo hanno lo stesso colore della paglia! – esclama Terence scoppiando a ridere.

- Oh… ma quanto sei simpatico! – si arrabbia Candy cercando di colpirlo.

Il ragazzo risale velocemente sul cavallo per sfuggire alla furia di quella scimmietta bionda.

- Vieni? – le chiede subito dopo, cambiando completamente tono della voce che ora si è fatto gentile.

- Dove? - domanda Candy sorpresa come al solito dai suoi repentini cambi d’umore.

- A fare un giro… ci sono posti molto belli qui intorno, io li conosco bene, te li faccio vedere se vuoi.

Candy lo guarda e anche lui. Il viso di Terence appare sereno e intenso allo stesso tempo. Dice a se stessa che non dovrebbe andare, è arrabbiata con lui… ma come per magia avverte la collera svanire pian piano, come una nuvola di fumo che si disperde nell’aria lasciando spazio ad un cielo limpido.

Lui le sorride in silenzio e allunga una mano per aiutarla a salire. Lei ci si aggrappa e salta su.

- Tieniti forte Tuttelentiggini! – esclama prima di lanciare l’animale al galoppo.

 

Arrivano in un punto del bosco che Candy non ha mai visto. Si trova dalla parte opposta a Villa Ardlay, è molto fitto ma quando sbucano sulla riva del lago lo spettacolo è straordinario.

- È fantastico! Si riesce a vedere fino ad Edimburgo.

- Siamo nel punto più alto e in giornate limpide come queste il panorama è mozzafiato.

- Ci venivi da bambino?

- Sì spesso… con mio padre e mia madre. Andiamo?

Terence scende da cavallo e aiuta Candy a fare lo stesso.

- Non lo leghi?

- Non ce n’è bisogno.

Si siedono sull’erba.

- Ti sei ferita!

- Ma no… è solo un graffio.

- Comunque è meglio fasciarlo, potrebbe infettarsi.

Terence si sfila il cravattino di seta che tiene al collo e delicatamente si prende cura del braccio di Candy. I suoi gesti ora sono delicati e premurosi tanto da confonderla. È una sensazione che prova spesso quando si trova con lui e ancora non è riuscita a darle un nome.

- Facciamo il bagno?

- Cosa? No!

- Perché no? Fa caldo… tra pochi giorni arriveranno i venti da nord, l’aria si farà improvvisamente più fresca, l’acqua cambierà colore e diventerà gelata… non sarà più possibile tuffarsi.

- Siamo quasi alla fine dell’estate e delle nostre vacanze… – mormora Candy diventata improvvisamente triste.

- Ma abbiamo ancora qualche giorno, non dobbiamo sprecarlo!

Terence si toglie la camicia e va verso l’acqua.

- Terry non vorrai tuffarti da lì? È troppo alto… potrebbe essere pericoloso… poco più avanti se non ho visto male c’è un sentiero che discende fino al lago.

Lui non ascolta, continua a spogliarsi, si sfila i pantaloni e si getta in acqua. Candy lo vede scomparire dietro il bordo della scogliera, sente il rumore del suo corpo che cade in acqua… poi più niente. Prova a chiamarlo una volta, due, ma non ottiene risposta. Si alza e raggiunge il margine delle rocce, guarda giù e non lo vede. Lo chiama ancora iniziando a preoccuparsi. Si lancia a precipizio per raggiungere la riva e una volta lì si guarda intorno e scorge a qualche metro di distanza alcune onde leggere che si diffondono in cerchio. Di sicuro è lì che il ragazzo si è immerso, ma perché non torna su?

Candy ora ha paura sul serio, teme che gli sia accaduto qualcosa. Senza esitare si toglie le scarpe e il vestito e si getta in acqua nuotando fino al punto dove crede di trovarlo. Si immerge ma presa dal panico non riesce a stare sottacqua troppo tempo e torna su senza fiato.

- Terryyyyy… - grida disperata.

- Stai cercando me? – domanda una voce beffarda alle sue spalle facendola sussultare.

- Terry!!! Stai bene?

- Certo!

- Non posso crederci, lo hai fatto apposta?

- È davvero uno spasso prenderti in giro Lentiggini, ci caschi sempre! – esclama ridendo.

- Lo sai che sei davvero un idiota? Accidenti a te, mi hai fatto prendere un colpo! – strepita Candy – Ti odio, ti odio non sai quanto… - continua colpendolo sul petto.

- Ehi che fai? Prima vuoi salvarmi e poi cerchi di annegarmi?

Terence le blocca facilmente le mani e la attira a sé.

- Lasciami, voglio uscire!

- Non ti conviene.

- Per quale motivo?

- Credo che la tua sottoveste bagnata ormai lasci poco all’immaginazione – insinua il ragazzo lanciandole uno sguardo malizioso diretto al suo seno. Candy grida cercando di coprirsi con le braccia.

- Avevi calcolato anche questo?

- No – le risponde serio – vado a prenderti la coperta.

Quando torna, Candy è seduta vicino al bordo del lago. La vede di spalle e si sofferma ad osservarla alcuni istanti. Lei non si è accorta della sua presenza e con una mano agita i lunghi capelli biondi affinché si asciughino.

- Puoi alzarti, ho gli occhi chiusi – riesce a dire lui quasi senza fiato.

Candy si volta. Terence se ne sta in piedi tenendo davanti a sé la coperta come fosse un accappatoio, non sta guardando. Lei si avvicina.

- Non sbirciare!

- Non sto sbirciando.

Candy si copre, mentre Terence raccoglie le sue scarpe e il vestito, poi tornano su lungo il sentiero.

- Anche tu dovresti coprirti… - mormora Candy arrossendo.

- Lentiggini ora sei tu che stai sbirciando!

Candy alza gli occhi al cielo e prosegue camminando velocemente, lasciandolo indietro, raggiunta solo dalla sua risata.

 

- Non ti asciugherai se continui a tenere addosso quella coperta! Dalla a me.

- Non ci penso proprio!

- Fidati – le dice con una mano sopra gli occhi.

Terence appende la coperta ad un ramo, rimanendo dall’altra parte, separato dalla ragazza.

- Così non puoi sbirciare!

- Senti chi parla!

I due ragazzi si sdraiano nell’erba al sole, per asciugarsi. Non possono vedersi, ma avvertono comunque l’uno la presenza dell’altro. D’un tratto una melodia si diffonde nell’aria. Candy resta qualche minuto in ascolto, stupita.

- Non credevo tu la suonassi ancora.

- Ogni tanto, quando ho voglia di fumare.

- Quindi hai smesso.

- Non proprio… è solo che non ho portato le sigarette.

- Però hai portato l’armonica.

Terence non replica e sorride come un bambino sorpreso con le mani nella marmellata.

Il silenzio regna per qualche minuto poi…

- Alcuni giorni fa ho trovato un biglietto nel posto dove di solito ti sdrai a leggere. Credo sia tuo.

- C’è scritto qualcosa? – le chiede sospettoso.

- Sì… dei versi, sembrano una poesia.

- Allora non è mio, io non scrivo poesie… sarà piuttosto del tuo biondino.

- Si chiama Anthony e non è suo… conosco bene la sua grafia.

- “Nessuno sa nuotare nel lago dell’amore, si può solo sperare che la corrente ci trasporti in acque chiare. Nessuno sa nuotare nel lago dell’amore, forse è meglio annegare risucchiati da vortici infiniti, in acque di smeraldo imprigionati.

- Li hai imparati?

- Sì perché… mi piacciono molto… anch’io a volte ho l’impressione di annegare…

- Anche tu credi che non si riesca a stare a galla nel lago dell’amore?

- Forse in due è possibile, non da soli…

Candy non sa perché ma quella conversazione la fa tremare. Sente la propria pelle percorsa da una miriade di piccoli brividi che finiscono per concentrarsi nello stomaco. Tenta di scacciarli sospirando, ma teme che Terence la possa sentire e cerca di trattenersi ottenendo l’effetto contrario a quello sperato. Sente che anche lui si sta muovendo dall’altra parte della tenda che li separa. Poi vede spuntare i suoi occhi tra l’erba e il bordo della coperta.

- Bisogna trovare la persona giusta però… per nuotare insieme.

- E come si fa a riconoscerla?

- Non lo so… forse bisogna solo avere il coraggio di tuffarsi per capire.

- Ma se la persona non è quella giusta, si corre un grosso rischio.

- Già.

- L’hai scritta tu vero?

- Sì… vuoi tuffarti con me?

Candy si mette seduta cercando di non guardarlo ma è impossibile ignorare quegli occhi che sembrano accarezzarla, li può sentire, sono come un’onda calda che le avvolge il viso ed ecco quella paura di annegare che la coglie all’improvviso e si domanda se è lui la persona con cui nuotare.

- Ma tu chi sei? – gli chiede con un filo di voce, fissandolo questa volta e cercando di sostenere il suo sguardo.

- Io sono Terry.

- Ho conosciuto tanti Terry diversi… qual è quello vero?

Terence scosta la coperta e le si avvicina, mettendosi seduto sulle ginocchia davanti a lei.

- Quello che vedi tu… quello che vedono i tuoi occhi è quello vero – le sussurra.

Il modo determinato con cui ha pronunciato quelle ultime parole, l’intensa dolcezza con cui la guarda, la fanno sentire d’un tratto al sicuro, non ha più paura di annegare, sente solo il desiderio di tuffarsi, tuffarsi tra le sue braccia. Lui accoglie quel gesto con stupore misto a gioia, poi la stringe forte a sé, accarezzandola.

 

La sua mano percorre la mia schiena più volte, poi scivola giù lentamente fino ai fianchi, risale e mi sfiora la guancia, leggera si sposta lungo il collo e infine si ferma sulla nuca come a sorreggerla. La mia testa segue la sua mano, la lascio andare indietro e la mia bocca è in suo potere. Non credo di rendermene conto, ma i miei occhi lo implorano di farlo, le labbra si dischiudono come un fiore al primo raggio di sole. Vedo solo il blu delle sue iridi, non esiste altro per me e quando le sue labbra sfiorano le mie è come se una farfalla vi si fosse posata per succhiarne il nettare. È un istante che cambia tutto.

 

Mentre ti bacio un dolore acuto mi squarcia il petto, è come se il mio cuore si stesse aprendo e attraverso le labbra tu potessi leggervi dentro. Tutto l’amore che vi è racchiuso lo sto donando a te, credevo di non esserne capace, ma ora non posso farne a meno. Più ne do a te e più ne possiedo, come se si ricreasse all’infinito. Ti prego non fermarmi. So che questo mi renderà definitivamente tuo schiavo, ma tu sei la mia divinità ed io voglio solo adorarti…

 

Com’è possibile che la mia pelle stia bruciando sotto il tessuto leggero della sottoveste! Eppure è questa la sensazione che avverto in ogni parte del mio corpo che la sua mano sta sfiorando. Anche la sua è calda, la sento a contatto con le mie dita che gli stringono le spalle. Lo sto toccando e assaporo il piacere di sfiorare il suo petto e le sua schiena nuda, il suo profumo mi stordisce… e quando le sue labbra affondano nel mio collo probabilmente rischio di perdere i sensi e per evitarlo mi esce una specie di grido che non è un grido, non so cosa sia perché non l’ho mai udito uscire dalla mia bocca. Un abisso di malinconia mi coglie quando d’improvviso lui si ferma, forse l’ho spaventato e mi guarda, poi mi sorride, io faccio lo stesso. Mi imprigiona dolcemente tra le sue braccia, tenendomi la testa sul suo petto e baciandomi i capelli. Sospiro per ritrovare un po’ di calma, anche lui.

 

I due ragazzi si sdraiano di nuovo sul prato, le loro gambe si incrociano così come i loro sguardi. Occhi negli occhi, stretti l’uno all’altra, in silenzio, le loro dita vanno in cerca di piccole carezze mentre si scambiano teneri sorrisi rassicurandosi a vicenda. Entrambi iniziano a capire che da quel momento non si può tornare indietro, è accaduto qualcosa che li ha cambiati e uniti: hanno aperto i loro cuori e pur non pronunciando parole si sono detti molte cose.

 

- Facciamo un tuffo insieme? – le chiede.

- Da quassù?

- Sì.

- D’accordo… però dammi la mano – gli risponde.

- One, two, three… go!


Capitolo diciotto



 - Candy ti senti bene? Sei così silenziosa…

- Certo Annie, sono solo un po’ triste perché le vacanze stanno per terminare. Non ho nessuna voglia di tornare a scuola.

- Hai perfettamente ragione, anch’io tremo solo al pensiero!

- Patty se lo dici tu che sei una studentessa modello…

- È solo che… non avremo più tutta la libertà di adesso, vi siete dimenticate quante regole dobbiamo rispettare a scuola?

- Soprattutto non potremo più vedere così spesso i ragazzi!

- Ho l’impressione che avremo presto un fidanzamento ufficiale, giusto Annie?

- Oh Patty non prendermi in giro!

 

Le tre amiche passeggiano lungo i sentieri che costeggiano il lago, commentando i magnifici giorni di vacanza che hanno trascorso in Scozia e che presto finiranno. Annie e Patty hanno passato gran parte del loro tempo insieme ad Archie e Stair, il loro legame si è rafforzato molto e adesso non vorrebbero doversi separare. Negli ultimi giorni hanno notato invece un allontanamento tra Candy ed Anthony che spesso hanno evitato di unirsi a loro durante le gite in barca o i picnic all’aperto, trovando scuse poco credibili del tipo “dobbiamo studiare”. Inoltre la loro amica di tanto in tanto scompare per ore e nessuno sa che fine abbia fatto.

 

- Oggi pomeriggio ho visto Anthony uscire a cavallo, era da solo… - commenta Patty cercando di scoprire qualcosa.

- Non eri con lui Candy? – insiste Annie.

- No… io non l’ho visto.

- Non sarai rimasta a studiare anche oggi!

- Beh… no… in realtà sono uscita a fare due passi…

- Che strano, eravamo in barca con i ragazzi e non ti abbiamo vista!

- Sono andata in un posto che non credo conosciate.

- E tu come ci sei arrivata?

- È stato Terence a farmelo scoprire… lui viene qui fin da quando era bambino e così…

- Significa che eri con lui?

Candy teme di parlare alle amiche del suo rapporto con Terence, ma sente anche il bisogno di confidarsi e…

- Sì ero con lui.

Dopo un attimo di silenzio - E dove siete andati? – domanda Patty sorpresa.

- Dall’altra parte del lago, c’è un bellissimo panorama da dove si riesce a vedere fino ad Edimburgo.

- Ma è lontanissimo da qui! – esclama Annie – Eravate solo voi due?

- Beh… sì.

- Ma Candy! – esclamano in coro le amiche.

- Lo so cosa state pensando. Terence è un cattivo ragazzo ed io non dovrei allontanarmi con lui, giusto?

Patty ed Annie si guardano, poi annuiscono con un’espressione tesa dipinta sui volti.

- Non è come pensate… lui non è come pensate…

- Che vuoi dire Candy?

- Con me è diverso – risponde seria.

Annie le si avvicina – Che succede? – le domanda con tenerezza.

- Io non lo so… so soltanto che sto bene quando sono con lui, non mi sono mai sentita così… con nessuno.

- Nemmeno con Anthony?

- No… Terence è un’altra cosa! Non so cosa… ma io non smetto mai di pensarlo e di cercarlo. Mi toglie il respiro e il sonno. Quando lo vedo poi non posso fare a meno di sorridere e credo che per lui sia lo stesso.

- Oh Candy… ti sei innamorata di lui?

Candy non sa rispondere alla domanda di Patty.

- Accidenti, inizia a piovere! Torniamo indietro.

Le tre ragazze corrono, Annie e Patty verso la scuola, Candy verso Villa Ardlay.

 

Ecco… Terence aveva ragione, sta per arrivare il freddo. Chissà cosa starà facendo in questo momento… vorrei tanto fosse qui per abbracciarlo. Mi ha detto che quando torneremo a scuola trascorrerà la pausa pranzo sulla collina, gli ho risposto che probabilmente lo farò anch’io!

 

Candy nella sua camera è immersa nei propri sogni quando qualcuno bussa alla porta.

- Sono io… posso entrare?

- Vieni pure Anthony.

- La zia vuole parlarci, ci ha convocati tutti.

- Che succede?

- Non saprei.

 

Nel salotto della prozia.

- Bene ragazzi, vi devo comunicare che le vacanze sono terminate e che domani sera rientrerete a Londra.

- Ma zia Elroy… dovevamo rientrare la settimana prossima! – protesta Archie.

- Lo so ma, impegni improvvisi richiedono la mia presenza a Chicago e ne converrete che non posso lasciarvi qui da soli. Ho già avvisato la scuola e mi è stato assicurato che non ci sarà alcun problema. Vi invito pertanto a preparare i vostri bagagli.

 

- Accidenti è un vero peccato, speravo di avere ancora qualche giorno…

- Da trascorrere con la tua dolce Annie!

- Oh Stair smettila di prendermi in giro! Tu non desideri stare ancora un po’ con Patty?

- Troveremo il modo di vederci anche a scuola. Ho già in mente qualcosa fratello!

 

Anthony è silenzioso, in piedi davanti alla finestra – Ma dove corre? – mormora tra sé.

- Chi? – gli chiede Stair.

- Candy. È appena uscita di corsa dalla villa, va verso il lago.

- Lo so io dove va! – esclama Archie con voce tesa.

Anthony si volta di scatto e lo fissa. Anche lui lo sa, ma credeva di essere l’unico, invece non è così.

- E tu te ne stai qui con le mani in mano!

- Che cosa dovrei fare cugino?

- Impedirglielo!

- Stai scherzando… ho provato a parlarle e a metterla in guardia ma… credo che sia troppo tardi.

- Ma che dici Anthony! Ok ammettiamo pure che quel tipo ci sappia fare con le ragazze e in qualche modo sia riuscito a convincere Candy che sta facendo sul serio con lei, tu sai bene che non è così!

- Archie però… non possiamo esserne sicuri, Candy non è una sciocca.

- Come puoi dire una cosa del genere Stair! Credi che uno come Granchester possa cambiare? Credi davvero che sappia cosa significa amare e soprattutto rispettare una ragazza?

- Io conosco bene Candy e so che se lui le avesse mancato di rispetto lei non starebbe correndo in quel modo per andarlo a salutare, dopo che ha saputo che dobbiamo partire domani.

Stair sa che le sue parole feriscono Anthony, ma è convinto che la pensi come lui.

 

*******

 

- Lentiggini cosa ci fai qui?

- Posso entrare?

- Certo.

 

Terence è sorpreso di vederla a quell’ora. Hanno trascorso tutta la mattina insieme in un altro dei posti che solo lui conosce. Sono stati sdraiati all’ombra dei pini. La testa di Candy sulle gambe di lui che le ha recitato Shakespeare, giocando con i suoi riccioli biondi.

 

- È successo qualcosa?

- Sì purtroppo, domani devo rientrare a Londra.

- Come domani, perché?

- La zia ha anticipato la partenza per impegni improrogabili!!!

- Credevo di avere un’altra settimana da trascorrere… insieme a te.

- Lo credevo anch’io… invece.

- Ma la scuola sarà ancora chiusa.

- Per gli Ardlay pare sia aperta!... Tu quando torni a Londra?

- La prossima settimana, così ha deciso il Duca.

- Una settimana…

Candy improvvisamente ha paura, ha paura di aver vissuto un sogno e che una volta a scuola tutto svanisca.

- Cos’è quella faccia Lentiggini?

Lei non sa cosa rispondere, non vuole apparire stupida ai suoi occhi ma…

- Promettimi che non ci perderemo.

Terence l’attira a sé e l’abbraccia

- Perché pensi questo?

- Ho paura che a Londra sarà diverso… qui siamo solo tu ed io, nessuno sa niente di noi, ma a scuola…

- Ti vergogni di me…

- No, che dici! Ho solo paura che qualcuno possa farci del male.

- Ti riferisci ai Lagan o… ad Anthony? Lui non sa niente vero e tu non hai intensione di dirglielo! Per questo ti fa paura tornare a scuola.

- A lui lo dirò quando sarà il momento… ti prego Terry cerca di capire…

- Se non glielo dici tu lo faccio io… a modo mio.

Gli occhi del ragazzo si sono fatti improvvisamente feroci, Candy non li vedeva così da tempo, da quando avevo scoperto la foto di sua madre.

- Non guardarmi così…

Terence cerca di trattenersi, non vuole salutarla litigando, ma l’idea che lei tornerà a Londra insieme ad Anthony lo rende furioso, per questo si allontana da lei, sciogliendo l’abbraccio, dandole le spalle. Candy si sente persa, lo segue e lo afferra per la vita. Terence avverte il calore del suo corpo sulla propria schiena. Si volta e la bacia voracemente, quasi divorandola.

 

Il giorno dopo, alla stazione, in attesa del treno che li riporterà a Londra, Candy non fa altro che ripensare a quel bacio con cui si sono salutati. Le sembra di sentirlo ancora nella sua bocca e spera che quella sensazione resista fino a quando si rivedranno, a scuola.

- Ragazzi è l’ora di prendere posto – ordina la zia Elroy che ha deciso di accompagnarli personalmente prima di tornare in America.

Candy esita, si guarda intorno. Sa che non verrà a salutarla, glielo ha detto lui stesso, ma non può fare a meno di sperarci. Alla fine si arrende e sale sul treno. Si mette seduta davanti ad Anthony. Vicino a lei, dalla parte del finestrino siede Patty, alla sua destra Annie. Anthony la guarda, ma lei tiene gli occhi bassi, persa nei propri pensieri: vuole fissare nella mente tutti i ricordi di quella vacanza e portarli con sé, pensa che la aiuteranno a riscaldare le gelide pareti della St. Paul School.

D’un tratto Patty le si avvicina all’orecchio e le sussurra qualcosa – C’è Terence.

- Cosa? Dove?

- Là fuori.

Candy si sporge verso il finestrino e lo vede. In un attimo, senza pensarci, si alza e si precipita giù dal treno, correndo subito verso di lui. Gli altri assistono alla scena attraverso il vetro.

- Terry! Mi avevi detto che…

- Beh ho cambiato idea e poi… hai dimenticato questi.

Il ragazzo le porge alcuni spartiti. Candy sorride, sa che non le appartengono ma lo ringrazia lo stesso.

Non dicono altro, non serve. Il fischio del treno interrompe i loro sguardi. Candy risale.

- Come mai si trova qui il figlio del Duca? – le chiede la zia.

- Avevo dimenticato questi alla villa e me li ha riportati, così posso esercitarmi.

- Oh Candice sei sempre la solita sbadata!

Per fortuna i fratelli Lagan siedono nello scompartimento vicino alla zia, mentre Candy prosegue verso quello dei ragazzi. Dopo la festa in bianco, ha fatto di tutto per tenersi alla larga da Neal e Eliza che era furiosa perché Candy le aveva rubato la scena anche con Terence!

Tornata al proprio posto, controlla gli spartiti che le ha portato. Sorride tra sé.

 

Scommetto che ha trovato questa scusa per non insospettire la zia. Sono così felice che sia venuto a salutarmi, non ha resistito evidentemente! Vuole fare il duro e poi…  ma questo cos’è? Un biglietto: “mi piace nuotare insieme a te”… oh Terry… anche a me, moltissimo!


Capitolo diciannove





Sono trascorsi quattro giorni da quando i ragazzi hanno fatto ritorno a Londra. Le lezioni non sono ancora ricominciate e la scuola si sta riempiendo un po’ alla volta, molti studenti sono ancora in vacanza.

Candy passa la maggior parte del tempo insieme a Patty ed Annie, ma spesso preferisce stare da sola e ricordare i momenti felici vissuti in Scozia. Terence è sempre al centro dei suoi pensieri. Non sa di preciso quando anche lui tornerà a scuola, più che passano i giorni e più sente insinuarsi nella mente una strana inquietudine. Non sa perché ma teme che possa accadere qualcosa o peggio ancora teme di trovarlo diverso quando si rivedranno. Non vuole dare ragione ad Anthony che, sicuramente sostenuto da Archie, è convinto che Terence stia solo giocando con lei… come fa con tutte.

Oggi è giorno di posta. Candy ha trovato una lettera di Miss Pony quando è arrivata a scuola per cui non pensa di riceverne un’altra. La consegna della posta è sempre un momento elettrizzante, uno dei pochi  contatti con il mondo esterno. Nel salone le ragazze aspettano con ansia l’arrivo di suor Margareth che le chiamerà ad una ad una per consegnare le lettere a loro indirizzate.

Patty riceve una lettera dalla cara nonna Martha, Annie dai signori Brighton, suoi genitori adottivi. Eliza Lagan ha un pacco enorme di buste provenienti dall’America, le sventola sotto il naso delle altre ragazze affermando che provengono tutte dai suoi corteggiatori, naturalmente i migliori rampolli dell’alta società.

Candy se ne sta seduta in un angolo aspettando che la distribuzione abbia termine, convinta che non ci sarà niente per lei.

- E l’ultima lettera è indirizzata a Miss Ardlay – le comunica suor Margareth con la solita voce gentile.

- Come… per me?

- Proprio così Candice.

- E chi me la manda?

- Non c’è il mittente… – le confida la suora avvicinandosi - …però viene dalla Scozia.

I grandi occhi verdi di Candy diventano enormi tanto la ragazza si stupisce nel sentire quel nome. Prende la lettera tra le mani come se fosse una bolla di sapone e per la paura che svanisca non osa aprirla.

Patty ed Annie le si avvicinano, anch’esse sono stupite perché immaginano chi possa avergliela inviata. Le tre amiche si guardano sorridendo, ma qualcuno vicino a loro scoppia di rabbia.

- Ci deve essere un errore… chi mai può scriverti dalla Scozia! – esclama Eliza verde d’invidia.

- Quando la leggerò lo scoprirò cara Eliza, non preoccuparti!

Candy si allontana, non vuole avere niente a che fare con quella vipera e soprattutto non vede l’ora di aprire la busta. Saluta le amiche e corre a perdifiato fino a raggiungere la collina. Sale in cima all’albero, più in alto che può, vuole stare da sola, da sola con lui.

 

Cara Tarzan, come stai?

- Terry… sapevo che eri tu e questo inizio non può che confermarlo, ti sei già dimenticato come mi chiamo!!

 

Scommetto che ti stai annoiando a morte senza di me, ho indovinato?

- Sì… hai proprio ragione…

 

Io mi diverto un sacco invece! L’acqua del lago è ancora calda, posso fare il bagno ogni giorno e sdraiarmi al sole, ho una splendida abbronzatura. Inoltre posso leggere il mio Shakespeare senza essere disturbato da una certa scimmietta che mi saltellava sempre intorno!

- Oh Terence Granchester questo non è vero, tu venivi sempre a cercarmi!! Sei un bugiardo sbruffone e pieno di te.

 

Ti stai arrabbiando Tuttelentiggini, non è vero?

- Sì… mi sto arrabbiando, anzi sono furiosa! Avresti fatto meglio a non scrivermi!

 

Ora devo salutarti, questa sera c’è una festa ad Edimburgo, non posso mancare!

Ci vediamo.

- Ma bene, va anche alle feste! Ma non diceva che non gli piacevano…

 

PS. Non vedo l’ora di tornare a Londra!

 

A presto

Terry

 

Candy sorride dopo aver letto quel post scriptum.

- Ma quanto sei odioso, anche io non vedo l’ora che tu arrivi.

 

- Hai ricevuto buone notizie? – le grida una voce ai piedi dell’albero.

Candy guarda giù per capire chi possa essere, nessuno conosce quel posto a parte lei e…

- Anthony! – grida sorpresa mentre scende dall’albero – Come hai fatto a…

- A trovarti? Ti ho seguita, confesso, anche se correvi molto forte… dovevi avere fretta di leggere quella lettera.

Candy non sa cosa dire, è imbarazzata e ha l’impressione che Anthony l’abbia seguita per un motivo ben preciso.

- Che cosa sta succedendo Candy?

- Che vuoi dire?

- Lo sai!

- Vorrei capirlo anch'io ma… non è facile.

- Perché non provi a dirmi la verità?

- ….

- Sembra che tu abbia sempre la testa da un'altra parte… da quando siamo tornati dalla Scozia… non sei più tu.

- Non posso darti torto, anch'io a volte non mi riconosco… ma non so spiegarmi quale sia il motivo… anche se… aver conosciuto Terence credo…

- Ancora lui! Non posso credere che tu gli dia così tanta importanza…insomma Candy tutti sanno che tipo è, ma tu continui a pensare che sia diverso… perché?!

- Perché con me lo è davvero! E poi… non è solo questo…

- …

- … lui ed io ci capiamo…

- È migliore di me?

- Questo cosa c'entra?

- Rispondi, lo consideri migliore di me?

- Oh Anthony tu sei speciale per me, questo lo sai… ma con Terence è…

Anthony scatta in piedi, non vuole più ascoltarla, se lo avesse davanti gli spaccherebbe la faccia… in quel momento è sicuro che tutta la colpa sia di Granchester… deve averle fatto il lavaggio del cervello.

- Non è possibile che tu non veda quanto lui non sia il ragazzo per te… sei venuta in Inghilterra entusiasta per la possibilità che ti veniva offerta di migliorare la tua istruzione, le tue maniere a volte un po' fuori dalle regole ed ora stai andando nella direzione opposta! Stai gettando tutto al vento per cosa, per chi? Per uno che anche se nobile, non sa nemmeno dove stia di casa la nobiltà! Uno a cui è concesso tutto solo perché il padre sovvenziona la scuola con generose donazioni allo scopo di coprire il comportamento sregolato del figlio… e lui che se ne approfitta come se niente fosse! Vive sulle spalle del padre, sfruttando la sua posizione sociale, convinto che gli sia tutto dovuto… persino tu! Sì Candy… anche tu sei solo un capriccio, l'unica ragazza che non è caduta ai suoi piedi come di solito fanno tutte… deve togliersi lo sfizio di conquistarti e quando lo avrà fatto…

- Adesso basta!

- Che c’è? La verità fa male forse?

- Tu non lo conosci…

- Quel che ho visto di lui mi basta credimi. Io c’ho provato ad aprirti gli occhi…non venirmi a cercare quando si sarà stufato di te!

- Anthony…

Il ragazzo se ne va furioso, nonostante Candy continui a chiamarlo.

 

*******

 

È domenica. Studenti e studentesse sono tutti riuniti in chiesa per la funzione religiosa con cui si inaugura l'inizio del nuovo anno scolastico ormai imminente. Manca solo una persona. 

Suor Gray dà il benvenuto e ricorda con amorevole crudeltà che le vacanze sono terminate e che è tempo di rimettersi a studiare dal momento che questo sarà un anno particolarmente impegnativo.

Ad interrompere il suo discorso l'improvviso cigolare del maestoso portone d'ingresso dal quale fa la sua apparizione l'inconfondibile figura di Terence Granchester. Con la giacca sulla spalla e l'aria spavalda di sempre si avvicina all'ultima panca libera e si siede, nel silenzio assoluto dei presenti che si aspettavano un altro dei suoi show.

La madre superiora dopo un attimo di esitazione, come se anche lei temesse la presenza del giovane, riprende la predica, lasciando poco dopo la parola alla liturgia sotto la guida del pastore.

Candy sa che se si volta di nuovo verrà sgridata davanti a tutti, dando l'occasione ad Eliza di sghignazzare di fronte alla sua inadeguatezza alle regole più elementari, ma non resiste e per un attimo rivolge lo sguardo a Terence che le risponde con un sopracciglio sollevato accompagnato da un accenno di sorriso. Suor Gray non se ne accorge ma a qualcuno non sfugge quello scambio furtivo: Anthony si trova proprio tra i due e il loro saluto lo ha come attraversato.

La celebrazione è particolarmente lunga quella mattina e quando finalmente è possibile uscire dalla chiesa Terence non c'è. Candy lo cerca con gli occhi mentre passeggia nel parco insieme a Patty ed Annie, chiedendosi dove possa essere finito. Poi le viene in mente che probabilmente potrebbe essere andato sulla collina, ma non sa come fare per poterlo raggiungere. Non vuole rivelare alle amiche che desidera incontrarlo, teme che anche loro la pensino come Anthony…

Le tornano alla mente le sue parole di qualche giorno fa, non lo aveva mai visto così arrabbiato… ci ha pensato molto nei giorni successivi e a volte è stato difficile essere sicura che lui non abbia ragione. Il dubbio che Terence stia davvero solo giocando con lei affiora ogni tanto ed è un dolore brutale che la punge nel petto inaspettatamente e che Candy cerca di ricacciare via da dove è venuto. Ma non sempre ci riesce, per questo non vede l’ora di parlare con Terence, di guardarlo negli occhi e riconoscere quello sguardo sincero che le sembra di aver visto ogni volta che sono stati da soli, in quei pomeriggi assolati in Scozia.

Archie e Stair si avvicinano per salutare le ragazze, Candy coglie l’attimo per lasciare le due coppie da sole ed allontanarsi, controllando che nessuno la segua. Quando è sicura di non essere vista inizia a correre arrivando sulla collina quasi senza fiato. Si guarda intorno ma di Terence non c’è traccia. Delusa si sdraia sul prato.

- Dove sei? – mormora tra sé.

Chiude gli occhi. Il sole di Londra non è caldo come quello della Scozia ma le sensazioni provate davanti al Loch Lomond, le passeggiate a cavallo, gli scherzi e le risate, i tuffi e poi…

- Ehi principessa, stai aspettando il bacio del principe azzurro?

Candy apre gli occhi e sopra il suo viso appare dietro di lei quello di…

- Terry! – esclama sorridendo ed un tumulto di emozioni la travolgono.

Il ragazzo si sdraia accanto a lei, incrociando le braccia dietro la testa, con fare rilassato.

- Quando sei arrivato?

- Ieri pomeriggio, ma il Duca mi ha tenuto in ostaggio fino a questa mattina.

- Non pensavo di vederti in chiesa… sei riuscito a stupire anche suor Gray, non sapeva più cosa dire!

- Già… e non credo di aver sorpreso solo lei, giusto Tuttelentiggini? – le chiede in tono allusivo, voltandosi verso di lei e fissandola.

I suoi occhi addosso al solito la fanno tremare e Candy deve sforzarsi di mantenere il controllo o Terence si accorgerà del potere che ha su di lei, per questo cerca di cambiare discorso.

- Albert mi ha chiesto di salutarti, è partito per l’Africa e non sa quando tornerà.

- Davvero? Mi dispiace molto… speravo nel suo aiuto…

- Per cosa?

- Nel caso dovessi andarmene di casa.

- A causa di tuo padre?

- Esatto… però… dentro a quella testolina hai un cervello che funziona a volte!

- Mmmm… sempre il solito simpatico!

Candy si finge arrabbiata, in realtà l’aver saputo che Terence potrebbe andarsene la ferisce e vorrebbe chiedergli di più.

- Potrebbe accadere presto?

- Probabile… continuando a stare in questo scuola il Duca riuscirà sempre a controllarmi e a farmi fare quello che vuole.

- A me sembra che tu goda di grande libertà invece… fai tutto ciò che vuoi.

- E questo chi te lo ha detto? Qualcuno dei tuoi cari amici vero?

Candy nega imbarazzata, in realtà la frase di Terence ha fatto centro e lei si rende conto in quel preciso istante che le parole di Anthony l’hanno in qualche modo condizionata.

- Avrei dovuto immaginarlo che si sarebbe fatto avanti… ha approfittato della mia assenza per riempirti la testa di chissà quali sciocchezze. Ciò che non mi aspettavo invece è che tu gli credessi!

Lo sguardo del ragazzo si è fatto gelido e la ferisce come una lama affilata. Candy annaspa, ha imparato a conoscere Terence e sa che quando si sente ferito è quasi impossibile farlo tornare indietro. Tenta ugualmente di dirgli che si sbaglia e che ha frainteso le sue parole, ma Terence non la ascolta e se ne va.


Capitolo venti




Pochi giorni dopo il loro litigio sulla collina, Candy trova sul pavimento della propria stanza un biglietto, probabilmente qualcuno lo ha fatto scivolare sotto la porta e quel qualcuno deve essere Terence. Il biglietto con il quale le dice di volerle parlare porta infatti la sua firma.

 

Ho bisogno di parlarti urgentemente.

Vieni nelle scuderie a mezzanotte.

                                  Terry

 

Candy si preoccupa subito, teme che Terence possa aver discusso con il padre e che sia costretto a lasciare la scuola. Decide di non dire niente a nessuno e, poco prima dell'ora indicata, si cala con una corda dal balcone della camera e corre verso le scuderie. La scuola è avvolta dal più profondo silenzio interrotto soltanto dai suoi passi che fanno scricchiolare le prime foglie secche cadute a terra. Avvicinandosi all'edificio scorge un bagliore, probabilmente Terence è già lì e ha con sé una lampada. Entra e lo chiama sottovoce. Il ragazzo risponde, mentre anche il suo cavallo nitrisce, sembra averla riconosciuta. 

- Cosa succede Lentiggini… perché mi hai chiesto di venire qui?

- Non fare il furbo Granchester… sei stato tu a mandarmi un biglietto per incontrarci nelle scuderie a mezzanotte!

- Quale biglietto? Fammi vedere.

- Non ce l'ho… c'era scritto di distruggerlo una volta letto.

- Maledizione! È una trappola… ne ho ricevuto uno uguale!

Detto questo Terence spegne subito la lampada ad olio e i due ragazzi restano completamente al buio.

- Ehi… cosa ti credi di fare! Riaccendila…

- Shhh… fa’ silenzio… potrebbe arrivare qualcuno da un momento all'altro e allora sarebbe un grosso guaio!

In pochi istanti infatti si odono delle voci che si fanno sempre più vicine.

- Ecco… cosa ti dicevo, dobbiamo uscire da qui prima che ci trovino! Di là, dalla finestra…

- È troppo in alto…

Terence non perde tempo, si inginocchia e le indica di salire sulle sue spalle.

- Cosa? Non posso…

- Perché?

- Ho la gonna e sono certa che tu non ti lascerai sfuggire l'occasione!

- Ti sembra il momento di pensare a questo? Se ci scoprono ti buttano fuori dalla scuola… andiamo non essere sciocca, sali!

Candy esita ancora, Terence alza gli occhi al cielo e poi li copre con una mano. Con un salto la ragazza è fuori, lui la segue e le fa cenno con il dito di fare silenzio. Stanno nascosti sul retro delle scuderie mentre ascoltano e riconoscono le voci che provengono dall'interno. 

Si tratta di suor Gray, suor Margareth e suor Kriss, accompagnate da Eliza e dalla sua fedele amica Louise. Non avendo trovato ciò che pensavano si allontanano e tutto torna tranquillo. 

I due ragazzi rimangono nascosti ancora per un po’, se ne stanno accovacciati in un angolo dietro le scuderie, aspettano di essere sicuri che non ci sia più nessuno.

- Bene… l'abbiamo scampata bella, deve essere stata quella vipera di Eliza a combinare lo scambio di biglietti.. ma le è andata male! Ora è meglio che torni al dormitorio.

- Aspetta Terry… volevo dirti che… mi dispiace per quello che ho detto l'altro giorno. Credo di essermi spiegata male…

- Non importa… e poi non è questo il problema. 

- Che vuoi dire?

- Semplicemente che tu non ti fidi di me e basta poco per farti tornare indietro.

- Ti sbagli, altrimenti non sarei qui!

- Credi che sia vero quello che dicono sia successo qui dentro con quella ragazza?!

- No…

- Non ne sei convinta del tutto… è chiaro Tuttelentiggini e finché i tuoi amici continueranno a dirti che sono un poco di buono, tu crederai a loro. Adesso vai!

Candy lo guarda, nel buio della notte gli occhi di Terence scintillano, sa che forse in parte lui ha ragione.

 

*******


- Che succede, cos'è tutta questa agitazione?

Candy è appena entrata in classe e sembra che quella mattina tutte le studentesse abbiano saputo qualcosa di sconvolgente.

Patty le si avvicina non sapendo bene come farà a rispondere a quella domanda. Nel brusio generale spunta il nome di Terence Granchester, pare ne abbia combinata un'altra delle sue ma che questa volta rischi davvero grosso. 

- Sul serio potrebbe finire in prigione?

- Su queste cose non si scherza!

- Magari il Duca troverà il modo per fargliela passare liscia di nuovo.

- Non credo, pare che il padre sia su tutte le furie… è arrivato questa mattina e da più di un'ora è chiuso nell'ufficio di suor Gray…

Queste sono le frasi che si susseguono una dietro l'altra in un turbinio di voci sussurrate. Candy non riesce a capire e guarda l'amica. 

- Patty di cosa stanno parlando? - le chiede terrorizzata. 

- Beh… non ne so molto, ma sembra che Terence sia stato coinvolto in una rissa la notte scorsa.

- Non mi sembra una novità… purtroppo.

- Si ma questa volta è diverso.

- In che senso diverso?

- Io non so se ciò che si dice corrisponda al vero… però… vedi Candy… un ragazzo è stato ferito gravemente e sembra che sia in pericolo di vita.

- In pericolo di vita… - Candy ripete quella frase senza apparentemente capirne davvero il senso, ma le parole le cadono sulla testa come macigni.

Dal corridoio entra in aula come una furia un'amica di Eliza Lagan, è senza fiato ma non per la corsa bensì per ciò che ha appena saputo.

Due sole parole escono dalla bocca della ragazza, ma a Candy sembra che possano cambiare il destino del mondo intero: “È morto”. Un lungo grido sommesso percorre l'intero edificio scolastico, in pochi istanti è come se la notizia avesse raggiunto ogni angolo della scuola. Alcuni credono che non possa essere vero, altri ci sperano, altri ancora ne godono quasi perché questo significherebbe una cosa sola…

- Terence Granchester sarà accusato di omicidio! - esclama Eliza con malcelata soddisfazione.

Da quando infatti il ragazzo si è avvicinato a Candy, lei ha fatto di tutto affinché i due venissero in qualche modo separati, spingendosi fino ad escogitare la trappola dei biglietti senza riuscire ad ottenere il successo sperato. Ora questo “incidente” le appare come una manna dal cielo ed è decisa a non farsi scappare questa ghiotta occasione.

- C'era da immaginarselo, da quando Terence ha iniziato a frequentare certe ragazze di dubbia moralità… è naturale che la sua condotta sia decisamente peggiorata! Del resto non è certo una novità perché su tutti i ragazzi che frequenti la tua influenza è assolutamente negativa!

Eliza sta parlando chiaramente di Candy, è a lei infatti che dirige il suo sguardo perfido, nella sua mente auspica che anche la ragazza venga coinvolta nella vicenda e considerata in qualche modo colpevole.

- Eliza ma che cosa stai dicendo!

- Semplicemente la pura verità! In Scozia stavo quasi per annegare perché tu hai impedito ai ragazzi di salvarmi ed ora si vedono i risultati anche del rapporto che hai instaurato con Terence… di sicuro sei stata tu a spingerlo a compiere un'azione del genere ed è per colpa tua se ora verrà accusato di omicidio!

In quel momento suona la campanella e fa il suo ingresso in aula suor Kriss, accompagnata dalla madre superiora. Le studentesse prendono posto, l'agitazione è palpabile.

Suor Gray prende la parola, la sua espressione non promette niente di buono, ma questa non è una novità.

- Signorine vi prego di tenere un comportamento adeguato al vostro rango e vi invito a non considerare le voci che stanno circolando a proposito di ciò che è accaduto la notte scorsa. Preoccupatevi di studiare e di iniziare al meglio questo nuovo anno scolastico che sarà molto impegnativo. Adesso la preghiera.

Le ragazze ostentano qualche minuto di raccoglimento, tutte tranne Candy che ha l'impressione di essere stata catapultata in un incubo. Vorrebbe correre fuori e andarlo a cercare, ma viene assalita dal terrore che potrebbe anche non essere più a scuola, magari il padre lo ha portato via. Deve parlare assolutamente con i ragazzi, loro avranno di sicuro notizie più precise, ma deve fare presto. Aspetta la fine della lezione di suor Kriss che è l'insegnante più severa, mentre all'ora successiva arriva suor Margareth la più comprensiva e amorevole. Candy finge di non sentirsi troppo bene e chiede alla suora di poter andare in infermeria, ottiene il permesso purché si faccia accompagnare da Miss O'Brien.

- Candy che ti succede? - le chiede l'amica appena uscite dall'aula.

- Niente Patty, sto bene, però devi farmi un favore.

- Dimmi tutto.

- Ho bisogno di sapere come stanno le cose e per questo devo parlare al più presto con i ragazzi.

- Ti capisco, ma a quest'ora non sarà facile… se qualcuno ti vedesse, forse sarebbe meglio che tu aspettassi stasera.

- No non posso Patty, devo assolutamente sapere! Per favore di' a suor Margareth che ho preferito andare nella mia stanza perché ho un forte mal di testa.

- Va bene Candy… ma sta' attenta mi raccomando.

 

Candy corre verso le aule dove fanno lezione i ragazzi. Per fortuna si trovano tutte a piano terra così sbirciando dalle finestre, senza farsi notare, spera di vedere Terence. Purtroppo non riesce a trovarlo ma qualcuno si è accorto di lei e con una scusa esce fuori.

- Candy che ci fai qui a quest'ora?

- Stair ti scongiuro dimmi dove posso trovare Terence. 

- Veramente non lo so ma temo che non sia più a scuola. Si dice che il padre lo abbia portato via…dopo quello che è successo.

- Non posso credere che Terence sia davvero coinvolto in questa storia… devo parlargli assolutamente!

Candy ha le lacrime agli occhi, sente mancare la terra sotto i piedi.  Stair cerca di tranquillizzarla dicendole che di sicuro insieme troveranno una soluzione.  Si mettono d'accordo per incontrarsi quella sera stessa, nella loro stanza.

 

Poche ore dopo…

 

- Ragazzi dobbiamo fare qualcosa… - Candy cammina agitata avanti e indietro, nella stanza dei cugini.

Archie se ne sta in silenzio, sdraiato sul letto. Gli dispiace vedere Candy così preoccupata per quel tipo che lui non ha mai sopportato e non è del tutto sicuro che Granchester sia innocente. Il pensiero di levarselo di torno una volta per tutte gli provoca un sottile piacere, ma non è mai arrivato al punto di augurarsi che finisse in prigione.

Stair, seduto a cavalcioni su una sedia, vorrebbe tanto sapere come siano andate le cose in realtà: non riesce a credere che Terence si sia macchiato di un delitto, però sa come funzionano le risse, nella confusione può capitare, soprattutto quando spunta fuori un coltello. Scuote la testa, con una mano tra i capelli, tenta di capire, di trovare un particolare che possa scagionarlo.

Ad un tratto qualcuno bussa alla porta, si tratta di Anthony.

- Per fortuna sei arrivato! La tua stanza è vicina a quella di Terence, se fosse uscito tu l’avresti sentito, non è così?

- Sì Candy… infatti ho sentito sbattere la porta della sua camera, poco prima della mezzanotte – risponde il ragazzo con voce decisa.

- Allora è vero? – domanda Stair terrorizzato.

Anthony fa cenno di sì con la testa, mentre Archie è scattato in piedi dal letto. I tre ragazzi si lanciano sguardi angosciati. Nessuno nella scuola è mai stato accusato di un crimine.

Candy è paralizzata, osservandoli teme che abbiamo già emesso la loro condanna.

- Non crederete davvero che Terence…

Archie la fissa, stringe le labbra in una smorfia di commiserazione. Stair non ha il coraggio di parlare.

- Stair… tu lo conosci, sei suo amico in qualche modo… lo so che ha un brutto carattere, che è un attaccabrighe, che beve, che fuma… che non rispetta le regole… ma non è un assassino! – a Candy si chiude la gola.

- Sì è vero, un po’ io lo conosco ma… sai come vanno queste cose, a volte succedono e… sarà stato di sicuro un incidente… sono sicuro che non fosse sua intenzione arrivare a tanto…

- No! – Candy grida poi si volta verso Anthony, ma il ragazzo abbassa lo sguardo. Lei sussurra il suo nome quasi implorandolo.

- Non possiamo fare nulla Candy, mi dispiace. Granchester non era nella sua stanza quando è avvenuto il delitto, ci sono testimoni che affermano di averlo visto al Blue Moon discutere con qualcuno poche ora prima… si pensa che più tardi possa essere tornato lì per regolare i conti. Se non ha un alibi…

- È assurdo, pensate tutti che sia colpevole, lo avete già condannato! Me la caverò da sola allora!

Candy esce di corsa sul balcone per attraversare il bosco e tornare nella sua stanza. Stair la segue.

- Aspetta, che cosa intendi fare?

- Anche tu pensi che Terence sia un assassino?

- No, non lo penso, ma non so come fare a dimostrarlo…

- Io lo so invece e lo farò, a qualunque costo!

- Aspetta Candy…

Ma la ragazza è già saltata sull’albero più vicino e non può più sentirlo.


Capitolo ventuno




Il Duca di Granchester è arrivato di prima mattina alla Royal St. Paul School. Dopo gli ultimi eventi ha deciso di aver un incontro chiarificatore con la direttrice. La notizia di un probabile coinvolgimento del figlio in un omicidio lo ha mandato su tutte le furie e ha intenzione di chiedere spiegazioni in merito alla mancata sorveglianza di cui l’istituto si è reso responsabile.

Suor Gray è seriamente dispiaciuta per l’accaduto, ma non intende assumersi tutta la colpa di quanto accaduto.

 

- Io credevo che lei fosse al corrente delle frequenti fughe notturne di suo figlio.

- Come avrei potuto! Io ho affidato mio figlio a questa scuola pensando che foste in grado di occuparvene e di contribuire alla sua educazione. Evidentemente mi sono sbagliato.

- Cerchi di capire, lei sa meglio di me che Terence non ha un carattere semplice da gestire…

- Sorella, lei sa con chi sta parlando? Io sono il Duca di Granchester, Pari d’Inghilterra e mio figlio, il mio primogenito, erediterà il titolo con tutto ciò che ne consegue. Quando sarà il momento dovrà essere pronto a farlo ed è per questo che avevo scelto di fargli frequentare questa scuola! Si rende conto che se quest’accusa infamante portasse anche solo ad un processo, la vita di mio figlio sarebbe finita! Non posso permetterlo. Lo faccia chiamare, intendo portarlo via da qui immediatamente.

 

Dopo pochi minuti appare suor Kriss insieme a Terence che sorride amaramente nel vedere il Duca.

- Che cosa ci fate qui? Dovevo essere accusato di omicidio per vedervi?

- Siediti!

- Preferisco stare in piedi!

Il ragazzo si volta verso suor Gray.

- Signor Terence l’ho fatta chiamare perché suo padre ha deciso di allontanarla da questa scuola.

- Cosa?!

- Certamente! Questo istituto non è assolutamente all’altezza di un Granchester!

- La prego Duca, sono certa che questa spiacevole situazione verrà chiarita e…

- Suor Gray, ormai ho deciso!

 

In quel momento bussano alla porta. Entra di nuovo suor Kriss che riferisce di aver accompagnato una studentessa la quale ha chiesto di parlare urgentemente con la direttrice.

- Di chi si tratta?

- Di Miss Ardlay… dice di dover riferire alcune notizie molto importanti in merito alla situazione del signor Granchester.

Terence si volta di scatto verso la porta, non riesce a capire le intenzioni di Candy.

- La faccia entrare – esorta il Duca in tono stentoreo.

Suor Gray annuisce.

 

- Miss Ardlay venga avanti. Non ci faccia perdere tempo e ci dica il motivo per il quale si trova qui.

- Certo suor Gray, vede… ho saputo della presenza del Duca e per questo ho deciso di parlare perché credo che anche lui debba sapere.

- Sapere che cosa?

- Io sono sicura che Terence sia innocente.

A questo punto anche il Duca che fino ad allora aveva ignorato la ragazza si volta verso di lei, scrutandola dall’alto in basso.

- Signorina come può affermare una cosa del genere?

- Perdonatemi Vostra Grazia ma se non ne fossi sicura non lo direi.

Terence continua a guardarla e teme di iniziare a capire. Candy non lo guarda, non vuole che possano pensare che si siano messi d’accordo.

- Può provare quanto afferma Miss Ardlay? – le domanda suor Gray alquanto scettica.

- Sì – risponde la ragazza decisa.

Sia il Duca che la direttrice hanno gli occhi puntati su di lei che sta cercando in ogni modo di mantenere la calma.

- Avanti parli, signorina, cosa aspetta? – la incalza il Duca.

- La notte in cui c’è stata quella rissa al Blue Moon, io so che Terence era a scuola, non è uscito.

- Dubito che lei possa sapere dove si trovasse il signor Terence, sono certa invece che lei stesse dormendo nella sua stanza dalla quale è severamente proibito uscire dopo le 9pm, non è così?

- Mi perdoni suor Gray, in realtà non mi trovavo nella mia stanza.

- Cosa?!

- È per questo motivo che so che Terence non è mai uscito da scuola quella notte… perché io…

- Candy no!

Un grido improvviso ha fatto sobbalzare tutti.

- Non farlo Candy.

- Devo e voglio farlo Terence, io so che non sei un assassino!

- Candy…

- Signorina vuole dirmi perché è sicura che mio figlio fosse a scuola?

Candy si volta prima verso il Duca, incrocia lo sguardo di Terence che ancora le fa cenno di non dire niente, ma lei intende andare avanti…

- Suor Gray, Duca di Granchester, il motivo per cui so che Terence era nell’istituto… è che io ero con lui.

- Non è vero suor Gray, non le creda, Candy sta mentendo – Terence sa che una ragazza che fa una cosa del genere viene immediatamente espulsa dalla scuola.

- La prego di fare silenzio Terence. Miss Ardlay è la verità?

- Sì suor Gray, posso provarglielo se vuole.

- La ascolto.

- Nel pomeriggio di quel giorno ho ricevuto un biglietto dove Terence mi invitava ad andare nella scuderia a mezzanotte, lui ne ha ricevuto uno uguale. Non gliel’ho mandato io, qualcuno ha organizzato tutto per attirarci in un tranello. Infatti quando ci siamo incontrati… abbiamo capito che era una trappola e ci siamo nascosti quando abbiamo udito delle voci che si stavano avvicinando. Erano le voci di suor Kriss, di Eliza, Louise e la sua suor Gray. Quando siamo stati sicuri che ve ne eravate andate siamo rimasti ancora nascosti, per circa un’ora, insieme, nel bosco. Poi siamo tornati nelle nostre stanze.

- Miss Ardlay si rende conto delle gravità delle sue affermazioni? – le domanda suor Gray che vede in caduta libera la rispettabilità della scuola.

- Io ho detto solo la verità.

- Lo sa che è assolutamente proibito a ragazzi e ragazze di incontrarsi, tanto più a quell’ora della notte?

- Sì, lo so.

- Bene. Credo che quanto da lei dichiarato cambi di molto la posizione di suo figlio, Duca.

- Assolutamente – risponde laconico il padre di Terence sorpreso dal coraggio della ragazza.

- Purtroppo cambia anche la sua posizione Miss Ardlay. Suor Kriss… accompagni la signorina nella stanza di correzione.

La suora afferra Candy per le spalle incoraggiandola ad uscire.

- Non può farlo suor Gray, Candy ha solamente detto la verità… siamo stati vittima di un inganno di quella vipera di Eliza… non è successo niente tra noi, glielo assicuro…

- Signor Terence… quello che è accaduto è inammissibile, la signorina non avrebbe mai dovuto accettare quell’invito!

La voce della direttrice non lascia alcuna speranza e mentre Candy esce, Terence grida il suo nome disperatamente, lei si volta verso di lui e gli sorride.

 

 

*******

 

È trascorsa una settimana da quando Candy è stata rinchiusa nella stanza di correzione. Sono stati giorni difficili che la ragazza ha passato in completa solitudine, vietata ogni visita. Solo suor Margareth le ha portato quotidianamente cibo e vestiario e ha cercato di confortarla. Le ha detto che non si deve preoccupare per il signor Granchester, il ragazzo è stato scagionato da qualunque accusa e il vero colpevole è stato individuato. Sapere che Terence sta bene è la sola cosa che le ha fatto sopportare quella punizione e se dovesse essere espulsa, ne sarà valsa la pena. Lui l’ha sempre difesa, non poteva non sdebitarsi, anche se, non è solo questo il motivo per il quale ha raccontato tutto.

 

- Buongiorno Candy, come si sente questa mattina?

- Bene suor Margareth, ho una fame! Oh mi perdoni…

- Signorina Candy lei non cambierà mai… e questo è un bene!

- Ma non mi ha portato la colazione?

- No, può uscire, suor Gray l’aspetta.

- Sono venuti a prendermi? Dovrò lasciare la scuola vero?

- Suor Gray le dirà tutto, stia tranquilla e qualunque cosa accada non perda mai il sorriso.

- Lo farò, grazie sorella.

 

Inaspettatamente la direttrice le comunica che la sua punizione è terminata e che non verrà espulsa. Candy non capisce perché suor Gray abbia cambiato idea in merito ad una cosa tanto grave ma è così felice che non fa troppe domande. Corre fuori dall’edifico, ha bisogno di sentire il calore del sole sulla pelle, di respirare un po’ d’aria fresca. Le lezioni non sono ancora terminate, la scuola sembra deserta. Decide di salire fino alla collina, magari lì incontrerà Terence che come al solito avrà disertato la lezione di suor Kriss.

 

- Sono fuori allenamento – sbuffa una volta arrivata in cima.

Si guarda intorno – Terence ci sei? Non ci crederai ma suor Gray per una volta ha dimostrato di avere un po’ di carità cristiana… sono libera… ehi ma dove sei? Dai esci fuori…

Nessuna risposta.

- Forse è nella sua stanza… gli farò una sorpresa!

Stando ben attenta a non farsi scoprire, Candy raggiunge il dormitorio dei ragazzi ed entra nella camera di Terence. La luce è spenta, lui non c’è.

- Qui è tutto in ordine, troppo in ordine…

Candy si guarda intorno, un brivido gelido le attraversa la schiena. Apre l’armadio, i vestiti di Terence non ci sono. Anche i suoi libri sono spariti, Shakespeare non c’è più. Sulla scrivania resta solo una piccola busta bianca. Candy si avvicina, c’è scritto il suo nome.

- Una lettera per me… perché? Dove sei Terry?

Le tremano le mani e la voce, non ha il coraggio di aprirla ma deve farlo. Riconosce subito la sua grafia, poche righe…

 

Cara Candy,

ho saputo che non verrai espulsa dalla scuola, l’uomo che ti ha adottata sarà fiero di te, potrai proseguire gli studi e diventare una vera signorina!

Io ho deciso di partire, non posso restare a Londra. Vado in America, ho qualcosa da fare laggiù.

Ricordati che ovunque sarò, pregherò sempre perché tu sia felice.

 

                                                                          Terry

 

- Se n’è andato… perché… perchè? È troppo breve questa lettera Terence, troppo breve… dove sei? Non posso nemmeno pensare che non ti vedrò più! L’America è lontana… Terry…

Candy non riesce a credere a ciò che ha appena letto. Spera che non sia vero, spera che sia uno scherzo…

Esce dalla stanza e incontra Stair nel corridoio.

- Candy che cosa ci fai qui? Sei libera, non verrai più espulsa vero? L’abbiamo saputo… siamo così felici!

- Dov’è Terence?

- Terence… non lo so.

- Ho trovato questa lettera per me nella sua stanza, dice che va in America. È uno scherzo vero?

- No… è vero… è venuto a salutarci questa mattina molto presto, ma non so altro mi dispiace.

- Non è possibile… non può lasciarmi così!

- Lasciarti? Candy ma tu…

 

La ragazza disperata corre via, senza sapere dove… 



Epilogo



Candy è sulla sua collina, accovacciata ai piedi di un albero, quando alle proprie spalle sente scricchiolare le foglie secche cadute a terra. Si volta di scatto.

- Ah sei tu…

- Chi credevi che fosse?

Candy resta in silenzio di fronte allo sguardo deluso di Anthony.

 

- Io so dov’è.

- Cosa?

-  Te lo dirò se vuoi, ma prima rispondi ad una domanda… sei innamorata di lui?

Candy teme quella domanda perché se l’è fatta tante volte senza riuscire a trovare una risposta. Anthony è lì davanti a lei, ha sempre creduto che lui rappresentasse l’amore nella sua forma più bella. Ma poi… è arrivato Terence ed è cambiato tutto! Dalla prima volta che l’ha visto lui le è come entrato dentro ogni fibra e ogni cellula del suo corpo e della sua mente. Ed ora, proprio nel momento in cui pensa che non lo rivedrà mai più, Candy si rende conto che anche il suo cuore gli appartiene.

 

*******

 

 

Fa molto freddo, improvvisamente sembra essere arrivato l’inverno. Una carrozza sfreccia veloce per le strade di Londra, sotto una pioggia battente, in direzione del porto. È ancora notte fonda quando arriva sulla banchina e una ragazza scende di corsa precipitandosi verso il punto da cui le navi prendono il largo verso l’America. Ma non c’è nessuna nave in partenza, l’ultima se n’è andata da più di un’ora, così le dicono alla biglietteria.

- Non è possibile, non può essere già partito… non ho potuto neanche salutarlo…

Non sa cosa fare, per un attimo si sente persa, completamente, come se niente avesse più senso. Si chiede che cosa ci stia a fare a Londra, in quella scuola per diventare vere signore. Ma poi, cosa significa essere una vera signora?

L’autista della carrozza la chiama, le chiede cosa deve fare, se la deve riportare indietro.

- Non lo so… devo cercare una persona… - gli risponde confusa.

- Signorina io non la posso aspettare, mi dispiace.

- Può andare allora.

La carrozza si allontana. Lei vaga per un po’ senza meta, sotto la pioggia. Cerca di riflettere… d’un tratto le viene in mente che potrebbe anche non essere partito…

- Magari parte domani… potrebbe essere in un albergo qui vicino al porto.

Prova a bussare a qualche affittacamere, ma è tardi, nessuno le risponde. Si accascia disperata sulla soglia di un portone… sente il cuore spezzarsi in due… e allora grida, lo fa sempre quando ha bisogno di sfogarsi, grida forte… il suo nome…

- Terence…

Una, due volte…

Sopra di lei si apre una finestra… probabilmente qualcuno si è svegliato, la scopriranno e la rimanderanno in quella scuola. Si alza velocemente per allontanarsi, ma qualcuno la chiama… per nome.

- Candy!

Lei si volta e pensa di avere le allucinazioni. Forse ha camminato troppo sotto la pioggia e le è venuta la febbre.

Poi di nuovo – Candy!

È lui?

Candy fissa di nuovo la finestra ma non c’è più nessuno, resta imbambolata in mezzo alla strada. Una carrozza le sfreccia davanti a gran velocità e una volta passata, dall’altra parte della strada…

- Terence…

Non era una allucinazione o un miraggio, lui è proprio lì. Le va incontro.

- Candy ma… che ci fai qui?

Quasi non fa in tempo a pronunciare queste parole che lei gli si getta addosso e comincia a colpirlo sul petto con i pugni, un po’ per essere sicura che lui sia davvero lì con lei, un po’ perché ce l’ha con lui.

- Ti odio, ti odio, Terence Granchester… come hai potuto pensare di andartene in questo modo?! Senza nemmeno salutarmi… credevi che quel misero biglietto potesse bastare…

Continua a colpirlo e a gridare. Terence non sa cosa fare, ma si rende che se non la ferma sveglierà tutto il quartiere e di sicuro finiranno nei guai.

- Candy fermati ti prego, ascoltami…

- No, non voglio ascoltarti… sei un farabutto… ecco cosa sei!! – grida e piange.

Terence allora la stringe forte a sè. Pian piano la sua rabbia sembra placarsi, ma forti singhiozzi la fanno ancora sussultare. Sono entrambi zuppi di pioggia.

- Vieni con me – le sussurra – vediamo se è possibile passare dal retro.

Fanno il giro, c’è una scala antincendio dietro al palazzo. Salgono su fino alla camera che Terence ha affittato per quella notte. È una piccola stanza, con un letto, un tavolino e un divano mezzo disfatto. Ma una bella fiamma arde nel camino. Terence le dice di avvicinarsi per asciugarsi, la ragazza è bagnata fino al midollo, deve aver camminato per lungo tempo sotto l’acqua.

C’è una valigia chiusa sul letto, Terence la apre e tira fuori un maglione.

- Togli i vestiti e metti questo – le dice, poi si volta e si allontana.

- Sono pronta – lo avvisa dopo pochi minuti.

Prima di tornare da lei il ragazzo toglie la coperta dal letto e senza guardare la porge a Candy. Intanto anche lui si è cambiato la camicia e l’ha messa ad asciugare vicino al fuoco, insieme agli abiti di Candy.

Per qualche minuto restano in silenzio, infreddoliti e muti sul divano davanti al camino.

Man mano che il suo corpo si riscalda Candy si sente più tranquilla. Solo ora comprende veramente che lui non è partito. Terence è lì accanto a lei, indossa il suo maglione e si sente felice. Lui la guarda, osserva le luci del fuoco che giocano sul suo viso insieme alle lentiggini e pensa solo ad una cosa… a quanto sia bella in quel momento, forse come non lo è mai stata.

È lei la prima a parlare.

- Abbiamo dato scandalo…

Terence sorride annuendo.

- Anche se tra noi non è accaduto niente…

- Che cosa sarebbe dovuto accadere? – le chiede conoscendo già la risposta.

- Una volta mi hai detto che… quando ti trovi da solo con una ragazza… in genere… accade sempre qualcosa.

Terence sorride di nuovo, in silenzio osserva il pavimento.

- Ora dovresti dire “ma qui non vedo nessuna ragazza, solo una scimmietta o Tarzan o qualcosa del genere…

- Hai ragione, dovrei dirlo!

- Ma non lo hai detto…

- No… non l’ho detto.

Trascorrono interminabili istanti di silenzio, entrambi osservano il fuoco che sembra essere uscito dal camino per continuare a bruciare nei loro occhi, sulle loro labbra.

 

- Come hai fatto a trovarmi, Stair ti ha detto dov’ero?

- No.

Terence si volta e la guarda sorpreso in attesa di una spiegazione.

- È stato… Anthony, credo ti abbia sentito mentre informavi Stair della tua partenza.

Terence torna ad osservare il fuoco, non capisce perché Anthony abbia fatto una cosa del genere, proprio lui che aveva tutto l’interesse ad allontanarlo da Candy.

- Non può essere…

- Invece è così. Credo che Anthony abbia capito tutto ancora prima di me…

- Capito cosa?

- Mi ha fatto una domanda e solo se gli avessi risposto mi avrebbe detto dov’eri. Mi ha chiesto se mi sono innamorata di te.

Terence si alza e si allontana, va verso la finestra da dove poco prima l’ha vista in strada. Candy non si aspetta quella reazione, non capisce. Trema.

- Candy devi tornare a scuola.

La voce di Terence suona fredda e distante.

- Sei stato tu vero? Hai deciso di andartene perché solo in questo modo io posso restare e continuare a studiare. Ma io non voglio tornare a Londra senza di te!

- Io non posso tornare a Londra.

- Perché? Anche se non torni alla St. Paul School ci sarà un altro istituto dove potrai studiare, perché vuoi andartene? Non significa niente quello che ho fatto per te? Non ti ho forse dimostrato che mi fido di te?

- Non è questo…

- Perché non puoi restare… dimmelo…

- Mio padre ha già deciso quello che dovrò fare, ha trovato un’ottima scuola nel Nord… una scuola militare dove finalmente “mi insegneranno un po’ di disciplina” … così ha detto!

- Una scuola … militare…

- Già… una di quelle in cui entri in un modo e quando esci non sei più lo stesso.

- Non può farti questo!

- Devo andarmene Candy… al più presto…

- Perché non me lo hai detto?

Terence si volta verso di lei e la guarda: Candy è in piedi con il suo maglione che la copre solo fino alle ginocchia, ha la coperta sulle spalle, ha sciolto i lunghi capelli biondi per farli asciugare.

- Come avrei fatto ad andarmene… se fossi venuto a salutarti? – mormora.

Lei vorrebbe gridargli di non andarsene, di non lasciarla, vorrebbe implorarlo, sarebbe disposta anche a mettersi in ginocchio… ma non lo farà perché sa che lui deve andare in America se vuole vivere la propria vita a modo suo. Sente però salire la disperazione perché questo significa che davvero devono separarsi. E allora quattro piccole parole le sfuggono dalle labbra… “non ti vedrò più”. Non voleva dirle, non vuole farlo sentire in colpa, lui deve andare… ma non ce la fa a lasciarlo andare così…

- Perdonami… ti capisco, è giusto che tu vada.

Ma neanche Terence ce la fa, ora con lei lì davanti. Cerca di fare uno sforzo e le dice che forse è meglio se la riaccompagna a scuola.

- Se facciamo presto non si accorgeranno di niente e non verrai punita.

I suoi vestiti sono asciutti, Terence li prende e glieli dà, nel farlo le loro mani si sfiorano. È un attimo, lei è così vicina e così bella. Lui la prende e la stringe, lei anche.

- Hai rischiato di essere espulsa dalla scuola a causa mia… mi hai sempre detto che non volevi deludere colui che ti ha adottata…

- Si è vero… ma ora… è diverso….

Improvvisamente Candy si perde in quell’abbraccio o forse si ritrova e le sembra di capire molte cose.

 

*****

 

- Io… io… vengo con te.

- Candy… che dici?

- Che stupida che sono! Perché non c’ho pensato subito… avrei dovuto portare la valigia con me…

- Candy sei impazzita? Che cosa faranno gli Ardlay quando sapranno che sei scappata da scuola? Se dovessero revocare l’adozione?

- Terence ascoltami, io non c’entro niente con quella scuola e con il diventare una vera lady... queste cose non mi appartengono e ora mi rendo conto che faccio anche fatica a capirle. Io voglio trovare la mia strada, voglio farlo con le mie sole forze e questo sei stato tu ad insegnarmelo! Non sai come mi sento meglio adesso che ho preso questa decisione…mi sento così leggera… mi sembra di volare.

Candy fa una piroetta in mezzo alla stanza, come se avvertisse in tutto il corpo una nuova energia. Terence la osserva e sorride, ma pensa anche a quello che li aspetta.

- Candy ascoltami tu ora, ti prego, io capisco perfettamente quello che senti adesso, ma non è necessario che abbandoni la scuola in questo modo. Potrai scrivere allo zio William e spiegargli come stanno le cose… non sei costretta a fuggire… e poi io…

- Tu cosa?

- Che cosa potrei offrirti io adesso? Non so nemmeno se riuscirò a combinare qualcosa in America…

- Io ti aiuterò e tu aiuterai me!

- È molto pericoloso… non hai paura?

- No! Con te no!

Di fronte alla testardaggine di Candy Terence non sa più cosa dire, ma teme di non essere all’altezza di quello che dovranno affrontare, teme di non riuscire a proteggerla e non se lo perdonerebbe mai. Candy comprende la sua titubanza, ma non vuole retrocedere.

- Ti ricordi quando in Scozia ti ho chiesto chi era il vero Terence? Tu mi hai risposto che il vero Terence è quello che vedono i miei occhi. Vuoi sapere cosa vedo?

Lui sorride leggermente imbarazzato.

- Vedo un ragazzo estremamente buono e generoso, coraggioso e nobile nell’anima, che cerca di vivere la  vita inseguendo i propri sogni. Io questo ragazzo non lo voglio perdere perché mi sono innamorata di lui e se anche per lui è così…

- Quel ragazzo ti ama dal primo istante in cui si è voltato e ha visto le tue lentiggini brillare come stelle nella notte più buia che avesse mai attraversato.

Il loro abbraccio torna a stringersi.

- Promettimi che ce ne andiamo insieme… - mormora lei.

- Ok… ce ne andiamo insieme – risponde lui

Le loro labbra si uniscono in un bacio carico di promesse e coraggio. La certezza di amarsi sopra ogni cosa li trasforma in qualcosa di unico e miracoloso. Ma non c’è tempo.

- Adesso dobbiamo andare… dobbiamo trovare il modo di farti salire sulla nave e non sarà semplice, ma forse conosco qualcuno che può aiutarci.

Prima di uscire dalla stanza Terence lascia alcune monete sul tavolino, poi scendono entrambi dalla scala d’emergenza sul retro dell’albergo.

Per fortuna ha smesso di piovere. Prendono una carrozza e si dirigono verso Londra. Terence scende davanti ad un locale, il Blue Moon, dice a Candy di restare sulla carrozza, non è un bel posto per una ragazza. Dopo pochi minuti torna insieme ad un altro. Con lui vanno in una stanza buia, dove non c’è nessuno.

- Che succede Terence? Credevo tu fossi già al porto, non devi partire domani?

- Sì certo, parto domani ma…. ho bisogno di una mano, mi servono dei documenti.

- Per lei?

- Sì, si chiama Candy. Candy lui è Charlie.

- Mi ricordo… alla festa per il tuo compleanno.

- Terence ti rendi conto di quanto sia pericoloso quello che volete fare?

- Lo so… per questo ti chiedo aiuto, posso pagarti…

- Stai scherzando! Non accetto soldi da te… ma se vi scoprissero…

- Ti prego.

- Ok ok… ma dobbiamo inventarci qualcosa che sia credibile, non posso scrivere che è tua moglie… troppo giovane… vediamo… tua sorella?

Candy scoppia a ridere – Non ci somigliamo per niente!

- Sorella va bene! – esclama Terence deciso.

In pochi minuti i documenti sono pronti, Charlie è un mago in questo!

- Non so come ringraziarti, ti aspetto a New York!

- Fate attenzione!

Candy e Terence prendono un’altra carrozza, direzione St. Paul School, per recuperare la valigia della ragazza.

Terence aspetta fuori dalla scuola, lei scavalca e va nella sua stanza. Deve essere prudente, se la scoprono è la fine. Prende poche cose. Prima di uscire per un attimo si sofferma e si guarda intorno, sa che tutto quello non le mancherà ma le dispiace molto lasciare Patty, Annie, Stair, Archie ed Anthony…. chissà cosa penseranno quando scopriranno che lei se n’è andata.

- Un giorno ci rivedremo!

Intanto Terence si chiede perché ci metta tanto, mentre fuma l’ennesima sigaretta eccola che arriva. Si guardano ancora un momento dritti negli occhi.

- Sei sicura?

- Sì, andiamo!

 

Il cielo si è schiarito e sotto un mantello di stelle l’amore si fa più forte. Stretti all’interno dell’ennesima carrozza presa quella sera, due ragazzi corrono verso il loro futuro.

Arrivano al porto appena in tempo, il piroscafo che li porterà in America è lì davanti a loro, gigantesco, si erge avvolto dalle prime luci dell’alba.

Candy e Terence vanno verso l’imbarco, con i documenti nella mano. Tremano davanti allo sguardo dell’inserviente che scruta le loro facce, fa una pausa e li fissa di nuovo, poi mette il timbro e li lascia passare.

- Andiamo sorellina, dopo di lei! – esclama Terence con un sorriso galante.

- Grazie fratellone – gli risponde strizzando l’occhio.

Si fanno largo tra la gente per raggiungere la propria cabina. Quando la trovano tirano entrambi un sospiro di sollievo, chiudendo la porta alle loro spalle.

- Ce l’abbiamo fatta! – esulta Candy.

- Sì, ce l’abbiamo fatta, ma il viaggio è lungo, dovremo stare molto attenti.

 

La traversata atlantica si protrae per più di una settimana. I due ragazzi si fanno vedere poco in giro, temono gli sguardi indiscreti delle persone che potrebbero dubitano siano davvero fratello e sorella, hanno paura di tradirsi anche solo con uno sguardo ed un sorriso. Ma anche stare chiusi in cabina, insieme, in uno spazio molto piccolo, non è semplice. Terence aspetta fuori ogni volta che lei deve cambiarsi, lei fa lo stesso. Il letto però è uno solo, lui avrebbe voluto cederglielo ma Candy ha rifiutato.

- Lo divideremo… in qualche modo… - ha suggerito imbarazzata.

Le prime due notti sono crollati entrambi, molto stanchi e provati da tutto quello che è accaduto in quei giorni, poi… è diventato sempre più difficile addormentarsi ed ignorarsi.

Una sera lei gli ha chiesto di leggerle qualcosa. Terence non ha potuto portare molti libri con sé ma Romeo e Giulietta non poteva mancare, anche se per quello non ha bisogno del testo, ormai può citarlo completamente a memoria. Disteso sul letto, lo separa da lei solo un cuscino, guarda il soffitto ed inizia a declamare le battute del giovane Romeo che riflette su cosa sia l’amore:

 

…”L’amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri, e se questa si dissipi, è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti, e se sia contrariato, non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos’altro può mai esser l’amore, se non una follia molto segreta, una amarezza soffocante e una salutare dolcezza…[1]

 

La sua voce arriva alle orecchie di Candy come una melodia che la abbraccia, ormai conosce fin troppo bene quella sensazione. Molte volte Terence ha recitato per lei in Scozia, eppure il suo cuore vibra sempre di un’emozione che sembra rinnovarsi e diventare più forte.  Le viene in mente che su quella stessa nave è avvenuto il loro primo incontro e, anche se quella sera lui l’aveva presa in giro facendola arrabbiare, non può negare che già allora un sentimento mai provato l’aveva catturata. Era stato sufficiente quel breve dialogo, o forse addirittura lo sguardo che per pochi istanti si erano scambiati, per avvertire qualcosa di estremamente importante, un legame con quel ragazzo sconosciuto che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.

 

…”venga pure qualsiasi afflizione ché non potrebbe mai valer quanto la felicità che mi procura anche un sol breve istante della sua vista…[2]

 

Pronunciate queste ultime parole, Terence toglie il cuscino che li separa e si volta verso di lei.

- Buonanotte Lentiggini – le sussurra.

Candy lo guarda e non risponde.

- Che c’è? – le chiede vedendola assorta.

- Un pomeriggio, in Scozia, me ne stavo seduta sulla sponda del lago e mi chiedevo che cosa fosse l’amore vero, cosa significasse amare qualcuno ed essere amati. Non riuscivo a trovare una risposta, ogni risposta mi appariva inadeguata e insufficiente. Allora mi venne in mente un gioco che facevo da bambina con i fiori di tarassaco: esprimevo un desiderio e poi soffiavo, se i semi si fossero dispersi con un soffio soltanto il desiderio si sarebbe avverato.

- Anche quel giorno hai espresso un desiderio?

- Sì.

- E si è avverato?

- Sì.

- Posso saperlo?

- Ho chiesto di conoscere il vero amore e in quel preciso momento… sei arrivato tu.

 

È scesa la notte sul loro ultimo giorno di navigazione, domani mattina all’alba arriveranno al porto di New York e toccheranno terra. Non hanno idea di cosa li aspetti, ma sono ormai certi che qualunque cosa accadrà la affronteranno insieme, uniti per sempre da quell’amore che li ha scelti e a cui non hanno potuto opporsi.

La certezza di appartenersi li rende forti davanti a qualsiasi timore e titubanza. La certezza di essere l’uno per l’altra unita all’incoscienza della loro giovane età, li rende coraggiosi e fragili allo stesso tempo di fronte al vibrare dei loro cuori e della loro pelle.

Mentre l’oceano li culla e la notte li protegge, un sospiro, poi un altro aprono la strada alle loro labbra che si cercano e si raggiungono. Gli occhi brillano nel buio, le mani si cercano per tuffarsi di nuovo, insieme.

 

 

Candy e Terence sbarcarono a New York la mattina del 16 settembre 1913. Da lì ripartirono immediatamente verso La Porte, la cittadina dove si trovava l’orfanotrofio dove era cresciuta Candy prima di essere adottata. Le direttrici, Miss Pony e suor Lane, li accolsero con grande stupore e anche un po’ di sospetto. I due ragazzi cercarono di spiegare come fossero andate le cose e perché avessero preso la decisione di lasciare Londra. Dopodiché si recarono insieme sulla collina di Pony di cui Candy parlava spesso e lì, in quel luogo che sembrava magico, decisero ciò che avrebbero fatto del loro futuro… ma questa è un’altra storia.

 



[1] W. Shakespeare, Romeo e Giulietta, Atto I, scena I.

[2] W. Shakespeare, Romeo e Giulietta, Atto II, scena VI.







 






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